06/04/2003: I popoli sono contro la guerra. La guerra è contro i popoli


I popoli del mondo sono contro la guerra, ma - "in nome della “democrazia" - il criminale di guerra Bush con i suoi animali da cortile Blair, Aznar, Berlusconi, Bossi, Fini… si fanno beffe della volontà dei popoli. La “democrazia” delle classi dominanti è solo guerra, fame, malattie e oppressione crescente nel mondo. E’ morte.
E contro la morte le classi e i popoli oppressi possono scegliere la vita, la liberazione, l’autodeterminazione del proprio destino, la dignità, l’abolizione dello sfruttamento. E lo faremo. Lo faremo nel modo in cui potremo, cioè lo faremo con ogni mezzo necessario.
Per “fermare la guerra” non sono bastate le bandiere della pace, gli appelli del papa, la maggioranza dell’opinione pubblica mondiale, le manifestazioni
oceaniche…
Gli assassini sono andati avanti per la propria strada. Ma la straordinaria e poliedrica mobilitazione di massa che si è realizzata in tutto il mondo non poteva impedire la guerra semplicemente perché la guerra non poteva essere impedita; le ragioni che la determinano sono indipendenti dal consenso, dalla ragione, dalla verità. Gli assassini non riconoscono né consenso, né ragione, né verità.
Adesso, cosa possiamo fare?
Forse aspettare le prossime elezioni sperando che qualche voto transiti dal centro-destra ad un centro-“sinistra” disponibile (come in Kossovo nel 1999) a sterminare qualche migliaio di jugoslavi e a spargere un bel po’ di uranio impoverito in giro per i Balcani ?
E in Inghilterra… speriamo che i voti passino dai laburisti ai conservatori?
Dobbiamo dimenticare chi ha usato le armi di distruzione di massa e gli ordigni nucleari in Jugoslavia - cioè D’Alema-Clinton-Blair-Schroeder-Jospin - ?
Forse qualche pacifista dell’ultim’ora potrà apparire “disunitario” ricordare certe cose, in fondo "siamo di fronte ad una tragedia"… E’ che noi siamo molto “disunitari” con chi sgancia le bombe NATO su popolazioni inermi e su fabbriche difese da operai disarmati, che ci possiamo fare?
Oggi i "pacifisti dell'ultim'ora" assaggiano il senso di frustrazione e la disperazione con cui noi ci battevamo contro la guerra imperialista alla Jugoslavia. Adesso sanno cosa si prova a stare "dalla parte della ragione" e assistere impotenti allo sterminio, alla prevaricazione, alla menzogna sistematica.
L’alternanza tra i due poli, “gemelli diversi” del regime capitalistico, è per noi solo un circolo vizioso di smantellamento delle conquiste, di innalzamento della repressione, di riduzione delle libertà politiche e democratiche.
La crisi economica e politica dell’imperialismo cancella ogni equilibrio. Tutte le vecchie alleanze saltano e nuove alleanze si formano. Ma nello scontro tra imperialisti “filo-americani” e imperialisti “anti-americani” non abbiamo amici. Non ci sono imperialismi “cattivi” e imperialismi “buoni”. Gli unici imperialisti “buoni” sono quelli morti, si potrebbe dire.
Per noi... giovani, donne, lavoratori che ogni giorno ci indaffariamo nelle scuole, nei quartieri, nelle fabbriche… gli imperialisti sono tutti uguali, sono tutti sciacalli che si scontrano per accaparrarsi le materie prime, la nostra forza-lavoro, i “mercati”. Sfruttano ogni essere vivente sfruttabile e ci condannano alla devastazione sociale ed ambientale…
C'è una sola cosa che un popolo può fare quando chi lo governa non ne rispetta la volontà e cioè aprire la stagione della resistenza, della lotta senza quartiere per l’affermazione necessaria della volontà popolare sull’illegalità di regime. Le forme le sceglieremo… e su questo, agli assassini che scatenano la guerra, non daremo diritto di parola.
In ogni modo, in ogni luogo, in ogni istante…
…facciamo sentire agli imperialisti che insanguinano il mondo e ai loro servi…
…la forza incontenibile delle nostra immensa rabbia…
…con il cuore pieno di amore...
…per i nostri fratelli e sorelle d’Iraq e di Palestina…
…solo una promessa...
…che dopo mille sofferenze, mille abusi, mille umiliazioni…
…alla fine, uniti, vinceremo...
…e la morte lascerà posto alla vita.

FINO ALLA VITTORIA. SEMPRE.

compagne e compagni antimperialisti e antifascisti contro la guerra del
capitale
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