La Pax Barilla

L'azienda multinazionale Barilla rappresenta senza dubbio una delle aziende che ha contribuito al "miracolo" dell'Emilia Romagna e, più in generale, dell'economia italiana. La presenza diffusa sul territorio nazionale e in parte anche internazionale, l'elevato grado di concentrazione monopolistica dovuto all'acquisizione di altre società, gli alti livelli di tecnologia applicati nel processo produttivo, la sostanziale pace sociale mantenuta scientificamente all'interno degli stabilimenti, mostrano una situazione produttiva apparentemente impermeabile alla crisi, un paradiso capitalistico dove lo scontro di classe sembra essere stato bandito.
Inoltre, l'elevato grado di concentrazione permette al Gruppo Barilla di far fronte alle inevitabili problematiche del mercato. Nel corso del 2001, ad esempio, si è verificato un sensibile aumento dei prezzi delle materie prime (semole di grano duro) a seguito del calo della produzione, che nel solo Centro-Nord si è contratta di oltre il 31% a causa di piogge e gelate. Per capire la rilevanza dell'evento, occorre notare che l’Emilia-Romagna produce solamente il 10% circa del grano duro nazionale, ma in compenso è la prima regione produttrice di pasta. Inoltre il cambio sfavorevole tra euro e dollaro ha spinto verso l’alto i prezzi delle importazioni. Poiché i prezzi di vendita al consumo della pasta sono restati bassi si sono create le condizioni affinché i margini potessero consentire la continuazione dell’attività solamente a quelle imprese di notevoli dimensioni in grado di distribuire attraverso le catene della distribuzione moderna. 
Ma tanto l'utilizzo intensivo di automazione che il processo di concentrazione monopolistica, lungi dal rappresentare una panacea delle contraddizioni proprie dello sviluppo, generalizzano ed intensificano la competizione e lo sfruttamento, condizione essenziale di ogni crescita economica.
La politica degli alti salari, cavallo di battaglia delle politiche produttivistiche e di pacificazione del gruppo emiliano, cede il posto a strategie più aggressive di competizione sul piano nazionale e internazionale, mediante differenziazione degli investimenti, acquisizioni e riduzione del costo della forza-lavoro e della rigidità operaia attraverso il massiccio ricorso all'esternalizzazione. Un esempio emblematico di queste "nuove" tendenze è rappresentato dalla neonata Number One, società di logistica, filiazione diretta del capitale Barilla. 
In quanto cessazione di ramo d'azienda, Number One può eludere il contratto integrativo Barilla consentendo il ridimensionamento drastico del costo della forza-lavoro impiegata nella movimentazione delle merci. Inoltre, appaltando la gestione di una quota crescente di questi lavoratori a cooperative esterne o ad agenzie interinali, l'azienda alimentare emiliana raggiunge il duplice obiettivo di una maggiore flessibilità ad un minor prezzo e, soprattutto, il mantenimento di una sostanziale pace sociale, avendo fiaccato in anticipo una possibile resistenza operaia tramite quel lavoro di costante desolidarizzazione operato dai sindacati. Grande peso ha avuto in questa operazione la CGIL, la cui recente combattività antigovernativa - è solo in quest'ottica che vanno interpretati gli scioperi a sostegno dell'articolo 18 - non fa che mistificare la sua reale funzione che consiste nel controllare, frammentare, isolare sistematicamente l'autonomia proletaria per ricomporne successivamente i pezzi all'interno di logiche localistiche, corporative e concertative; abbaiando alla luna e scodinzolando al padrone.
L'esternalizzazione delle funzioni logistiche non rappresenta soltanto uno strumento di razionalizzazione della forza-lavoro o di riduzione dei costi; per un simile obiettivo sarebbe bastato il semplice appalto ad aziende esterne. 
La creazione di Number One, da una costola di Barilla, va analizzata in relazione alla costruzione delle linee ferroviarie ad alta velocità, alla creazione di nodi cittadini di stoccaggio delle merci e dunque alle strategie padronali di compensazione dei profitti decrescenti mediante la riduzione dei costi di magazzino e una maggiore rapidità delle consegne; in una parola, con le strategie padronali di riduzione dei costi e dei tempi di circolazione delle merci. In quest'ottica, la creazione di Number One rappresenta, in un quadro di differenziazione competitiva degli investimenti, il tentativo del gruppo Barilla di entrare dalla porta principale in questo nuovo business. 
Nel seguito dell'articolo si cercherà di ricomporre in un quadro complessivo le svariate questioni fin qui toccate, affrontandole nello specifico e mostrandone le interconnessioni reciproche. 

Dove c'è Barilla...
Nata a Parma nel 1877, Barilla è oggi il primo gruppo alimentare italiano. I marchi del gruppo sono: Barilla, Voiello, Filiz (Turchia), Misko (Grecia) per la pasta; Mulino Bianco, Pavesi, Wasa per i prodotti da forno; Number One Logistics Group per la logistica. Produce pasta, sughi, sostituti del pane, biscotti, merende. Opera su vari centri produttivi: 7 pastifici - Italia (4), Grecia (1), Turchia (1), USA (1); 11 stabilimenti per prodotti da forno - Italia (7), Germania (1), Svezia (1), Norvegia (1), Polonia (1); 7 Mulini - Italia (5), Grecia (1) e USA (1).
Nonostante la domanda stagnante di pasta in Italia, Barilla, l'azienda leader del settore - 35% del mercato - chiude il bilancio 2000 a quota 4.400 miliardi di lire con un incremento rispetto all’anno precedente del 9%. Tale risultato è da attribuire all'alto livello delle esportazioni: nel 2000, l'esportazione esterna ai confini nazionali, ha rappresentato il 33% circa del fatturato consolidato e il 2001 ha visto un incremento del 30%. 
Ciò si pone in linea con la situazione dell'economia dell'Emilia-Romagna in cui le esportazioni hanno un ruolo strategico: nel 2000 hanno realizzato un aumento superiore al 13%, crescendo complessivamente dell'11,5% nel 2001, mentre la componente di vendite realizzate su mercati esteri è del 13,9% nel settore alimentare.
Il gruppo Barilla ha attuato un nuovo processo di ristrutturazione organizzativa che ha previsto la suddivisione delle attività in due società distinte: pasta, sughi e gastronomia da un lato, dolci e prodotti da forno dall’altro. Restano al di fuori di questo processo la logistica del gruppo, gestita dalla controllata Number One e Gran Milano (Tre Marie e Panem).
Nel corso del 2000 è stato rinnovato con cospicui investimenti anche il polo europeo del biscotto a Castiglione delle Stiviere, il più potente e moderno apparato produttivo nel comparto, con potenzialità di 80.000 tonnellate all’anno. Sono stati inaugurati a Foggia ed Ames (USA) due stabilimenti gemelli e inoltre l’impianto di Tebe (Grecia), con 50 miliardi di investimento e 100 dipendenti. La nascita dello stabilimento statunitense di produzione della pasta ha raggiunto in soli 5 anni una quota di mercato superiore al 15%. Tale condizione pone al riparo il Gruppo dalle problematiche riferibili alle tariffe d’importazione.
E' stata operata l’acquisizione del mulino Loulis, in Tessaglia, posizionato strategicamente a margine delle aree di maggiore produzione cerealicola della Grecia. 
In Messico ha firmato una joint-venture commerciale paritetica con un partner locale, al fine di vendere paste di grano duro, paste all’uovo e sughi in tutta l’area centrale del continente americano. Partner è il gruppo Herdez, considerato uno dei maggiori nel settore alimentare di quell’area: è strutturato su 10 stabilimenti di produzione, occupa oltre 6.000 addetti e fattura circa 500 milioni di euro. Oltre ad avere raggiunto la posizione di leader nel mercato della pasta alimentare in Canada e USA e a controllare il 33% del mercato brasiliano, il gruppo parte con il 5% di quota del mercato messicano, quota che, attraverso la nuova alleanza commerciale, è destinata ad aumentare. Sempre in questo Paese Barilla ha siglato un accordo con Kraft Foods in virtù del quale acquisirà il settore pasta della multinazionale con i marchi Yemina e Vesta che già possiedono il 22% del mercato.
Ha inoltre acquisito Wasa, impresa svedese che opera nel segmento dei prodotti da forno; l’operazione è valutata in poco meno di 300 milioni di euro. Ha acquisito Kamps, colosso tedesco specializzato nella produzione e distribuzione di pane e prodotti da forno che attraverso 2.100 unità produttive gestisce diverse decine di migliaia di panetterie in franchising fatturando 1.750 miliardi di euro (nel 2000); questa attività si avvale anche del partner francese Harry’s che, tra le altre, gestisce la vicentina Morato (12 milioni di euro nel 2000) leader nella produzione di pane a lunga conservazione da utilizzarsi per tramezzini e bruschette. 
Altra acquisizione, costata circa 51 milioni di euro, è rappresentata da Sanson, storico marchio veronese nel settore dei gelati che fattura circa 62 milioni di euro, che serve circa 20.000 tra bar e pubblici esercizi per altro non sovrapposti a quelli che già fanno parte della clientela Barilla.
E' presente, sempre come socio di capitale, in Buongiorno.it, società che opera nel campo dei servizi personalizzati via internet e telefonia cellulare e che fattura poco meno di 11 milioni di euro con un bacino di circa 8 milioni d’utenti in tutta Europa; quest’ultima società ha realizzato uno scambio azionario, valore 80 milioni di euro, con la società spagnola MyAllert.com specializzata nei servizi di allerting e commercio in rete che porterà ad estendere la clientela in rete, quindi raggiungibile dal marchio del gruppo, a oltre 22 milioni di utenti sparsi in 9 paesi. Il Gruppo è pure presente nel capitale azionario CpgMarket, una società che rappresenta un marketplace di business to business (B2B) sul web, una sorta di magazzino virtuale che permette transazioni dirette tra aziende riducendo i costi connessi e realizzando forti economie in termini di tempo tra operatori. Questa società – nata originariamente ad opera di un nucleo di quattro imprese: Danone, Nestlé, Henkel e SapMarketse – vede attualmente aderenti Barilla, Ferrero, Fromagerie Bell, Pernod, Bahlsen, Hero, Coca Cola e tra le non alimentari L’Oreal e Hewelett-Packard.
Barilla, non quotata in borsa per scelta, investe però nel settore bancario e porta la sua quota al 3,074% nella Popolare di Lodi (Bipielle), è presente come socio di capitale in Investar, un gruppo che opera nella gestione del risparmio nato nel corso del 2000 e, in particolare, attivo nelle gestioni patrimoniali personalizzate. 

La nuova centrale di turbogas a Parma
Un ulteriore e importante elemento di differenziazione dei propri investimenti, Barilla lo realizza nel settore dell’energia alleandosi e creando una vera società con le municipalizzate di Parma e Reggio ed Enel: progetto elettrico, inceneritore e teleriscaldamento faranno parte delle attività di questa nuova impresa a capitale misto.
La nuova centrale costituirà il nucleo principale del nuovo polo energetico per la città di Reggio Emilia. Con la delibera n° 670 del 1996 la Regione Emilia Romagna, ente gestore del finanziamento ministeriale, riconobbe un finanziamento a fondo perduto di 36,67 miliardi (circa il 40% dei costi complessivi). Il 18 gennaio 1999 venne siglato fra le Amministrazioni Provinciali e i Comuni di Reggio Emilia e Parma un Protocollo di Intesa nel quale si prevedevano azioni integrate nella gestione dei servizi pubblici, accordi sottoscritti nel Protocollo di Intesa del 21 settembre 1999 e riconfermati con un Accordo Interprovinciale il 10 aprile 2001.
La potenza elettrica indicativa fornita dalla nuova centrale è di 52 MW; l’ubicazione della centrale dovrebbe essere a Pedrignano (all’interno dello stabilimento Barilla) oppure in località Ugozzolo, sempre nelle immediate vicinanze. La realizzazione del progetto è prevista per il 31 dicembre 2003.
Nel progetto della nuova centrale, l'AGAC S.p.A. di Reggio e l'AMPS hanno il 35% ciascuna; la Barilla il 20% e l'Enel Power (che dovrà realizzare l'impianto) il 10%. Le due società comunali integreranno il progetto elettrico con quello dell'inceneritore di Reggio, il costo del progetto si aggirerà sui 200 milioni di euro e sarà finanziato con il ricorso al project financing.
Dal 1º febbraio 2001, l'AGAC è una società per azioni, di proprietà dei Comuni della provincia. Il Comune di Reggio detiene la maggioranza assoluta con il 53%. Gestisce il ciclo completo dell'acqua, il servizio gas metano e gpl, il teleriscaldamento e i servizi di igiene ambientale. Ha 839 dipendenti e un volume d'affari di 300 milioni di euro. Dal 1º febbraio 2002 è nata BLUMET, società per l'approvvigionamento e la vendita di gas naturale. Con l'AMPS di Parma (per il 64% di proprietà del Comune di Parma) il 30 dicembre 1999 ha dato vita alla joint venture SEA per la gestione dei servizi energetici e ambientali. Con AMPS e Barilla ha firmato un accordo per la costruzione di un impianto turbogas. In Abruzzo gestisce servizi idrici e ambientali. Con soci privati, infine, opera in Honduras e Bulgaria.
A causa dell'elevato impatto ambientale dell'impianto turbogas, si è costituto un coordinamento cittadino composto da CGIL (PR), CISL (PR), Comitato cittadini S. Donato Beneceto, Comitato Rione Colombo, Comitati di Quartiere del Centrosinistra di San Leonardo/Cortile S.Martino, DS di S. Leonardo, Federazione dei Verdi, Greenpeace, Legambiente, Libera la libertà, Medici per l'ambiente, PdCI (PR), Verdi Ecologisti, WWF, Ya Basta! Per ulteriori informazioni fare riferimento al sito internet: http://www.turboparma.info

Number One Logistics Group: il nuovo business
All'inizio l'attività di Number One era incentrata, per evidenti motivi di affinità, nel settore alimentare; in un secondo tempo, essa si è allargata ad altri settori del largo consumo. Oggi, la lista dei partner contiene una vetrina di società: Barilla, Battistero, Domopak e Cuki, Gancia, Lavazza, Maruzzella, Olio Sagra, Plasmon, Polli, Riso Gallo etc. 
Dal 2001 tutti i marchi di Exportex - la società fondata dal finanziere greco Joseph Nissim e controllata dalla multinazionale olandese Bolton a cui fanno capo marchi molto noti tra i quali Rio Mare, Manzotin e Manetti & Roberts - per un fatturato aggiuntivo di 41 milioni di euro. Il parere positivo dell'Antitrust porta la firma del relatore Nicola Occhiocupo - Rettore dell’università degli studi di Parma e componente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato - che ha deliberato di "non avviare l'istruttoria" relativa a una eventuale ipotesi di posizione dominante della Number One. Inoltre la società di Nissim si impegna a non svolgere attività di concorrenza con Number One, nè a esercitare servizi di magazzinaggio e distribuzione merci in Italia per conto di terzi. Il patto di non concorrenza è considerato "accessorio all'operazione di concentrazione" per una durata di tre anni dal momento della firma dell'operazione stessa.
Attraverso Gran Milano (società alla quale afferiscono la linea Tre Marie, Panem, Sinpa), che persegue l’obiettivo di potenziare la propria attività nell’ambito dei prodotti surgelati e refrigerati destinati ai consumi fuori casa, Barilla ha intrapreso trattative con la famiglia Comparini per l’acquisto di Gelit: 50 milioni di euro di giro d’affari sia con produzioni a proprio marchio sia come co-packer per delle catene della distribuzione moderna. L’interesse è rivolto alle preparazioni alimentari, piatti pronti surgelati a base di pasta già condita, mono porzioni per bar da scongelare con il forno a microonde; nel 2001 è stato raggiunto il milione di porzioni.
Con il mandato ricevuto recentemente da Barilla per la completa gestione delle esportazioni, Number One si affaccia al mercato internazionale aggiungendo un traffico annuo di 260 mila tonnellate di prodotti alimentari. 13 magazzini centrali, 18 piattaforme regionali dirette, 370 mila mq di superficie coperta, 2.000 automezzi, molti dei quali di proprietà di piccoli padroncini con contratto di esclusiva con il gruppo alimentare, e 1 treno, 3 piattaforme di smistamento merci a livello nazionale e 14 centri regionali, 250 milioni di km percorsi ogni anno, 2.000 dipendenti, 1,9 milioni di tonnellate di merci, 2,5 milioni di consegne, 100 mila clienti serviti. Inoltre mentre l’incidenza dei prodotti Barilla sull’insieme dell’attività di Number One superava nel 1999 il 90%, i volumi gestiti per conto di altre imprese sono oggi più che triplicati e, di qui a due o tre anni, supereranno il 50% delle movimentazioni. I depositi Number One sono presenti a Bari, Bizzarro (CE), Catania, Caserta, Pieve Emanuele (MI), Pioltello (MI), Vignate (MI), Parma, Pomezia, Prato, Treviso.
La fase dell'implementazione ha riguardato due magazzini pilota in cui testare il nuovo sistema di automazione: il primo, il magazzino dello stabilimento di Castiglione delle Stiviere (Mantova), il secondo legato alla piattaforma distributiva di Parma e molto più complesso da gestire, poiché serve tutto il mondo del dettaglio. In queste due realtà è stato creato un prototipo che è stato poi esteso agli stabilimenti di Matera e Melfi per ulteriori verifiche. 
Sin dalle prime fasi della sperimentazione sono emersi chiaramente i vantaggi che il sistema di radiofrequenza è in grado di assicurare all'attività logistica di Number One. Si va dalla razionalizzazione totale del flusso di lavoro, alla precisione estrema (la lettura dei codici a barre ha eliminato ogni possibilità di errore, grazie anche al doppio controllo modulabile), dall'efficienza (la gestione avviene in tempo reale, la movimentazione è ottimizzata), alla tracciabilità (in ogni momento, si conosce l'esatta ubicazione del collo). La società che ha operato sul livello tecnologico è la Atos Origin, responsabile dei Sistemi Informativi per la gestione dei magazzini di Barilla.
E' in fase di costruzione un nuovo magazzino altamente automatizzato a Pedrignano con una capienza di 3 milioni di pallet, la cui importanza è da valutare in relazione allo scalo della linea ferroviaria ad alta velocità - anch'esso in costruzione - nell'immediata vicinanza dello stabilimento. Number One ha infatti espresso il suo interesse a partecipare come partner privato al progetto "Transit Point", nell’ambito del Progetto City Ports della regione Emilia Romagna sulla base dell’iniziativa comunitaria CADSES-INTEREG III. Regione e Ministero delle Infrastrutture hanno già assegnato oltre 700.000 euro.
Il progetto, della durata di 3 anni, riguarda un piano di distribuzione controllata da effettuare entro il perimetro delle tangenziali cittadine, il cui cardine sono una serie di Transit Point, cioè punti di carico-scarico e stoccaggio temporaneo delle merci, nelle immediate vicinanze della tangenziale dove le merci possono essere concentrate, stoccate e avviate alla destinazione finale con veicoli a basso impatto ambientale. Si tratta di strutture private che vengono accreditate dalla Pubblica Amministrazione a svolgere il ruolo di TP per una o più filiere merceologiche (alimentare fresco, freddo, secco, non alimentare, farmaceutico ecc.), nella stesura di una convenzione in cui saranno definiti opportunità ed obblighi e nella connessione informatica del TP al Centro operativo Distribuzione merci. Il Centro operativo Distribuzione merci opererà in tempo reale assegnando in maniera automatica permessi di accesso, ottimizzando i percorsi di consegna, assegnando slot temporali nelle piazzole di distribuzione merci. In pratica, la merce viene concentrata in uno dei TP situati alle porte della città; l’operatore predispone il carico del mezzo eco-compatibile e segnala al Centro operativo il percorso e l’orario di consegna; il Centro operativo in tempo reale conferma l’accesso all’operatore e gli assegna slot temporali di disponibilità delle piazzole di scarico merci. Sarà fatto obbligo all’operatore di mantenere un coefficiente di carico non inferiore all’80% in volume o peso (l'attuale volume complessivo delle consegne su Parma è di circa 30.000 unità, con un coefficiente di saturazione dei veicoli commerciali che giornalmente entrano nel centro cittadino, calcolato attorno al 16%).
La fase di sperimentazione del progetto pilota si concentrerà sul centro storico dove avviene il 40% delle consegne. Il Comune di Parma ha affidato alla sua controllata Infomobility S.p.A. lo studio di un progetto preliminare.

Le condizioni lavorative nello stabilimento di Pedrignano
Il lavoro è strutturato su 3 turni di 8 ore; ogni turno è composto da 20/25 operai in ognuna delle 7 linee di produzione. L'incidenza dei contratti stagionali è superiore al 50%; si tratta di contratti a scadenza trimestrale, rinnovabili sulla base dell'andamento delle vendite (tra un rinnovo e l'altro intercorre sempre del tempo). Vi sono lavoratori stagionali da più di 5 anni. Vi è una discreta partecipazione di portatori di invalidità parziali. Pochissimi stranieri, quasi tutti sono di Parma. Grande uso dei premi di produzione tranne che per i lavoratori stagionali a cui non viene corrisposta alcuna maggiorazione del salario. Alla fine della giornata lavorativa è d'obbligo la compilazione delle schede di produzione, una sorta di autocertificazione della propria produttività. Vi è una spiccata tendenza all'assunzione di lavoratori residenti a Parma e ad espellere o a mantenere nella costante stagionalità quelli provenienti da altre città.
Per l'introduzione delle domeniche lavorative hanno fatto votare anche gli impiegati. Al colloquio viene spesso richiesta la disponibilità a svolgere 1 mese di turno notturno consecutivo.
Per quanto riguarda la movimentazione delle merci e la gestione dei magazzini, i dipendenti Barilla tendono a diminuire progressivamente sia attraverso il passaggio a Number One e sia attraverso l'appalto esterno alla cooperativa Taddei. Quest'ultima è una cooperativa di Parma controllata dalla CISL che insieme alla Autonoma, alla Giovane e a Il Colle, cooperative di facchinaggio nate e cresciute sotto l'ala protettiva dei sindacati di Stato, si sono spartite il mercato del lavoro per decenni, anche quando l'intermediazione di forza-lavoro non era ancora formalmente permessa - fino cioè al 1997 con l'applicazione del pacchetto Treu, sotto il governo di centro-sinistra, che ha introdotto il lavoro interinale o in affitto. Tra l'altro, la Taddei è anche presente nei magazzini della catena di supermercati Conad e nell'azienda vetriera Bormioli, prima della sua parziale chiusura.
La Taddei, a sua volta, si appoggia, secondo le necessità del momento, alla società di lavoro temporaneo Obiettivo Lavoro, legata alla CGIL e alla Lega delle Cooperative.
Il lavoro nel magazzino Prodotti Finiti è strutturato su 3 turni; ogni turno è composto da circa 25 lavoratori, per un totale complessivo di circa 80 sui 3 turni, e tutti i facchini sono soci lavoratori o stagionali della Taddei. Questa cooperativa è presente in Barilla da circa 30 anni, occupandosi esclusivamente delle mansioni di carico e scarico. Col tempo hanno esteso il loro impiego al reparto di riconfezionamento, al rifornimento dei pallet in prossimità dei pallettizzatori, al reparto "sigari" dove vengono stoccati i pallet in eccesso.
Contrariamente al comparto produttivo, nei magazzini c'è una presenza maggiore di lavoratori stranieri. L'appalto per la gestione dei magazzini viene rinnovato anno per anno. Nel prossimo futuro si prevede che quasi tutto il comparto della movimentazione delle merci sarà coperto con personale della Taddei per conto della Number One che subentrerà formalmente alla Barilla nella gestione degli appalti.
Lo stabilimento di Pedrignano (PR) assolve anche le funzioni gestionali e amministrative per tutti gli altri stabilimenti. Assomma quindi un alto numero di impiegati direttamente o indirettamente assunti tramite Barilla.
Le assunzioni degli impiegati avvengono attraverso il filtro dello stage. Per poter svolgere lo stage alla Barilla è necessario essere in possesso di una laurea e di un master di specializzazione post-laurea. Il contratto è della durata di 3 mesi, rinnovabile, e la retribuzione mensile si aggira intorno ai 500 euro comprensivi dell'alto numero di ore straordinarie di lavoro che vengono richieste. Vitto e alloggio sono forniti da Barilla tramite il servizio di mensa interna e alcuni appartamentini siti in .... Il lavoro è suddiviso per mansioni assegnate ai vari uffici ed è svolto all'interno di open-space dove ognuno può controllare il lavoro degli altri. A capo di ogni team vi sono uno o due dirigenti e un notevole incentivo alla produttività è costituito dai premi aziendali. Una volta assunti, gli straordinari vengono retribuiti in modo forfettario su base mensile.
L'elevato grado di automazione del comparto produttivo e di stoccaggio delle merci e la concentrazione delle funzioni amministrative nello stabilimento di Pedrignano, fanno si che in tale area vi sia un elevato grado di informatizzazione. Il lavoro di assistenza informatica è in appalto a un'azienda esterna, Compaq-Hewlett Packard. Tale azienda a sua volta subappalta ad altre aziende più piccole, per lo più su Milano e Modena, come COAS, che a sua volta si serve di una miriade di altre aziende, come Team (MI), NPS (MO), E-Club (MI), Tecnoservice (BO), e altre. La sostanziale banalità e ripetitività della mansione svolta non richiede particolari qualifiche se non l'utilizzo del computer; i contratti sono per lo più di collaborazione coordinata e continuativa (CoCoCo) a 3 o a 6 mesi, rinnovabili, più alcune prestazioni occasionali di operatori informatici con partita IVA, richieste per lo più in sostituzione degli assenti per malattia o in ferie. Meno di una decina di lavoratori sono così suddivisi fra 4 o 5 piccole aziende, mentre gli unici dipendenti Barilla sono i responsabili dell'assistenza informatica e del Centro Elaborazione Dati (CED). Nel rinnovo del contratto di appalto a Compaq-HP, per il 2003, è stato abbassato il budget e 2 lavoratori hanno perso il posto di lavoro.
Oltre alle categorie fin qui descritte, vi sono altre mansioni che sono in appalto di aziende esterne: il servizio mensa e bar e le pulizie, l'assistenza di elettricisti.

Nonostante non si abbiano notizie di lotte recenti dagli stabilimenti, crediamo sia importante monitorare la situazione del Gruppo Barilla per la posizione che occupa all'interno dell'apparato economico e politico emiliano, soprattutto per quanto riguarda eventuali processi di crisi e di lotta di classe che avrebbero immediate ricadute sull'intero tessuto sociale emiliano e, di conseguenza, anche sul piano nazionale.
Le tensioni emerse in questi ultimi giorni fra direzione dell'azienda e sindacati, in merito al rinnovo del contratto, scaduto il 31 dicembre 2002, potrebbero costituire una prima avvisaglia di ben più importanti conflitti. 
L'abbattimento dei costi, annunciato dall'azienda il 10 febbraio di quest'anno, probabilmente riguarderà anche gli stabilimenti di Parma e di Rubbiano (PR) che in questi ultimi decenni hanno potuto godere, in relazione agli altri, di una certa situazione di "privilegio".
Secondo i sindacati, il piano degli investimenti, programmati dall'azienda per il prossimo triennio, è insufficiente: si parla di 54 milioni di euro a fronte di un impegno a livello internazionale stimato sui 400 milioni.
Il contratto Barilla è tanto più importante se si tiene conto che esso funziona da riferimento per tutto il settore alimentarista.

inverno 2003
da Senza Freni n.0