09/03/2004: Salta l'accordo sul TMC2 per la rivolta operaia contro i ritmi infernali della catene di montaggio


Sono stati gli scioperi 'selvaggi' a mettere in crisi e far fallire la disumana organizzazione del lavoro del "TMC 2" recentemente sottoscritta tra la Fiat ed i sindacati confederali.
E' miseramente fallito l'infausto tentativo aziendale di trasformare i lavoratori in mere 'appendici' della catene di montaggio caricandoli inoltre un ulteriore 20% di aumento sui già massacranti ritmi di lavoro individuali.
La ventilata disdetta dell'accordo di programma per Pomigliano, preannunciata stamane dalla Fiat ai sindacati, rappresenta una 'scelta debole e strumentale': l'alibi disperato di chi, per la sacrosanta ribellione dei lavoratori, non riesce più a coprire le note magagne e strozzature impiantistiche che sono l'unico e reale impedimento al decollo produttivo della fabbrica. Infatti, per dirne una, il capannone carrozzeria del montaggio dell'Alfa GT, ha le linee di montaggio troppo corte per ospitare la produzione del nuovo modello ed i lavoratori sono costretti ad 'accavallarsi' pericolosamente nelle stesse postazioni di lavoro. La grave strozzatura impiantistica determina anche un elevatissimo livello di difettosità del prodotto.
I ritmi infernali hanno già 'prodotto' centinaia di lavoratori affetti da gravi patologie professionali e invalidanti da sforzo prolungato quali artropatie, ernie del disco, tendiniti, tunnel carpali, turbe e disagi psichici ecc. mentre sono ormai innumerevoli le indagini della Procura in corso e che, tra l'altro, stanno puntualmente riscontrando quanto denunciato dallo Slai Cobas sulle pericolose condizioni di lavoro in fabbrica.

I LAVORATORI SAPRANNO TUTELARE I LIVELLI OCCUPAZIONALI INSIEME A DIGNITOSE CONDIZIONI DI VITA E DI LAVORO.

Slai Cobas Fiat Auto e terziarizzate - Pomigliano d'Arco, 8/3/2004

http://www.autprol.org/