28/09/2003: Dossier sulla destra radicale


E' disponibile il dossier su:
L'arcipelago della destra radicale
Inchiesta sulla nuova destra neofascista. I personaggi, i gruppi e le connivenze.
Supplemento ai "Quaderni dell'Assemblea Nazionale Anticapitalista"

Nel sommario:
- Introduzione
- La strategia della tensione.
- I collegamenti tra stato, servizi, massoneria ed eversione nera.
- Le tendenze attuali.
- Il retroterra politico.
- Movimento Sociale - Fiamma Tricolore.
- Destra Nazionale.
- Forza Nuova. Forza Nuova, vecchi fascisti? Easy London? cosa c'è dietro a Forza Nuova?
- Base Autonoma.
- Fronte Nazionale di Franco Freda.
- Fronte Nazionale di Adriano Tilgher.
- Rinascita Nazionale.
- Sinergie Europee.
- I Circoli Comunitaristi.
- Comunità Politica d'Avanguardia.
- Il tradizionalismo cattolico.
- I movimenti di estrema destra In Europa.
- Sottocultura giovanile e musica.
- Lo stadio. Facciamolo all'inglese. "Due pizze in faccia".

Bibliografia

Molti dei dati e dei testi presenti su questo dossier sono stati estratti - interamente, sintetizzati o rielaborati - da dossier ed articoli presenti nei seguenti archivi:

Umanità Nova - http://www.ecn.org/uenne
Indymedia - http://italy.indymedia.org
Misteri d'Italia - http://www.misteriditalia.it/
Altre Mappe - http://www.altremappe.org
http://www.amnistia.net/librairi/amnistia/n06/gladmil.htm
http://www.strano.net/stragi/tstragi/relmp2/rel14p2.htm
Corte costituzionale, sentenza 231/75: Deposizioni Cherubini e Carlucci. Vedasi anche deposizione Filastò, 3 luglio 1981, resa al dott. Cappelli della Procura della Repubblica di Arezzo. Vedasi la deposizione Zanda, 23 novembre 1982, al sostituto procuratore della Repubblica di Bologna e Carlucci, 10 febbraio 1982, alla Assise di Bologna.
"Calcio e politica: la vera mappa dell'odio" da L'Espresso, 2 dicembre 1999

Per chi fosse interessato a ricevere il materiale e/O organizzare presentazioni o dibattiti può contattarci al seguente e-mail: antimperialista@libero.it

Introduzione
L'arcipelago dell'estrema destra si presenta, ad una prima superficiale osservazione, come un insieme di sigle, partitini, gruppuscoli e movimenti separati tra loro, dalle linee spesso divergenti (o piuttosto "parallele"), costellato da divisioni, litigiosità interne e diatribe puramente ideologiche.
Ad un'analisi più attenta ciò che emerge, invece, sono i "fili comuni" che collegano questa pluralità di formazioni più di quanto comunemente si pensi. Le fonti di finanziamento, le collusioni, le sedi logistiche, i nomi stessi dei vari capi carismatici, ad un'indagine più accurata, mostrano forti aree di contiguità, nonché legami con alcuni settori dello Stato.
In tal modo è possibile scoprire come gruppi radicali, che fanno la propria fortuna grazie alla linea "dura e pura", fascista tout court, in critica aperta con le scelte "borghesi" della destra parlamentare, ricevano finanziamenti, ed aprano sedi, in virtù di sotterranei accordi con il partito di Alleanza Nazionale. Proseguendo l'indagine è inoltre possibile fare luce sul ruolo di ben determinate aree che fungono da "camera di compensazione" in cui le giovani reclute delle diverse formazioni, più o meno radicali, operano fianco a fianco.
Così come possono emergere le "ambigue" origini di gruppi che tentano di accreditarsi nella sinistra antagonista, con una linea dall'apparenza confusamente anticapitalistica, ma che mirano, in realtà, a "contagiare" i sentimenti più genuini e giovani con ideologie puramente nazionaliste (o "nazionalitarie"), nascondendosi dietro la parola d'ordine del superamento della "divisione" destra/sinistra. O ancora come in alcune sedi della destra istituzionale e di "governo" agiscano elementi noti dell'estrema destra neo-fascista e stragista, organizzatori di "campagne" xenofobe e razziste o di attacchi a sedi dell'opposizione proletaria, dell'antagonismo diffuso o dei simboli del movimento operaio.
Infine come ancora oggi settori delle "forze dell'ordine" (polizia, carabinieri e finanza) si muovano coprendo le azioni di questi elementi, aspettando la legittima reazione di massa per reprimerla violentemente (vedi fatti di Milano dopo l'omicidio di Dax, le pesanti cariche allo spezzone degli immigrati ad una manifestazione antifascista a Torino ecc?).
Senza dubbio il riemergere di quest'area è uno degli effetti di una più forte e decisa istituzionalizzazione del partito storico del neo-fascismo italiano, Alleanza Nazionale. Questo spostamento ha provocato una reazione di recupero dell'identità fascista da parte di gruppi vecchi e nuovi e la ricomparsa di leader storici dell'estrema destra.
Del resto il partito di Fini svolge oggi in parte quel ruolo "incubatore" del neo-fascismo radicale che fu proprio del Movimento Sociale Italiano di Almirante e Rauti dal dopo-guerra agli inizi degli anni '90.
Accanto alla linea liberista e "neo-gollista", infatti, convive in Alleanza Nazionale la linea del populismo, del neo-corporativismo e della "destra sociale", vera anticamera del radicalismo e "trait d'union" con le formazioni più radicali dell'extraparlamentarismo.
Per questo motivo pensiamo sia utile riprendere l'indagine e la conoscenza di quel settore del fascismo radicale (principalmente dell'area romana intesa come "laboratorio politico") che, come nel ventennio, rispunta con forza ogni qual volta le contraddizioni e le tensioni economico-sociali aumentano.
In questo dossier, infatti, abbiamo ripreso i frammenti di un'indagine già in atto emergente dal lavoro di differenti comitati, di onesti giornalisti, ripreso da siti internet, riviste e fonti istituzionali, nel tentativo di ricomprenderlo sotto forma di bilancio complessivo. Questi tasselli, assunti interamente o rielaboranti, servono a ricomporre un collage che dia una visione unitaria sul ruolo della destra neo-fascista dal dopo-guerra ad oggi.
Obiettivo di questo lavoro non vuol essere la ricostruzione del ruolo della forma-fascismo nella storia dello stato borghese, poiché non crediamo che il pericolo principale sia rappresentato oggi da un possibile salto "indietro".
C'interessa piuttosto capire la funzione odierna delle ideologie reazionarie, in primis quella fascista e nazista, come sostegno al contenimento delle aspirazioni più genuinamente anticapitaliste del movimento di classe.
Di fronte alla ripresa di forti mobilitazioni operaie, alle imponenti manifestazioni contro la guerra e con l'emergere di movimenti che cominciano a radicarsi nel tessuto proletario, la classe dominante schiera le sue "guarnigioni" contro ogni tentativo di trasformazione rivoluzionaria dello stato di cose presente, lanciandole all'assalto degli avamposti della classe antagonista per gettare scompiglio e favorire la repressione.
Per questo motivo, il migliore antidoto è quello, ancora una volta, di fondere il sentimento e la difesa dei valori della Resistenza antifascista con quello, principale, della lotta al capitalismo su tutti i fronti.
Fascisti, razzisti e tutti quei loschi personaggi al servizio (più o meno consapevole) del mantenimento del potere della classe dominante saranno ricacciati nelle fogne da cui provengono solo togliendo loro l'acqua in cui nuotano, conquistando posizioni di classe nel tessuto sociale, allargando le lotte per il lavoro, per il diritto alla casa, per il diritto a servizi sociali gratuiti, generalizzando queste lotte contro la natura capitalista della società e legandole strettamente alle lotte antimperialiste nel resto del mondo.
"Conoscere e trasformare" questa è la consegna che ci ha indotto a produrre questo piccolo lavoro che speriamo sia utile a quanti, d'accordo in toto o solo in parte con noi, sono motivati da una spinta di ribellione e di opposizione all'avanzata di quello che per noi rappresenta l'essenza della reazione su tutti i fronti: l'imperialismo.

antimperialista@libero.it

http://www.autprol.org/