03/04/2004: Solidarietà con gli arrestati a Perugia


Non è stato un pesce d’arile che ha portato a Perugia all’arresto di Maria Grazia, Alessia e Moreno, tre militanti del campo antimperialista, ma l’ultimo capitolo di una strategia repressiva che tende a criminalizzare l’opposizione sociale nel nostro paese.
Con l’uso politico della categoria “terrorismo” -che nel nostro paese ha sempre avuto una chiara radice statale e una manovalanza fascista, da piazza Fontana alle bombe nelle piazze e nei treni- si vorrebbe ridurre ad ordine pubblico quello che è un composito ed articolato movimento antiliberista e anticapitalista.
Ormai da qualche anno vengono colpite attraverso imputazione non avvalorate da riscontri materiali diverse soggettività antagoniste, dai Cobas ai disobbedienti, dal sud ribelle a chi ha resistito contro la mattanza di Genova, dai centri sociali agli anarchici agli appartenenti al campo antimperialista.
Per tutti i reati sono associativi, (art. 270 –associazione sovversiva) : si utilizzano di fatto reati di opinione per dimostrare teoremi repressivi che utilizzano questo armamentario giuridico di origine fascista per tentare di cancellare o almeno tacitare chi nel paese combatte contro la guerra globale permanente scatenata da “monsieur le capital”: a livello internazionale per controllare zone geopoloticamente strategiche (dall’Iraq alla Colombia, dalla Palestina all’Afganistan) o nei contesti nazionali contro chi combatte la precarizzazione del lavoro, dei diritti e delle esistenze.
L’operazione di Perugia, avvenuta con grande dispiegamento di mezzi massmediatici e l’uso-addirittura- di un elicottero rientra in questa strategia del controllo dell’antagonismo realizzato dalla società dello spettacolo securitario.
Si sbatte il mostro in prima pagina, nonostante l’inconsistenza dell’apparato accusatorio - non ci sono fatti reali che vengono contestati bensì viene criminalizzata semplicemente la solidarietà alle lotte di resistenza e di liberazione nazionale o quello che si chiama internazionalismo.
Pur nella differenza dobbiamo contrastare attraverso una mobilitazione di massa questa ondata repressiva generalizzata e pre elettorale per cui ribadiamo la nostra solidarietà ai compagni/e arrestati a Perugia.
Inoltre lanciamo un appello perché il movimento contrasti questa deriva securitaria. La lotta contro la repressione preventiva e permanente riguarda oggi chi, tra mille differenze, contrasta e confligge contro lo stato presente delle cose.
La proposta è quella, a livello regionale di costituire un comitato contro la repressione e a livello nazionale di avere la capacità di contrastare la deriva repressiva evitando la criminalizzazione e l’isolamento di gruppi e organizzazioni.
Le differenze non blocchino la solidarietà e la lotta contro gli arresti politici.

Esecutivo provinciale Cobas Terni

http://www.autprol.org/