24/02/2004: Milano 20 febbraio: cronaca di una giornata di lotta antirazzista


Venerdì 20 febbraio la Lega Nord ha cercato di dar vita ad un corteo razzista con l’obiettivo di istigare lo sgombero della casa occupata di via Adda.
Alla testa del corteo c’era Borghezio, noto esponente della Lega Nord, più volte protagonista di provocazioni fasciste e xenofobe nel nostro paese.
Al corteo erano presenti circa 100 persone di cui una minima parte “cittadini” del quartiere. Fra i partecipanti anche militanti di alleanza Nazionale e Forza Nuova.
Si sono intraviste anche alcune bandiere con celtiche e svastiche.
L’intento di trasformare l’occupazione di uno stabile abbandonato nel centro della città in un problema di ordine pubblico, una minaccia per gli onesti cittadini italiani, è evidente.
Il fatto è che via Adda, ovvero una dimostrazione di coraggio e autorganizzazione da parte degli “ultimi” nella scala sociale prevista dal capitalismo, dà fastidio a molti. Dà fastidio a chi ha le tasche gonfie grazie alla speculazione edilizia; da fastidio ai politicanti, servi dei padroni, che con le loro leggi razziste cercano di dividere la classe lavoratrice e procurare braccia a basso costo per le loro aziende, dà fastidio ai razzisti che ancora predicano la superiorità di razza e non possono tollerare che gli zingari alzino la testa; da fastidio alle forze repressive che da due anni, inutilmente, tentano di far prevalere le ragioni della forza e non ci riescono perché la determinazione degli abitanti è riuscita finora a fermarli
La risposta della casa occupata è stata compatta e sostenuta da diversi militanti dei centri sociali (ORSO, Transiti, Bulck, La fucina...), sindacalisti della CUB, esponenti di Rifondazione Comunista, e vari attivisti antirazzisti milanesi. In totale circa 350 persone che hanno presidiato per oltre due ore la casa occupata e hanno dato vita ad un blocco stradale di via Pirelli terminato solo dopo lo scioglimento del corteo razzista.
Le parole d’ordine del contro-presidio erano molto semplici e chiare
1) Via Adda non si tocca e verrà difesa con la lotta, con ogni mezzo necessario.
2) La necessità di una battagli unitaria per cacciare fuori i razzisti e i fascisti dalla città.
Alla fine i rapporti di forza sono risultati chiari a tutti, tranne al giornalista del Corriere della Sera che ha parlato di 300 pacifici abitanti del quartiere contro 50 rom bellicosi armati di bastone a cui la polizia ha impedito di aggredire il corteo leghista. Aldilà della solita menzogna ci sembra assai grave che qualcuno si schieri a favore di un settore (i 100 portati in piazza dalla Lega); una volta quelli che portavano la bandiera con la svastiche erano chiamati ben diversamente da “ pacifisti”.
I contenuti che ricordano, il peggiore periodo della storia umana, (quello in cui Hitler e Mussolini erano alla testa di un genocidio contro zingari, ebrei e omosessuali, per capirci), vanno combattuti senza pietà e con la massima determinazione. Siamo sicuri che, oltre ai tanti che sostengono apertamente i rumeni di via Adda, anche diversi giornalisti la pensano come noi.
Per quanto riguarda la preannunciata presenza di camicie verdi nella zona, così come abbiamo apertamente detto anche ai funzionari di polizia presenti venerdì sera: con loro non abbiamo nessuna intenzione di dialogare. Se si faranno vivi, carichi del loro contenuto xenofobo, riceveranno l’accoglienza che meritano e, non ci vergogniamo affatto a dirlo: sarà tutt’altro che pacifica.
Fermare le canaglie fasciste, e chi li protegge, è un compito al quale nessuno dovrebbe sottrarsi. La storia ce lo insegna. Prima che sia troppo tardi. Ci sono tutte le possibilità di farlo.
Via Adda quindi non abbasserà la testa e continuerà la battaglia, a fianco di coloro che da sempre ci sostengono e che cogliamo l’occasione per ringraziare della solidarietà mostrata anche in questa occasione.

Il consiglio di via Adda
Milano, 21 febbraio 2004


http://www.autprol.org/