25/09/2003: Manifestazione a Roma il 4 ottobre per la mobilitazione antimperialista ed anticapitalista


La crisi che attanaglia gli USA dovuta all' esasperazione del concetto di
privatizzazione e al fallimento della guerra lampo in Iraq appare, cifre alla
mano, meno grave di quella che determina in Europa un clima di stagnazione
economica.
Il vertice dei primi ministri europei che si terrà a Roma nelle prime settimane
di Ottobre, sulla scia di Evian, Salonicco e Riva del garda, vuole porre le basi
per una costituzione che dia prospettiva alla volontà di emancipazione politica,
economica e militare dell' Unione.
Va considerato il fatto che all'interno dell'Unione esistono pesanti
contraddizioni tra le due anime di questa Europa: una filo-americana (Spagna,
Italia, Grecia), l'altra più eurocentrica (Germania, Francia, Belgio).
Rispetto alla prima pensiamo che abbia abbondantemente dimostrato il suo
servilismo agli interessi yankee fornendo un supporto a livello politico e
militare prima e durante la guerra in Iraq.
Per quanto riguarda la seconda anima, abbiamo visto in questi mesi molti di
questi sedicenti progressisti darsi da fare nell'osannare la scelta
d'indipendenza europea, affermando che il tramonto dello strapotere degli Usa
corrisponde alla nascita di una nuova Europa, che negli anni ha saputo
svilupparsi mantenendo uno stato sociale e concedendo i diritti con una politica
che è riuscita a tenere lontane le suggestioni dei totalitarismi del blocco
sovietico... Secondo la loro analisi quindi i diritti sarebbero piovuti dal
cielo e non conquistati con dure lotte costate la vita a migliaia di proletari.
E' assurdo voler dipingere l'Europa come il paradiso dei diritti in una fase di
demolizione delle garanzie sociali in cui anche le culle dello stato sociale
(Germania, Belgio, Austria) stanno operando grossi tagli al personale statale,
agli investimenti pubblici e stanno inserendo norme sempre più rigide per la
riscossione dei sussidi di disoccupazione.
Entrambe le anime di questa Europa convengono però sui tre pilastri su cui si
dovrà basare l'Unione:

1. Una forte politica liberista per favorire la circolazione dei capitali,
allargando la propria area di influenza commerciale ad Est e a Sud nell'area del
Mediterraneo meridionale. Una politica tesa ad abbassare il costo del lavoro e a
ridurre drasticamente le spese sociali portando attacchi senza precedenti ai
diritti delle masse popolari e negando la dignità a milioni di lavoratori immigrati.

2. Un unico spazio giuridico europeo, che, appoggiato dal lavoro della nuova
europolizia, permetterà di colpire ogni forma di opposizione e di mettere
fuorilegge individui, collettivi o interi popoli (baschi) per la lotta che
portano avanti o semplicemente per le loro idee.

3. Una forza di pronto intervento (esercito europeo). Sulla carta questo
organismo dovrebbe entrare in azione in caso di calamità naturali o altre
catastrofi, ma in realta rappresenta l'embrione del futuro esercito imperialista
di cui l'Europa si servirà per le sue guerre umanitarie, come quella in Kossovo,
che ha completato la destabilizzazione della Yugoslavia.

Entrambe le anime di questa Europa vogliono l'ingresso nell'Unione della
Turchia, nonostante questo stato sia noto per aver più volte calpestato i
diritti umani dei prigionieri politici curdi e comunisti.
Entrambe le anime sono favorevoli ad intrattenere grossi scambi con Israele
chiudendo un occhio sui massacri portati avanti dal governo Sharon contro il
popolo palestinese, mentre condannano all'unanimità Cuba ed il suo governo.
Anche all'interno del movimento che si oppone all'Europa potenza esistono
posizioni contrastanti. Appare però sempre più evidente il ruolo dei social
forum, i cui leader sono sempre più impegnati a strumentalizzare il movimento
stesso in chiave elettorale; le loro tesi, che reclamano un'Europa dei diritti,
di fronte ad una crisi che avanza come uno schiacciasassi diventano allegre
barzellette.
E' sempre più importante che gli individui e i collettivi in grado in questi
anni di portare avanti rivendicazioni e metodi di lotta radicali continuino a
farlo tenendo conto della situazione che vede sempre più persone trovarsi nella
condizione di dover lottare per soppravvivere mentre quasi nessuno si prende la
briga di dare prospettive che vadano oltre l'estensione dell' articolo 18.
Non basta ridisegnare i confini geografici di un continente per migliorare le
nostre vite perchè esistono altri confini che ci vengono imposti quotidianamente
e sono quelli che dividono la società in classi, in sfuttati e sfuttatori.
Finchè non abbatteremo questi confini nessun diritto sarà definitivamente
conquistato, nessun popolo sarà veramente libero.
Andiamo a Roma per costruire nuovi percorsi rivoluzionari, consapevoli che
bisogna essere uniti e protagonisti nella lotta e non semplici comparse.

NO ALL'EUROPA IMPERIALISTA CHE AUMENTA L'INFLAZIONE E TOGLIE OGNI CONQUISTA
VIVA LA RESISTENZA DEI POPOLI OPPRESSI

le compagne e i compagni del cpo Gramigna, Padova

IL CPO GRAMIGNA ORGANIZZA UN PULMAN PER ROMA IL 4 OTTOBRE,
PER PRENOTARE I POSTI SPEDIRE E-MAIL


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