22/11/2003: Contrastare la repressione delle avangurdie politiche e sindacali


La direzione del S.In.Cobas minaccia di espellere dalla propria organizzazione 400 lavoratori, provenienti dal Movimento Lavoratori in Lotta di Napoli, che hanno recentemente aderito a questa organizzazione sindacale. La direzione del S.In.Cobas prevede questo provvedimento a causa della solidarietà espressa da questi lavoratori a Valter Ferrarato, il compagno dei CARC recentemente espulso dalla FILLEA-CGIL di Torino (in cui ricopriva la carica di componente del direttivo prov.le) con la scusa della sua espressione di solidarietà ad un militante delle Brigate Rosse ucciso e a tutti coloro che vengono in vario modo colpiti dalla repressione della borghesia imperialista: per questo è stato additato dal potere come fiancheggiatore dei terroristi. In questo­ modo la direzione del S.In.Cobas si dimostra subalterna allo schieramento borghese che, ritrovata l'unità tra tutti i partiti (di destra, sinistra e centro), i sindacati e il padronato nella "guerra santa contro il terrorismo" imbastita dal governo Berlusconi al servizio del capobastone Bush, ha sviluppato in questi ultimi anni campagne repressive che hanno portato a diversi arresti e a centinaia di compagni/e inquisiti e perquisiti in tutta Italia. Compagni del movimento comunista, del movimento contro la globalizzazione capitalista, del movimento anarchico ed antimperialista; compagni ed avanguardie impegnati nel lavoro per costruire un nuovo e vero partito comunista e nelle lotte in atto per contrastare il programma di attacco massiccio alle conquiste di civiltà e benessere che le masse avevano strappato nel secolo precedente sotto la direzione del vecchio movimento comunista.
E' in atto anche un dispiegato e articolato tentativo di attaccare le lotte dei lavoratori (vedi la criminalizzazione delle lotte dei metalmeccanici contro il contratto truffa) o di cercare di isolare e criminalizzare le avanguardie di lotta sui posti di lavoro (vedi l'attacco ad un compagno delegato del Cobas dell'ospedale Spallanzani di Roma, avanguardia riconosciuta delle lotte che i lavoratori stanno conducendo da anni contro lo smantellamento della sanità pubblica, contro la costruzione di ospedali-aziende e in difesa dei diritti dei lavoratori che rischia il licenziamento punitivo ad opera della direzione sanitaria).
Nelle fabbriche e nelle aziende sta avanzando un clima repressivo con numerosi provvedimenti disciplinari, con la denuncia come "sovversivi" dei compagni che si mobilitano per la difesa degli interessi dei lavoratori.

I 400 lavoratori del S.In.Cobas provengono dal Movimento dei lavoratori napoletani in lotta per il lavoro, che con 15 anni di dure lotte hanno imposto alle istituzioni pubbliche la soluzione del problema della disoccupazione per 1220 ex LSU. Negli anni hanno sviluppato una linea adeguata a procedere verso l'obiettivo, collegandosi con le lotte degli operai ex-Italsider, degli occupanti delle case, degli operai dei Cantieri Navali Partenopei e degli studenti. Grazie al loro contributo è stato possibile compiere un salto di qualità nella lotta ed accumulare esperienze. Nel corso degli anni la repressione li ha colpiti duramente e sistematicamente nel tentativo di dividere i lavoratori e farli desistere dalla lotta. Hanno subìto decine di arresti, denunce, intimidazioni varie a seguito della loro lotta contro i vari amministratori istituzionali, e alcuni proletari sono morti per portare avanti la lotta o perché non hanno retto alle condizioni vita precarie alle quali il capitale li costringeva.
Il S.In.Cobas, invece di minacciare di espellere questi lavoratori, dovrebbe imparare e attingere dalla gloriosa esperienza accumulata nel Movimento Lavoratori in Lotta, se vuole effettivamente trasformarsi in un sindacato che vuole porsi realmente l'obiettivo di difendere gli interessi delle masse popolari. Questi lavoratori vengono colpiti dalla repressione del regime borghese perché mettono a nudo lo scontro di classe esistente nel nostro paese; perché con determinazione si organizzano e pongono al centro della loro azione collettiva di lotta la soluzione dei loro problemi senza farsi legare le mani dalle regole imposte dal regime della borghesia imperialista.
Attraverso la campagna denominata lotta al terrorismo, la borghesia imperialista cerca di nascondere la reale natura dello scontro di classe in atto, il reale contrasto di interessi tra le classi e la guerra di sterminio che ha in corso contro le masse popolari. Una guerra non dichiarata le cui vittime si contano però a milioni ogni anno: sono i morti per fame, miseria, sfruttamento e disperazione, per annegamento in mare nel tentativo di sfuggire da situazioni disperate, per guerre di aggressione condotte direttamente o fomentate dai gruppi imperialisti, per mancanza di assistenza sanitaria e di misure di sicurezza sul lavoro, per l'avvelenamento dell'ambiente naturale, del cibo e delle acque, per le persecuzioni politiche e razziali.
Mentre nel nostro paese scorazzano guerrafondai, razzisti, fascisti e mafiosi, mentre i regimi terroristi della borghesia condannano a una vita di stenti, torturano e massacrano milioni di proletari in ogni angolo del mondo con le guerre, le galere, la fame e la miseria, i comunisti e le avanguardie dei lavoratori vengono perseguitati e additati come terroristi o fiancheggiatori, nel vano tentativo di ostacolare e impedire la loro lotta per orientare, raccogliere, unire, organizzare le forze delle masse popolari contro la borghesia imperialista e il suo sistema di sfruttamento e oppressione; cercando di dividere tra buoni e cattivi nel tentativo di creare isolamento intorno ai compagni e di fiaccare le mobilitazioni di solidarietà dei lavoratori e delle masse.
Questo scontro impone una chiara scelta di campo: o con le masse popolari o con la borghesia, non c'è una terza via. Per questo la solidarietà di classe verso coloro che vengono colpiti dalla repressione, al di là delle posizioni politiche, è una potente arma in mano ai proletari, un'arma che la borghesia cerca in tutti i modi di spuntare e indebolire.
La direzione del S.In.Cobas, con la minaccia di espellere i compagni, dimostra di voler anch'essa partecipare alla campagna in corso per perseguitare i comunisti e le altre avanguardie del movimento di resistenza.
In questi anni la lotta ha portato diversi lavoratori exLSU a prendere coscienza che l'unica via d'uscita stabile dalle condizioni di precarietà, di continuo abbrutimento e peggioramento delle condizioni di vita dei proletari è lottare per una società comunista ed ha manifestato simpatia e solidarietà alla lotta per la costruzione di un nuovo e vero partito comunista in corso in Italia, promossa anche dai CARC. Lo sviluppo di questa coscienza viene costantemente contrastato dalla borghesia attraverso i vari strumenti messi in atto dagli apparati della contro-rivoluzione-preventiva.
Ma è l'azione della borghesia imperialista stessa (e dei suoi fiancheggiatori) che determina sempre più le condizioni perché milioni di proletari si uniscano per lottare contro di essa e per scalzarla dal potere: le condizioni dello sfruttamento capitalistico si stanno estendendo a livello globale e lo sviluppo della seconda crisi generale accelera la lotta tra le classi e acuisce le contraddizioni e i contrasti tra le varie fazioni della borghesia imperialista.

Solidarietà ai 400 lavoratori del Movimento Lavoratori in Lotta, nel S.In.Cobas.
Chiediamo ai lavoratori, ai delegati di base e ai funzionari che vogliono effettivamente svolgere il mestiere di sindacalista dei lavoratori di contrastare e denunciare questa politica contro i lavoratori e di prendere in mano il loro sindacato nella difesa dei loro interessi!
Denunciamo queste operazioni di intimidazione e repressione svolte dai vertici sindacali e dalle direzioni aziendali
Solidarietà ai compagni del Cobas Spallanzani
Difesa del diritto alla salute pubblica

Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)
Via Tanaro 7 - 20128 Milano
Tel/fax 0226306454 - e-mail: resistenza@carc.it, www.carc.it
Segreteria Nazionale
Milano, 20.11.2003

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