26/06/2004: Agli ammutinati della galera europea


La recente richiesta di estradizione per Cesare Battisti, ex militante dei "Proletari Armati per il Comunismo" esiliato in Francia, ha fatto notizia. Questa richiesta avviene in un clima di militarizzazione dell’intera vita sociale, trasformata in un fronte interno in cui “terrorista” diventa chiunque non accetti supinamente l’ordine dello Stato e della Proprietà.
L’Unione Europea mostra così il suo vero volto – campi di concentramento per migranti, nuove carceri, videosorveglianza, mandati di cattura – abolendo effettivamente le frontiere soltanto per la merce e per la polizia.
Se in Francia finora ad opporsi all’estradizione è stato soprattutto l’ambiente degli intellettuali e scrittori di sinistra – e questo anche per le prese di posizione tristemente rinunciatarie e democratiche di molti degli esuli interessati – ciò non può far perdere di vista l’importanza di opporsi a quest’attacco. Esso infatti non è soltanto un mero atto poliziesco, bensì il tentativo di liquidare il fondamento stesso della rivolta con tutte le sue armi. Al delirio securitario che vorrebbe eternizzare il presente, si affianca una polizia della memoria che vorrebbe rinchiudere dietro le sbarre un passato ancora esplosivo.
Tuttora infatti, nella Repubblica francese, baluardo di democrazia, libertà e diritti umani, i militanti di "Action Directe" – organizzazione combattente attiva tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta – sono ancora sepolti in carcere dopo più di diciotto anni di torture e privazioni, condannati nel silenzio a una morte lenta, in condizioni di salute sempre più drammatiche.
In Italia come in Francia, in nome dell'"antiterrorismo" si reprime ogni percorso di conflittualità e di autorganizzazione. Ritrovare il filo delle rivolte incompiute del passato, liberarle dal carcere e allo stesso tempo da ogni illusione gerarchica e di potere, è fondamentale per resistere alla repressione e riprendere le ostilità. Di fronte al terrorismo degli Stati e del profitto, e alla condizione di guerra permanente planetaria, le ragioni per insorgere non hanno fatto che aumentare.
Negli ultimi giorni in Italia, un particolare accanimento repressivo ha portato in carcere decine di compagni: alcuni- come a Pisa - imputati di associazione sovversiva per diversi attacchi, tra i quali uno a una caserma di carabinieri; altri - come in Sardegna - incriminati per aver incendiato delle sedi di Forza Italia; altri ancora - come a Genova - accusati di essersi "messi in mezzo" durante uno dei quotidiani rastrellamenti e deportazioni ai danni di immigrati, ecc.
Di fronte a una situazione sociale sempre più esplosiva, lo Stato risponde preventivamente attaccando chi non nasconde la propria inimicizia contro l'ordine capitalista.
Ma ciò non basterà a preservare una pace sociale sempre più fragile e invivibile.
Chi semina miseria raccoglie collera.

CONTRO L'EUROPA DELLA MERCE E DELLA POLIZIA!
CONTRO LE ESTRADIZIONI DEGLI ESULI ITALIANI IN FRANCIA!
LIBERTÀ PER TUTTI I COMPAGNI!
LIBERI TUTTI! FUOCO ALLE CARCERI!

Alcuni compagni italiani e francesi - 17 giugno 2004

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