26/01/2004: Ancora repressione contro il coordinamento "Chiudere Morini"


I tentativi da parte delle varie forze repressive di fermare e ostacolare la campagna per chiudere Morini sono stati molteplici. Adesso un ulteriore tassello va ad aggiungersi a quel losco quadro che la Magistratura sta cercando di costruire.
Due attivisti del Coordinamento Chiudere Morini hanno ricevuto da parte dei carabinieri di Reggio Emilia una Ordinanza di applicazione di Misura Cautelare. Respinte le richieste da parte del PM Padula degli arresti domiciliari, il GipCristina Beretti ha invece trasformato l'ordinanza in un divieto di dimora nel comune di San Polo D'Enza (RE). In pratica se i due venissero individuati all'interno del comune di San Polo verrebbero immediatamente posti agli arresti domiciliari, vietandogli dunque ogni partecipazione alle proteste che si svolgono davanti all'allevamento.
Leggendo le fantasiose pagine scritte dal Gip per giustificare tale intervento si scopre che a carico dei due ci sarebbero "gravi indizi di colpevolezza" in merito alla liberazione dei beagle da Morini, all'incendio dell'auto di Giovanna Soprani e a non precisate minacce che avrebbero costretto la ditta Sedoc a tagliare i rapporti commerciali con Morini. Ma visto che il lavoro di fantasia degli investigatori non porta alla fine granché di tangibile come prova nei confronti dei due indagati, la conclusione del Gip è che "questi elementi costituiscono gravi indizi in ordine alla compartecipazione, quantomeno morale, del delitto contestato perché gli indagati hanno certamente fornito un apporto di carattere psichico". In parole povere si tratta di un processo alle idee. Quando la Magistratura non ha elementi per incastrare qualcuno riesce a tirare fuori dal suo cappello magico il fantomatico "concorso psichico", lo stesso utilizzato per arrestare chi a Genova durante gli scontri contro il G8 è stato filmato o fotografato in vicinanza di altri che commettevano i reati imputati, giudicando la vicinanza o anche solo la partecipazione alla stessa protesta un concorso nei gesti. Allo stesso modo in questo caso si vogliono indicare come colpevoli coloro che non hanno taciuto di fronte a gesti che, travalicando ogni dibattito, hanno portato libertà e solidarietà agli animali prigionieri dentro il lager Morini.
Particolarmente interessante risulta vedere come dalle perquisizioni sia spuntato fuori materiale giudicato utile alle indagini e molto compromettente per gli indagati: volantini distribuiti dal Coordinamento, file di pagine del sito Chiuderemorini, immagini da utilizzare per la maglietta ed il poster di Chiuderemorini, copie su file delle immagini dell'ALF dentro l'allevamento ricevute e poste sul sito, copie dei filmati ricevuti con la rivendicazione, fotografie dall'esterno dell'allevamento apparse anche sui bollettini di associazioni nazionali e l'originale delle rivendicazioni ricevute per posta.
Questi, e niente altro, sono i gravi indizi di colpevolezza!
Per l'arguzia dei carabinieri e del Gip ricevere una rivendicazione equivale all'averla scritta. Così come una videocassetta con copia dei filmati ricevuti dall'Alf mesi prima (e che molti quindi avevano già in copia) diventa l'originale da cui sono stati estrapolati quelli spediti. E nemmeno sono riusciti a distinguere che tra le "immagini amatoriali in ore notturne" dentro Morini trovate nelle case degli indagati ci sono quelle che i carabinieri stessi hanno restituito a chiusura del processo a chi tentò di liberare dei cani nel 1993.
C'è però qualcosa tra le quasi divertenti righe di fantasia del Gip che risulta inquietante e fa passare la voglia di ridere. Le date sui timbri postali della seconda rivendicazione dell'Alf e su un pacchetto spedito in seguito dal Coordinamento, contenente oltre a vari video animalisti anche copia degli spezzoni e del cd-rom ricevuti in quella seconda rivendicazione, non coincidono con la realtà dei fatti. In pratica secondo quanto asseriscono nei loro fogli il pacchetto da noi spedito sarebbe partito quasi un mese prima di quello inviato dall'ALF, cosa non rispondente alla realtà ed impossibile. Quindi rimangono solamente alcune ipotesi, tra cui un errore di timbratura da parte delle poste, un errore di interpretazione di timbri poco leggibili, o una volontaria manipolazione di questi da parte degli inquirenti. A tale quesito cercheremo di trovare presto risposta.
Di fronte all'ennesima volontà persecutoria nei nostri confronti non ci faremo mettere a tacere, né fermeremo la nostra campagna contro l'allevamento Morini e contro la vivisezione. Come già detto non saranno queste banalità a fermare la rabbia di chi vede la vita quotidianamente devastata e sfruttata in nome del profitto.
Per protestare contro questo castello accusatorio fantasioso e contro la repressione che gli attivisti del Coordinamento stanno continuamente ricevendo, con minacce, botte, denunce e inquisizioni da parte delle forze dell'ordine, indiciamo un presidio a Reggio Emilia, di fronte alla Procura.

Appuntamento:
Lunedì 26 gennaio 2004
Ore 11.00
Via Manfredi Fanti 1 (vicino al Parco del Popolo), Reggio Emilia

A seguire il presidio si sposterà, per chi non ne ha il divieto, davanti all'allevamento Morini.
La solidarietà migliore in questo momento è solo e soltanto l'intensificarsi della lotta, fino alla totale chiusura dell'allevamento!

Coordinamento Chiudere Morini

Ps: contro queste misure cautelari sarà fatto un ricorso. Chi volesse aiutare nelle spese legali è pregato di contattarci.

http://www.autprol.org/