25/05/2003: Foggia, 23 maggio 2003 - la Fase Uno: il Biglietto d'Invito.


Un agente della Digos bussa al campanello di casa di due compagni. Consegna un foglietto. Su di esso si può leggere la volontà poliziesca di un incontro. Un invito a presentarsi in Questura - presso gli uffici della Digos - l'indomani mattina alle 9:00. Il nome dell'interessato però non era quello di un compagno bensì - udite, udite...- quello del padre! Voi direte: ...e che c'entra la polizia politica col padre? Si tratta di un colpo di scena teatrale? No, nulla di tutto questo.

Evidentemente anni di "faticoso e logorante" impegno contro la malavita e il crimine organizzato hanno fatto apprendere ai custodi dell'ordine alcune preziose astuzie del "mestiere". La "lupara bianca", ad esempio, la vendetta trasversale. Colpire i parenti, seminare il panico, diffondere insicurezza.

La "spiegazione", infatti, era in una dicitura presente nel gioioso messaggio di comparizione: "persona informata dei fatti". Con questa formula, inserita nella legislazione di guerra in spregio anche del diritto giuridico borghese , le forze di polizia da qualche mese tentano di aggirare l'ostacolo derivante dal diritto di "non rispondere", diritto di cui si possono avvalere gli indagati, gli imputati, i sospetti. Nel caso dell'indagine politica, poi, la possibilità di tacere impedisce agli "inquirenti" di assumere "materiale" per costruire accuse di "sovversione". Così la formula "persona informata dei fatti": non si può tacere poiché non si è formalmente indagati. Geniale!

L'anomalia (che forse diventerà norma) del caso che stiamo presentando sta nel fatto che un "libero cittadino" è stato chiamato a conferire con la Digos pur senza svolgere attività politica e senza alcun sospetto sulla sua persona. Solo il tentativo di "informarsi": insinuare il sospetto, creare angoscia, preoccupazione.

Foggia, 24 maggio 2003 - Fase Due: la Chiacchierata.

Le domande degli sbirri vertono tutte su un unico punto di partenza: la sua auto è stata notata mercoledì scorso sul luogo di un reato a sfondo politico, reato per cui - si intuisce - è in corso un procedimemto "contro ignoti" (altra chicca giudiziaria). Fa fede un passante, testimone oculare segreto della torbida faccenda. Niente di meglio per procedere ad un vero e proprio interrogatorio sulla vita privata, la famiglia, gli amici di famiglia, gli usi, i costumi, le tradizioni, la densità relativa...Insomma, il tipico terzo grado amichevole e gioviale che rivolgeranno - d'ora in poi - a tutte le "persone informate dei fatti". E' sicuro di non aver prestato la macchina a nessuno?

Noi, come comunisti e antimperialisti, alziamo la voce per respingere questo clima teso ad alimentare angoscia e timore in chi ci conosce e ci frequenta e che mira a farci terra bruciata attorno; questo clima da "grande fratello" orchestrato ad arte e fatto ricadere sugli occhi di vispi passanti, presunti informatori occulti dell'ordine costituito. Riteniamo infame e bieco questo metodo d'indagine, ma non certo più degli altri, di quelli "classici" che tanta "gloria" hanno portato e portano alle forze dell'ordine. Vergogna e disonore sui signori della legge, sulle loro tattiche, sul loro ruolo! Nessuna intimidazione fermerà la lotta!

Un compagno di un Collettivo Comunista foggiano

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