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l'organizzazione è l'organizzazione dei compiti, per questo è necessario che i gruppi si coordino per l'azione; a partire da queste constatazioni, l'organizzazione, la politica, il militantismo, il moralismo, i martiri, le sigle, la nostra stessa etichetta, fanno parte del vecchio mondo

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Centro di Ricerca per l'Azione Comunista

 

NEWS

29-11-02 Domani martedì 26.11 si compiranno cinque mesi dal massacro di Avellaneda e il movimento dei disoccupati Anibal Veron si mobiliterà, dalla stazione di Avellaneda fino a Plaza de Mayo. Non sarà accettata nessuna perquisizione o impedimeto da parte della polizia.

Come movimento dei lavoratori disoccupati organizzati nell'mtd Anibal Veron decidiamo di mobilitarci domani martedì 26, dalla stazione ferroviaria di Avellaneda fino a Plaza de Mayo per ricordare Dario Santillian e Maximiliano Kosteki, due nostri compagni che furono uccisi il 26 di giugno dalla Polizia della Provincia di Buoenos Aires. Abbiamo deciso che non accetteremo i possibili blocchi che potrebbero mettere le forze dell'ordine per impedire l'accesso alla capitale. Il dieci di ottobre quando i lavoratori urbani dell'MTD e i lavoratori del campo del Movimento Campesino di Santiago dell'Estero hanno marciato insieme fino a Plaza de Mayo, hanno dimostrato che non abbiamo niente da nascondere a quelle stesse autorità giudiziali che cercarono di impedire in qualunque modo una manifestazione che chiedeva Riforma Agraria, sovranità alimentare, lavoro, dignità e il cambio sociale. In questo caso non permetteremo questa abitudine dittatoriale che pretende di criminalizzare la protesta sociale e di reprime come criminali tutte le organizzazioni sociali. Manifesteremo per la quinta volta per ricordare i nostri compagni assassinati dal Governo nazionale e dalla Provincia il 26 di giugno in una operazione poliziesca preventivata che causo' due morti, 180 arresti e centinaia di feriti. La nostra lotta non serve solo per ricordare i nostri compagni, ma con il nostro lavoro quotidiano e la nostra lotta permanente, pretende di farli rivivere nel presente e nel futuro. Tutto quello che reclamiamo e' giusto e degno e di fronte a questo le forze di polizia federale vogliono perquisire chiunque vada a lottare contro i corrotti e i padroni che hanno ridotto in miseria in nostro popolo. In questo paese dove i bambini muoiono di fame di fronte all'assenza dello Stato e prima una feroce e diseguale accumulazione di capitale, le nostre mense alimentano quotidianamente 12 mila persone grazie all'autorganizzazione collettiva dei lavoratori che prendono 150 lecop mensuali. Mentre il Governo concede un infimo sussidio ai disoccupati che si organizzano, paga 14 milioni di dollari al Fundación Felices Los Niños per alimentare 6500 bambini. Questi soldi furono dati dal presidente Carlos Menen, lo stesso che ora pretende la presenza delle forse armate in strada per combattere la violenza e per "non aver più incappucciati nella strada". mentre l'attuale presidente Duhalde pretende di criminalizzarci con un discorso fazioso cercando solo di prendere dei voti in più, si scorda dei livelli inediti di mortalità infantile e riconosce la possibilità di cambiare la legge e, per ragioni di "sicurezza", ammettere la presenza dell'esercito nella strada. Ripudiamo con forza questa manovra che pretende di spostare sempre più a destra la politica. Non permetteremo che ci utilizzino come moneta di scambio per comprare quei pochi elettori che li ascoltano. Continueremo a pretendere i nostri diritti e le esigeremo che si pronuncino a rispetto.

Movimiento de Trabajadores Desocupados Aníbal Verón, POR TRABAJO, DIGNIDAD Y CAMBIO SOCIAL

Le seguenti organizzazioni compongonoil Movimiento de Trabajadores Desocupados Aníbal Verón: MTD Solano, MTD Lanús, MTD Darío Santillán de Almirante Brown, MTD Florencio Varela, MTD Guernica, MTD Quilmes, MTD Esteban Echeverría, MTD Oscar Barrios de José C. Paz, MTD Lugano (Capital Federal), MTD Berisso, MTD 22 de Julio (localidad de Allén e n Río Negro), MTD Darío Santillán (localidad de Cipolleti en Rìo Negro) per maggiori informazioni: ANRed La Agencia de Noticias Red Acción distribuisce informazioni sopra i conflitti sindacali, degli studenti e sociali da sette anni e ancora distribuisce notizie alla stampa sulle manifestazioni delle protesta sociale. per prendere contatto: redaccion@anred.org

"Difunda esta información, sienta la satisfacción moral de un acto de libertad"

25-11-02 CARCERE: 41bis-ASSEMBLEA PUBBLICA 14/12/2002

La conferma parlamentare, avvenuta con voto quasi unanime, del disegno di legge che rende permanente nell’ordinamento penitenziario il famigerato art. 41 bis (regime di detenzione speciale), estendendone i suoi effetti ai rivoluzionari prigionieri, insieme al nuovo fermento che coinvolge l’intero circuito carcerario -dalle rivolte di Sassari a quelle di Marassi- sono gli elementi centrali che hanno dato inizio negli ultimi mesi ad un confronto politico tra diversi compagni, comunisti ed anarchici che pensano sia indispensabile e necessario aprire un dibattito sulla "complessità carcere". Per queste ragioni invitiamo all’assemblea del 14/12/02 gli amici e i famigliari dei prigionieri rivoluzionari, dei proletari detenuti, i compagni del movimento antagonista e le situazioni in lotta a partecipare, dare testimonianza diretta ed approfondire la comprensione del ruolo che svolgono la repressione e il carcere all’interno del processo di controrivoluzione preventiva e di controllo sociale.

Compagne/i contro il carcere e la repressione.

Sabato 14 dicembre 2002 ore 14:30

ASSEMBLEA PUBBLICA

VIALE BLIGNY 22 - MILANO

 

Il carcere e la cortina di silenzio con la quale si vuole avvolgere quanto accade al suo interno sono uno strumento politico del potere per risolvere le profonde contraddizioni che produce (disoccupazione, povertà, aumento della miseria sociale e dello sfruttamenti). Nessuna voce d'accusa, di protesta, d'indignazione deve turbare la "pace sociale" imposta dal capitale. In tempi di crisi economica generalizzata e diffusa, fatta pagare come sempre con sudore e sangue ai proletari, ogni forma di lotta e di organizzazione, dentro e fuori le carceri, diventano estremamente pericolose per la sopravvivenza di questo sistema. Il capitale, nazionale e internazionale, per gestire la crisi ha articolato una strategia globale, preventiva e punitiva, che costituisce di fatto una dichiarazione di guerra contro il proletariato mondiale, interventismo militare, messa al bando di partiti e organizzazioni rivoluzionarie o legali (HB, FPLP...), criminalizzazione degli immigrati (trattato di Shengen, legge Bossi-Fini), controllo e repressione attraverso le larghe maglie dei reato associativi dei movimenti rivoluzionari e antagonisti. Nel nostro paese da quasi 10 anni ed a circa 600 detenuti è stato applicato l'art. 41 bis: il cosiddetto "carcere duro" costituito dall'isolamento pressoché totale, vigilanza speciale, limitazione dell'aria e dei contatti con l'esterno. Il 41 bis viene ora reso definitivo ed esteso ai prigionieri rivoluzionari e ai presunti appartenenti alle organizzazioni islamiche. Più di 30 compagni/e presi in ostaggio dallo Stato da circa 20 anni, per aver sempre rivendicato il proprio percorso di rivoluzionari, potranno essere sottoposti a questo particolare sistema di detenzione speciale. Quello che lo Stato vuole è distruggere la loro identità politica, annientarli fisicamente e psichicamente, isolarli e dividerli e contestualmente dare un avertimento a chi lotta contro le istituzioni, che direttamente o indirettamente, sostengono i rapporti di proprietà esistenti. In tutto il resto del sistema carcerario la situazione non è migliore: sovraffollamento, lunghe condanne, tentativi di rivolta seguiti da massacri legalizzati...

Per sviluppare un dibattito tra le diverse realtà del movimento rivoluzionario e antagonista, tra i detenuti e i loro famigliari, per costruire una rete di contro-informazione e mobilitazione, per praticare una concreta solidarietà di classe.

Compagne/i contro il carcere e la repressione

21-11-02 Occupazione del servizio psichiatrico 1° Maggio di Colorno (PR)

Quello che sta succedendo a Colorno rappresenta l'ennesimo attacco alle condizioni di vita dei proletari. Si smantellano le già risicate "garanzie" sociali; ancora una volta si vuol fare pagare la crisi ai proletari. Parlare dell'istituto 1° Maggio significa parlare delle condizioni di tutti i "malati psichici", sempre più ridotti a bagagli quando non diventano immediatamente un problema di ordine pubblico come nel caso del lager di Reggio Emilia. In questa società i "devianti" diventano "malati" oppure rivoluzionari; in ogni caso devono essere nascosti, isolati, annientati fisicamente ma, soprattutto, psicologicamente attraverso la generalizzazione del modello detentivo-carcerario che nell'isolamento e nella somministrazione coattiva di farmaci, trova lo strumento più efficace. Non crediamo sia diverso per tutti i proletari immigrati carcerati o mandati a distruggersi dentro le fabbriche o nei cantieri. In una città vetrina come Parma, può far storcere il naso ai benpensanti, dover vedersi circondati dalla miseria che impone il capitale a porzioni sociali sempre più estese. Il capitalismo è la vera malattia. Questa società produce psicosi sempre più terribili assolutamente irrisolvibili con le politiche (ipocrite e biecamente fondate sull'interesse privato) di recupero (redenzione?) fondato sul valore del lavoro (salariato) dispensato da fittizie "comunità sociali" vere e proprie holdings dello Spirito Santo. Sappiamo che non si può risolvere nessun singolo problema se non si mette in discussione lo stesso sistema capitalista. Occupando oggi questa struttura, non pensiamo di poter risolvere il processo di annientamento dei malati psichici ma iniziamo a organizzare la resistenza, per partecipare al processo generale di liberazione del proletariato. Contro la malattia del capitale facciamo pagare la crisi ai padroni

Per il comunismo.

 

Collettivo autonomo SENZA FRENI

16-11-02 Comunicato in merito agli arresti del 15 novembre 2002

Cosa porta lo Stato a reprimere in modo preventivo settori di movimento?

Quale è il nesso tra il 270/bis e una occupazione di una agenzia di lavoro interinale?

Parlano di azioni violente durante le manifestazioni di Napoli e Genova, dove manifestanti cercarono di  difendersi dalle cariche della polizia.

Vi è un nesso forse tra le occupazioni degli operai FIAT, e le dichiarazioni di alcuni militanti dei gruppi colpiti al sud dalla repressione?.

Non più tardi di alcuni giorni fa, infatti, molti compagni espressero il desiderio di partecipare e supportare la lotta degli operai in Sicilia. Questo poteva fare paura, allo Stato per un duplice motivo:

Primo, perché gli operai, dopo le soporifere delegazioni dei partiti, le promesse dei preti e dei sindacati, si sarebbero trovati supportati da compagni e compagne, complici e disinteressati nella loro solidarietà, nonché maggiormente indipendenti dai giochi di potere, tra i più propensi a liberare energie nel conflitto di classe in corso.

Avrebbero dato un profilo più ampio alla lotta che sta prendendo corpo in Sicilia, legandola ad un contesto di generalizzazione del conflitto in Italia e nel mondo.

Secondo, vi è la paura che quando i settori di movimento entrano in contatto con porzioni di proletariato in lotta, vengano a loro volta contaminati dalla radicalità delle forme della guerra di classe. Gli operai in Sicilia, ogni giorno occupano strade, binari, porto e aeroporti, organizzano picchetti, si muovono su un terreno ai margini della legalità, valutando l’efficacia delle loro azioni nella pratica e non la loro conformità agli angusti spazi concessi dal compromesso sociale.

Ora, con la crisi, settori di movimento, che per convenienza o scelta, si professano pacifisti, legalitari, possono essere facilmente trasportati dall’insorgenza proletaria, e attuare forme di lotta più adeguate all’attuale livello dello scontro di classe.

Questa repressione era stata annunciata: qualunque settore di movimento osasse intralciare il processo di ristrutturazione del blocco Fiat sarà colpito, non si può disturbare il manovratore quando deve licenziare e precarizzare.

Il carcere, tra cui il circuito degli speciali, e la repressione, sono armi sempre a disposizione del capitale: sono parte integrante della prassi democratica e non di una forma di governo che va verso una involuzione autoritaria, ma propri di uno Stato che incorpora nei suoi codici , il senso profondo della dittatura di classe, che non si disfa mai del suo ingombrante bagaglio repressivo. La crisi mostra la rottura del compromesso tra le classi, lo Stato agisce di conseguenza. Le illusioni della pacifica disobbedienza si infrangono contro la forza del nemico di classe, non ci si può immolare ne suicidarsi per il feticcio dell’ordine democratico.

Solidarizziamo con i compagni arrestati, e invitiamo i proletari, i compagni ad intervenire nel conflitto di classe per sviluppare autonomia proletaria. Ogni lotta, per piccola che sia, ci contrappone al capitale, e a tutte le sue articolazioni. Possiamo pensare di contrapporci in modo vincente ad esso se sapremo essere comunità di lotta e utilizzare ogni mezzo necessario.

 

Solidarietà alla lotta degli operai del blocco FIAT

Solidarietà a tutti i proletari e compagni in galera

Abolizione immediata del 41/bis

Chiamiamo comunismo una società senza galere

 

Collettivo autonomo SENZA FRENI

13-11-02 E' uscito il n.9 di Senza Censura

Per rilanciare il dibattito su repressione e carcere...

  • Strategie della controrivoluzione

  • Ristrtturazione e controllo

  • Repressione e lotte

www.senzacensura.org

redazione@senzacensura.org

05-11-02 E' uscito lotta sporca, luci e ombre nella lotta dei lavoratori delle pulizie ferroviarie settembre 2001-luglio 2002 a cura del Centro di Ricerca per l'Azione Comunista

La durata temporale della vertenza (dall'autunno scorso all'aprile di quest'anno), la sua intensità in tre momenti distinti particolarmente significativi (metà dicembre del 2001, febbraio e aprile di quest'anno), il suo carattere allo stesso tempo locale e nazionale, la porzione di classe coinvolta, i suoi contenuti e le forme di lotta impongono un'analisi e una riflessione sull'attuale stato del conflitto di classe, anche per i nodi sciolti e i problemi ancora aperti.

Una copia 5 Euro +1 Euro di spese di spedizione; per 5 copie sconto del 50%

E' disponibile anche un video curato dalla Rete dei lavoratori di Milano sulla lotta dei lavoratori delle pulizie (4 Euro).

Per richieste: Diego Negri CP 640, 40124 Bologna oppure scrivere a infocrac@virgilio.it

05-11-02 E' uscito il libro non un passo indietro, storia delle Madres de Plaza de Mayo, edito per l'Associazione Madres de Plaza de Mayo

"Sappiamo... che questa è la strada corretta e malgrado nessuna di noi arriverà a vedere il risultato, continueremo a seminare idelai per far si che altri raccolgano sogni e speranze in un mondo più giusto e solidale."

Per richeste: ale-j@libero.it

05-11-02 E' uscito su gazetinu de sa luta kontras a sas presones, n.8 settembre-ottobre 2002

All'interno:

  • il massacro di Sab Sebastiano 

  • la rivolta dei detenuti di 4 Camins il carcere di Barcellona

  • la rivolta dei detenuti di Marassi

  • come funziona a mamone colonia penale nel Nuorese

  • sciopero della fame nella prigione di Antwerp (Belgio)-Come funziona a Badh''e karros
Redazione via Melas 24-09040 Guasilia (Ca)