L’agitazione armata

Esigenza tattica del movimento operaio

E’ impossibile alla classe operaia di rinculare in questa strategia, già innescata, di lotta autonoma.

Bisogna andare senza esitazione verso l’autorganizzazione del proletariato, il più rapidamente possibile.

La situazione esige l’adempimento di tutta una serie di tattiche vitali per consolidare la strategia autonoma della lotta di classe.

Ma è evidente che tali tattiche (recupero del materiale, rinforzamento della classe di sostegno, ecc.) non possono essere affidate nelle menai di gruppi militaristi piccolo borghesi, che comportano grossi pericoli di controllo e dirigismo politico.

Bisogna far fronte alla repressione poliziesca con la violenza armata proletaria.

Durante gli ultimi anni, dei gruppi operai si organizzavano spontaneamente nelle lotte, formando gruppi di autodifesa, picchetti di sciopero, con mezzi che corrispondevano alle esigenze del momento, ma in maniera prettamente effimera.

Il ritorno delle lotte, unito all’incremento della repressione, porta all’indispensabile apparizione di numerosi gruppi autonomi di lotta, che praticano delle espropriazioni ed altre azioni violente situandosi in un quadro generale di agitazione armata.

Non si tratta quindi di un fatto gratuito o di una strategia esterna alla classe operaia (come nel caso dei gruppi piccolo borghesi che dirigono la violenza quotidiana della lotta operaia verso il nazionalismo, per esempio).

Si tratta di una esigenza tattica del movimento operaio, che corrisponde alla situazione presente della lotta di classe, con gli stessi obiettivi:

l’autorganizzazione della classe che permetta di giungere al momento insurrezionale.

Sull’agitazione armata

In primo luogo bisogna distinguere il concetto di agitazione armata da quello di lotta armata o militare.

Un “nucleo” di lotta militare, non cerca basi politiche di lotta di classe, ma si considera come avanguardia, la “punta di testa” della lotta e trova in sé stesso la sua giustificazione di esistere.

Contrariamente, un “nucleo” di agitazione armata non può ammettere di mistificare la sua attività considerandosi autosufficiente, ma si definisce dalla sua relazione con la lotta di classe.

Un gruppo di agitazione armata è un gruppo di appoggio che situa la sua attività nel contesto della lotta di classe del proletariato, fa parte di questa lotta di classe.

Questo è molto importante per noi, perché implica lo stabilire basi politiche pratiche che delineano molto bene le posizioni piccolo-borghesi (o individualiste) e le posizioni proletarie (o di classe).

Questo non vuol dire che le lotte operaie non presentino alcuna limitazione: rivendicazioni limitate si urtano contro una forte repressione, contro la debolezza e l’isolamento della lotta.

Le lotte operaie devono passare dalla posizione difensiva a quella offensiva, dalle rivendicazioni pacifiche alla lotta violenta e senza partiti, dall’esplosione spontanea all’organizzazione di questa spontaneità.

Tutto questo non è facile, e pertanto i risultati ottenuti in questa situazione sono ogni giorno più grandi e la rivoluzione vede confermare le sue previsioni: l’emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi.

In sintesi l’agitazione armata si considera e costituisce effettivamente una delle facce o aspetti della lotta di classe del proletariato nel livello attuale, o in quello dell’insurrezione generale verso la quale tende.

Per la sua pratica d’azione necessariamente limitata, l’agitazione armata mostra il livello violenza possibile nelle azioni al momento attuale; dunque, quello che deve essere applicato in generale, è ben superiore a quello che si crede.

L’agitazione armata, come tutte le altre forme di agitazione, incide la direzione presa dalla lotta di classe delle masse, aiutandole ad orientarsi, e radicalizzarsi ed avanzare con una forza sempre più grande.

Nello stesso tempo, gli oggetti concreti di questa agitazione hanno una funzione di appoggio alla lotta delle masse.

In fondo la semplice esistenza ed il funzionamento efficace dell’agitazione armata nell’insieme della lotta di classe, con la generalizzazione prevedibile di nuclei che praticano questo tipo d’attività, viene a sostenere dei principi politici radicali:

Al contrario, per le “avanguardie” militari e politiche, è la lotta delle masse che è solamente un appoggio alle loro organizzazioni.

E’ questo ordine di priorità e questa differenza nella stima dell’insieme, che distingue i comunisti dai piccolo-borghesi in seno alla lotta di classe.

Quattro questioni sulla lotta armata

1 Orizzonte della nostra lotta

L’autogestione della lotta proletaria per arrivare un domani all’autogestione della rivoluzione, (condizione necessaria perché sia possibile l’eliminazione di tutto il potere) per instaurare il socialismo (autogestione della società). L’emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi, I Internazionale

2 Strategia

Vista in un modo concreto, anche l’insurrezione generale, la rivoluzione, il socialismo, ecc.. sembrano obiettivi lontani, e, per questo, un fatto insufficiente per la mobilitazione rivoluzionaria delle masse. E’ indiscutibile che la lotta per l’autorganizzazione dei lavoratori non è soltanto un principio generale, ma si presenta oggi con tutte la sua urgenza.

3 Esigenze di questa strategia

L’autorganizzazione dei lavoratori comporta attualmente il superamento di una serie di limitazioni:

Autorganizzazione operaia in tutti i centri, comitati di fabbrica, piattaforme di coordinamento dei comitati su scala territoriale.

Servizi particolari:propaganda, tipografie, casse di resistenza (sciopero).

4 La tattica

Gli operai si apprestano ad eseguire tutte queste tattiche con le loro sole forze.

Ogni rivoluzionario deve contribuire con il suo apporto per accelerare il processo in corso.

Nessuno ha il diritto di chiamarsi rivoluzionario al di fuori del suo contributo al rafforzamento dell’autorganizzazione.

Man mano e nella misura in cui si sviluppano le esperienze di lotta, si pone anche la necessità di accumulare insegnamenti, di generalizzarli, di radicalizzarli.

Conclusioni provvisorie 

Nella misura in cui le condizioni della lotta rivoluzionaria maturano ed avanzano, alcune questioni si pongono con più acutezza; a queste bisogna rispondere prontamente secondo le proprie forze ed il momento.

Tutti oggi si pongono questi problemi, operai, teorici, militari, ecc…

Un congresso può certamente prendere posizione su questo, ma la risposta reale non può uscire da un congresso, che esso sia di operai, di tecnici, di militari o di ogni altra sorta di politici.

LA RISPOSTA E’ NELLA PRATICA

1972 Spagna MIL-Movimento Iberico di Liberazione