29/08/2004: PER LA COSTRUZIONE DI UN CORTEO DI MOVIMENTO A VITERBO SABATO 9 OTTOBRE


Sgomberiamo subito il campo da possibili equivoci: non riteniamo compito esclusivo del movimento rivoluzionario occuparsi della "repressione", intesa innanzitutto come reazione dello Stato contro i compagni, slegata dal tessuto sociale in cui si opera, nell'illusione che il potere ci colpisce perché rappresentiamo una minaccia reale al sistema di dominio.
Nel regime capitalistico la repressione fa parte della normalità dell'esistente.
Il diritto traduce l'interesse e la volontà della classe dominante sotto forma di legge, lo Stato è la forza armata incaricata di farlo rispettare.
Lo Stato - ogni Stato - esiste in quanto dittatura articolata di una classe, vive come progetto articolato di dominio, come pratica di repressione sociale e controrivoluzione, come gendarme posto a garantire il profitto da parte della borghesia.
Oggi quello che configge è il diritto alla vita contro la precarietà capitalista e il sistema del salario; il sistema capitalista produce precarietà, sempre, nell'esistenza di sfruttati e proletari in tutto il pianeta.
La crisi generale che attanaglia le borghesie mondiali impegnate in uno scontro interimperialistico mortale, necessita all'interno di ogni Stato della Pace sociale.
Ma, nonostante l'uso massiccio di pratiche di atomizzazione, desolidarizzazione e scomposizione di aggregati sociali, nonostante la "militarizzazione" quotidiana dei rapporti tra individui e comando capitalista, è proprio questa pace sociale che gli Stati non riescono a mantenere.
Oggi a finire in carcere non sono i "disadattati", gli "emarginati", ma sempre più la gente "normale", che lavora, paga le tasse ecc. ecc., e che però trova difficoltà ad arrivare a fine mese e magari - come ci dicono le statistiche dei bottegai - si arrangia nei fine settimana con "visite guidate" nei supermercati (a quando l'organizzazione di veri e propri espropri proletari?).
Oggi siamo tutti prigionieri politici! Perché prigioniero politico non è solo il compagno represso per la sua attività militante, ma prigionieri politici sono tutti i proletari repressi da questo sistema economico e politico che per mantenere i propri profitti ci costringe alla miseria e all'oppressione.
Un "amico di Ludd" ha recentemente scritto: "Se siamo un detonatore, scopo del potere è quello di isolarci da ogni materiale esplosivo, cioè da ogni contesto sociale di lotta. Noi dovremmo fare - con la parola e con l'azione - l'esatto contrario".
Noi dovremmo quindi essere interni alla classe e alle istanze che esprime come pesci nell'acqua; organizzare "sabotaggio sociale" nei confronti del comando capitalista, tenere presente che il principio guida di ogni lotta immediata è quello dell'autonomia dal ciclo produttivo, sì da rimandare e prefigurare - nel proprio svolgimento - la critica rivoluzionaria al sistema del lavoro e del salario; non perdere di vista, anche dentro ogni battaglia tattica, il nostro fine ultimo: l'abolizione degli attuali rapporti di produzione e quindi dello Stato, del lavoro, del denaro, della proprietà privata, della famiglia.
L'iniziativa che proponiamo di conseguenza non è non può e non vuole essere la risposta allo stato delle cose, al vento repressivo e al puzzo di galera intorno a noi, bensì una delle risposte che, a partire dai propri territori, competono ai compagni e al movimento rivoluzionario; a maggior ragione non si configura espressamente come un corteo per la liberazione dei compagni arreatati, e specificamente per i compagni di Viterbo, dato che la risposta dovrebbe configurarsi ben più alta e convincente.
Quello che riproponiamo è una proposta per l'unità d'azione delle componenti rivoluzionarie, al di là di dottrinarismi e ideologismi, per rilanciare con ogni mezzo necessario l'attacco agli Stati e al Capitale.

LIBERTA' PER TUTTI I PROLETARI E I COMPAGNI DETENUTI!
FUOCO ALLE CARCERI!
ONORE A TUTTI I COMPAGNI CADUTI COMBATTENDO
CONTRO LO STATO E IL CAPITALE!

Anarchici a Viterbo
Comitato cittadino contro il carcere e la repressione sociale di Viterbo

Assemblea di preparazione e discussione domenica 12 settembre ore 10 (reali) presso il Comitato G. Faina.
La sede del comitato "G.Faina" si trova in via Gaetano Martino n° 33, zona Serpentara (Roma). Per raggiungerlo con l'autobus si possono prendere le linee diurne "90" e "92" oppure la linea notturna "60"(Tutti e tre gli autobus partono da Roma Termini).
Per chi viene in macchina: uscire dal raccordo all'uscita Salaria, prendere per Bel Poggio-Fidene, andare verso Fidene e imboccare via Radicofani; raggiungere e superare Pza dei Vocazionisti proseguendo per via Titina De Filippo, superare il semaforo: la successiva 1^ a sinistra è via Martino.
Essendo senso vietato girare a sinistra al successivo incrocio, arrivati al bivio andare verso sinistra e arrivare al n° 33.

http://www.autprol.org/