26/01/2004: 30 gennaio sciopero Telecom


Il gruppo Telecom Italia? Sta progressivamente evaporando!!! E con esso posti di lavoro, reddito, diritti di lavoratori e lavoratrici!!!
In pochi anni gli addetti nel gruppo sono diminuiti di oltre 45.000 unità, passando dai circa 125.000 al momento della fusione delle ex aziende pubbliche Sip, Italcable, Iritel e Telespazio agli attuali 80.046 (personale operante in Italia al 30.09.2003).
La presenza delle direzioni territoriali è passata dalle 101 filiali (con le quali Telecom assicurava una capillare presenza e assistenza in tutte le province italiane con estremi benefici anche per l’indotto) a 4 direzioni di zona (Nord-Est , Nord-Ovest, Centro, Sud).
Sono stati messi oltre 13.000 lavoratori in mobilità, con un costo per le casse dell’INPS di circa 787 MILIARDI di lire. L’intero, o quasi, patrimonio immobiliare è stato ceduto. Diversi pezzi di azienda sono stati esternalizzati (Amministrazione, Immobili, autoparco, logistica, help desk informatico, ecc.) senza alcuna clausola di salvaguardia per i lavoratori ceduti.
Con il contratto del 2000 il salario per i nuovi assunti è stato ridotto di circa il 25%.
Nel frattempo Telecom Italia ha fatto uso estremo di tutti i tipi di lavoro precario: ha agito in proprio per anni con ATESIA sfruttando oltre 6.000 lavoratrici e lavoratori imponendo loro le CO.CO.CO.; ha agito attraverso intermediari sfruttando migliaia di giovani e meno giovani attraverso il lavoro interinale e/o gli appalti di attività a cooperative o piccole aziende per le quali parlare di diritti e/o reddito dignitoso è una bestemmia; ha creato ad hoc Telecontact Center e altre aziende, verso le quali sta dirottando buona parte delle attività dei call center (187, 191, 119, etc), per proseguire nella sua politica di sfruttamento della forza lavoro precaria (a tal proposito è bene chiarire che solo qualche sindacalista confederale in mala fede, e qualche giornalista un po’ distratto, può pensare che dopo da anni di co.co.co il passaggio al contratto di formazione lavoro part-time può essere interpretato, da chi vive di lavoro, come fuoriuscita dalla precarietà).
Non solo, i vertici aziendali, non contenti, hanno messo in essere tutte le tecniche possibili per rendere la vita difficile alla cosiddetta forza lavoro “garantita”, imponendo turni e ritmi di lavoro massacranti nei call center e nei centri di lavoro e il “mobbing di massa” al restante personale, al fine di incentivare le dimissioni “spontanee”.
Il risultato?! Una azienda in disfacimento con una enorme quantità di debiti (34.253 milioni di Euro al 30.09.03) che sta offrendo ai propri “clienti” il livello di servizio più inefficiente degli ultimi 10 anni.
Il futuro?! Carta straccia degli impegni presi a riguardo il core business nei fumosi piani industriali presentati per fruire degli ammortizzatori sociali, a partire dalla prossima chiusura della nuova I.T. Telecom, stella abortita dell’informatica made in Italy. Nuove cessioni di attività e/o rami di azienda, a partire da quella in corso per i colleghi di Facility Management.
Ulteriore aggravio delle condizioni di lavoro, a partire dall’imposizione unilaterale dal 19/1/04 di turni di lavoro, umanamente non sostenibili, ai colleghi del 119.

- CONTRO I PIANI DI RIORGANIZZAZIONE DEL GRUPPO TELECOM
- PER IL BLOCCO IMMEDIATO DI TUTTE LE CESSIONI DI “RAMI DI AZIENDA” IN CORSO
- PER ORARI VIVIBILI E MIGLIORI CONDIZIONI DI LAVORO IN TUTTI I CALL CENTERS
- PER SANARE VERAMENTE TUTTE LE CONDIZIONI DI PRECARIETA’ PRESENTI IN TELECOM (PASSAGGIO A TEMPO PIENO PER I COLLEGHI PART-TIME, PASSAGGIO A CONTRATTO INDETERMINATO DI TUTTI I LAVORATORI CHE HANNO OPERATO AD ATESIA O CON IL LAVORO INTERINALE)
- PER GARANTIRE ANCHE A TUTTI I LAVORATORI IN APPALTO PARI CONDIZIONI

VENERDI’ 30 GENNAIO
SCIOPERO INTERA GIORNATA PER TUTTI I
LAVORATORI DEL GRUPPO TELECOM ITALIA


COBAS - FLMUNITI CUB - SNATER

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