17/05/2004: A TUTTE LE ASSOCIAZIONI ISLAMICHE E AI LEADER ISLAMICI


Siamo alcuni compagni sardi e italiani che ci siano riuniti in assemblea per portare la nostra solidarietà a questi ragazzi tunisini a rischio di estradizione. teniamo con loro una corrispondenza che per alcuni di noi dura da anni. ora uno di loro ci ha chiesto di inoltrare a voi e ad altri siti arabi e ad ogni indirizzo conosciuto il loro appello (che è in arabo nei 3 allegati), lo facciamo perchè essendo lui in carcere non può farlo da se, e questo senza minimamente entrare nel merito del testo che avendo ricevuto ora inoltriamo.
Riteniamo la loro situazione e quella degli arabi in italia e in europa e nel mondo, in questo momento, estremamente grave, schiacciata da una pesante repressione che ci ricorda il nazismo. Tutto ciò è gravissimo e intollerabile e perciò siamo solidali con loro e con quanti subiscono la stessa persecuzione e criminalizzazione. Vi chiediamo inoltre, se vi è possibile di contribuire a diffondere questo documento.
Alleghiamo alla fine una traduzione anche se un po' caotica del testo originale.
Grazie per l'attenzione.

In nome di Dio
Ringraziamo Dio e il suo profeta Mohammed
Questa lettera è scritta dietro le sbarre italiane
a tutte le associazioni islamiche e leader islamici
Salutiamo tutta la comunità islamica e tutti quelli che hanno rispetto per i diritti dell'uomo
La nostra storia è iniziata nel 01/01/2001 e siamo stati arrestati dall'autorità italiana con l'accusa di integralismo islamico e le indagini sono state condotte da Stefano Dambroso, che ci ha condannati ingiustamente seguendo la politica razziale contro gli islamici.
Le indagini condotte dallo stesso non sono state corrette. Dopo poco tempo dal nostro arresto l'avvocato ha cercato di dimostrare che le registrazioni telefoniche e i vari documenti relativi alle perquisizioni in casa e in auto sono state tradotte in modo falso e non reale.
Dopo le varie sedute del presidente del tribunale l'avvocato ci disse che avremmo vinto la causa e saremmo usciti dal carcere il più presto possibile innocenti.
Invece purtroppo è successo ciò che non ci aspettavamo e la speranza della nostra liberazione si è allontanata sempre di più.
E tutto questo è dovuto al potere dei magistrati in Europa e in particolare in Italia.
In seguito al riferimento in oggetto siamo anche stati condannati in Tunisia senza la nostra presenza dal Tribunale Militare. Dopo la permanenza nel carcere italiano saremo consegnati all'autorità tunisina e saremo puniti con la pena di morte.
La Tunisia parla di diritti dell'uomo e come abbiamo visto questo è stato criticato dal quotidiano italiano IL MANIFESTO in data in data 15/12/2000 (?) in quanto la Tunisia non è ancora in grado di applicarlo. Facciamo anche riferimento a Saddam Hussein che è stato descritto come l'uomo più guasto del mondo.
Abbiamo fatto tante domande alle varie associazioni sui diritti dell'uomo, anche allo stato italiano, compresa l'autorità locale, per avere l'asilo politico e non essere consegnati all'autorità tunisina. Siamo delusi per non aver ottenuto alcuna risposta.
Tutto questo sicuramente è dovuto all'intervento di Stefano Dambroso che ha chiesto a tutti di non entrare nel merito delle indagini.
Come abbiamo detto l'accusa dell'autorità verte su un'organizzazione terroristica contro il regime politico.
Con questo chiediamo a tutte le associazioni islamiche, leader islamici e a tutti i musulmani e a tutte le associazioni sui diritti dell'uomo e a tutti quelli che sono interessati a questa vicenda di intervenire il più presto possibile perchè non venga eseguita la nostra consegna all'autorità tunisina.
Come già è successo precedentemente al nostro fratello BEN SOULAN ADEL che è stato consegnato all'autorità tunisina e da circa un mese e mezzo non abbiamo più sue notizie.
Le carceri italiane sono si sono riempite dei fratelli mussulmani che poi vengono consegnati al Paese d'origine, come già abbiamo visto per la collaborazione fra Tunisia e Italia.

Vi Salutiamo
I vostri fratelli
... seguono firme in chiaro nell'originale
Per contatti telefono: 347 94 50 696 e-mail: controrepressioneedeportazioni@hotmail.com

http://www.autprol.org/