30/10/2015: Contro ogni tortura (volantino distribuito davanti al carcere di Milano-Opera)


Contro ogni tortura

Nel carcere di Opera c’è una sezione 41bis, dove sono rinchiuse oltre cento persone, una delle più grandi e peggiori. Scrivono in una lettera da questo carcere:
“Nella sezione dove sono, la finestra della cella dà proprio sull’interno del carcere e del 41bis, vedo una bocca di lupo di plastica bianca davanti alle finestre… So che al 41bis sono costretti a fare colloqui divisi da vetri con la famiglia, che non è possibile dare un bacio a tua moglie, ai tuoi figli o semplicemente stringere in un abbraccio qualcuno al quale vuoi bene.
Tutto questo credo sia tortura, e ogni volta che mi soffermo a guardare alla finestra quelle bocche di lupo bianche, mi viene la tristezza”. (Maggio 2015)

Da alcuni mesi chi è sottoposto 41bis non può più ricevere libri, né qualsiasi stampa, attraverso la corrispondenza e i colloqui con parenti e avvocati: libri (al massimo tre libri) e stampe possono entrare in una cella 41bis soltanto se acquistati tramite il carcere. Conseguenze di questo divieto sono descritte nel brano della lettera dal carcere di Opera che riportiamo qui di seguito:
“Togliere i libri ad un prigioniero in condizione di ristrettezza tipo 41bis, 14bis o isolamento è un’ulteriore tortura psicologica, visto che in questi regimi di solito non si ha niente e non si ha contatti con i compagni/e di detenzione, essendo che non tutti i prigionieri/e hanno la possibilità economica di acquistare i libri, vengono tenuti in balìa della solitudine che in galera è la cosa più brutta che ti può capitare (… ). Ho parlato con compagni/e che sono stati in regime di 14bis, senza fornelli, tv, compagnia di compagni di detenzione, hanno cominciato a parlare da soli per sentire almeno la vicinanza della voce come compagnia e che ne sono usciti traumatizzati. Un uomo che non vede davanti a sé stimoli è soggetto a pensare e in detenzione i pensieri non sono belli, e questo porta ad impazzire o, addirittura, a togliersi la vita… I libri in galera sono essenziali.” (Maggio 2015)

Dentro le carceri si impara sulla propria pelle che ogni restrizione adottata nelle sezioni 41bis riguardo soprattutto agli spazi di socialità interna (apertura della cella, sale di lettura, da gioco…), i rapporti con l’esterno (posta, colloqui, telefonate, pacchi…), prima o poi, ricade sempre in qualche maniera sull’intero sistema carcerario. Lo spiega, secondo noi più di mille parole, il brano della lettera che segue, sempre da Opera:
“Qui i materassi sono scaduti da 20 anni e chi lo vuole nuovo deve comprarselo al costo di 52 euro. Le celle sono senza lampadine e chi arriva in cella non trova la luce, deve aspettare una settimana prima di riuscire a comprarla alla spesa.
Portano detenuti in isolamento senza motivi, molti ce li lasciano mesi e mesi, e chi prende 15 giorni ce lo lasciano anche un mese. In isolamento non c’è nulla per pulire le celle, il vitto è scarso e non viene cambiato da mesi, così chi non ha soldi è costretto ad uno sciopero della fame forzato. La direzione fa abusi su tutto”. (Aprile 2015)

Per contro qui a Opera, sullo spazio del campo da calcio, è in costruzione un blocco dove imprigioneranno altre 400 persone, stanno costruendo inoltre un’aula bunker.

Altre lettere da Opera:
… “sono stato chiamato a colloquio con l’educatore, colloquio di primo ingresso. Mi ha fatto delle domande a mio parere prive di senso, senza chiedermi nulla di relativo sulla mia situazione giuridica. Ma quello che più di tutto mi ha lasciato stupito è una frase che mi ha detto, a me come ad altri tre compagni. Cito testuali parole. "Fai attenzione a non scivolare sulle bucce di banana”. Ad oggi non ho ancora capito il senso di quella frase; molto probabilmente si crede di aver fare con animali da zoo. Quello che non ha capito è che siamo esseri umani con diritti e dignità, cose che qui a Opera vengono tolte quotidianamente, in particolare dall’educatore che dà più importanza a cose futili del tipo quante volte ci masturbiamo al giorno, o quanti tatuaggi abbiamo sul corpo, trascurando il suo vero compito che è quello di lavorare sulla nostra persona per un reinserimento sociale. Vi saluto con cordiali saluti.” (metà ottobre 2015)

Dichiarazione collettiva
“Noi sottoscritti detenuti del primo padiglione, 4° piano, sezioni A, B e C del carcere di Opera con la seguente chiediamo alla Direzione e ai responsabili del piano trattamentale dell’istituto di Opera (MI) che ci sia assegnato un nuovo educatore che possa esprimere un giudizio sereno su ogni detenuto.
I motivi che ci hanno spinto a chiedere che sia rimosso l’educatore Pizzuto sono molteplici e daremo alcuni esempi da cui si evince che il suo giudizio preclude il percorso trattamentale.
1) L’educatore risulta essere un ex carabiniere, senza nulla togliere che potrebbe essere un vantaggio (per altri), se non fosse prevenuto e non usasse il premio-ricatto e altri metodi che destabilizzano molti detenuti.
2) L’educatore ad alcuni detenuti che 10 o 15 anni fa hanno scontato condanne per oltraggio alle forze dell’ordine ha detto che “meritano di essere ubicati nelle sezioni chiuse”… questo è inaccettabile e dimostra come sia prevenuto verso i detenuti.
3) Abbiamo mille motivi contro i suoi abusi e ricatti e questa è la seconda richiesta che inoltriamo per chiedere il rispetto dei giudizi di sintesi che possono ostacolare l’inserimento e il futuro di tutti noi. …
(seguono 124 firme)

Il carcere da sempre è una delle armi per imporci gli interessi di chi tiene in mano produzione commercio, denaro. Si rivolge soprattutto a chi non ha nient’altro che le proprie braccia per lavorare e in condizioni sempre più schiavistiche, fragili, rovesciate sulle giovani generazioni di oggi. L’agire del governo Alfano-Renzi ne è la macabra conferma. Lottare assieme a chi dentro resiste, che non si piega a ricatti, divieti, isolamento e oggi, anche troppo spesso alla morte, è fondamentale per ribaltare la situazione.
Proponiamo di realizzare un presidio di solidarietà davanti a questo luogo di tortura coi famigliari delle persone in carcere, ai giovani e a chiunque avverta il bisogno della libertà più concreta.

OLGa (E’ Ora di Liberasi dalle Galere)
olga2005@autistici.org

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http://www.autprol.org/
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