12/10/2004: Iraq e Palestina. W la resistenza dei popoli. Bilancio e appello del Coord. di Lotta per la Palestina




A tutte le realtà e i compagni che si mobilitano contro la guerra imperialista
Il Coordinamento di lotta per la Palestina valuta positivamente la riuscita della manifestazione promossa per il 25 settembre a Milano indetta rispondendo all’appello di mobilitazione lanciato a sostegno della Resistenza irachena dalla Conferenza Internazionale di Mumbai.
Circa 500 manifestanti hanno sfilato per Via Padova. Il corteo si è ingrossato lungo il percorso accogliendo tra le sue fila una nutrita presenza di arabi affluiti dalla zona, scelta appositamente per lo svolgimento della giornata di mobilitazione, per costruire un rapporto con i numerosi immigrati che la abitano.
Tutto questo è successo nonostante l’arrogante intimidazione poliziesca: un consistente schieramento di celerini e carabinieri (tra i quali alcuni reduci da Nassiriya!) era presente, non solo in testa e in coda al corteo, ma anche ai suoi lati, era inoltre militarizzato abbondantemente tutto il quartiere. Un vero e proprio corteo blindato!
Ed è successo sfidando la pressante campagna intimidatoria delle settimane precedenti orchestrata in sintonia da stampa, istituzioni e forze politiche: tutti uniti a denunciare la pericolosità di quest’iniziativa additata come connivente del “terrorismo”. La “nuova” “Unità Nazionale”, rispolverata dopo il caso delle due Simone, ha contribuito ad acuire il clima di caccia alle streghe ed è stata rilanciata con più forza di prima l’uguaglianza tra Resistenza e “terrorismo” con l’ovvia conseguenza che, anche i sostenitori della Resistenza irachena, sono “terroristi”.
Questa campagna, portata avanti dalla maggioranza di governo con in testa Fini che ha lanciato un appello per la mobilitazione contro i pacifisti, ma avvallata da tutta la “sinistra” (fino a Bertinotti) ha fomentato la mobilitazione reazionaria dando spazio e legittimità ad iniziative razziste e fasciste come nel caso di quelle della Lega nel quartiere contro il corteo o di quelle di FN che ha indetto una giornata nazionale per il 25/9 per richiedere l’uso dell’esercito contro gli immigrati.
Le posizioni della “sinistra” possono essere esemplificate dalla famosa frase dell’ex-direttore del “Manifesto” Barenghi che, tra un Iraq occupato dagli Usa e un Iraq liberato dai tagliatori di teste preferisce la prima ipotesi. Esse si concretizzano nella scelta di non sostenere il ritiro delle truppe italiane, scelta fatta propria perfino da Bertinotti. Queste posizioni cercano di portare sul terreno dell’appoggio all’occupazione dell’Iraq anche il movimento per la pace, la loro influenza arriva fin dentro a molte situazioni del cosiddetto movimento antagonista.
Ma quest’operazione non sta riuscendo e ha creato profonde contraddizioni nell’ampio schieramento che si è espresso in Italia contro la guerra. Il merito di ciò deriva principalmente dalla situazione oggettiva che si sta sviluppando per le masse popolari in Italia e nel mondo, dallo sviluppo della Resistenza irachena e di quello dell’opposizione alla guerra negli stessi paesi imperialisti (compresi gli Usa).
Valutiamo che in questa situazione ha enorme importanza tener aperto uno spazio politico rivoluzionario coerente, di classe e antimperialista. E’uno spazio che, di fronte alle bugie delle forze politiche revisioniste italiane che a parole si dichiarano contro la guerra ma nei fatti la sostengono, può allargarsi riempiendosi di tutti i sinceri antimperialisti. L’iniziativa che abbiamo promosso andava in questo senso e crediamo abbia ottenuto un risultato positivo. Il merito soggettivo, che rivendichiamo, è quello della determinazione a portare avanti linea e contenuti corretti. Contenuti non morali ma politici, corretti perché aderenti alla realtà oggettiva. E la realtà oggettiva, cioè confermata dai fatti, è quella di una sporca guerra imperialista che, come è sempre successo nella storia, può essere fermata solo dalla guerra popolare di Resistenza. Il Coordinamento di lotta per la Palestina fin dall’inizio ha sostenuto la Resistenza irachena come gemella della resistenza palestinese e si è mobilitato con continuità in questo campo cercando di sviluppare un confronto con tutte le forze che sinceramente sono contro l’occupazione militare Usa nell’ottica di contribuire a costruire un fronte contro la guerra imperialista. Questo ha significato e significa per noi, sia dare battaglia alle posizioni che fingendo di essere contro la guerra di fatto la appoggiano perché non sostengono la Resistenza, sia legare la lotta contro la guerra in Iraq alla lotta contro la guerra che tutti i proletari, in particolare quelli immigrati, vivono sul fronte interno.

Nella fase attuale la situazione sta divenendo sempre più esplosiva, in Palestina come in Iraq.
In Iraq la Resistenza avanza e gli Usa barcollano sotto i suoi colpi ma anche per la mancanza di consenso interno nello stesso territorio americano. E, mentre aspettano le elezioni, continuano con la loro barbarie assassina fatta di bombardamenti indiscriminati, massacri e torture. Intanto hanno già pronto un piano per la carneficina perché è chiaro che dall’Iraq non se ne vogliono andare. Questa guerra, che ha origini nella crisi irreversibile in cui versa il sistema capitalista nella sua fase imperialista, non ha risolto nessuno dei motivi per cui è stata scatenata ed è destinata a proseguire e ad allargarsi. L’unico modo per fermare il suo sviluppo è quello di trasformarla in mobilitazione antimperialista nei paesi che la sostengono (come l’Italia) e appoggiare i popoli che conducono una guerra di liberazione.

Cosa ci aspetta ora?
In Italia le forze di “sinistra” si stanno preparando “unite” ad andare al governo e, in questo mortale abbraccio, avvallano le scelte guerrafondaie.
Per noi, ora più che mai, è importante rafforzare ed estendere lo spazio politico antimperialista e di classe che con sforzo abbiamo conquistato, esso è prezioso e pensiamo che svilupparlo sia l’unica strada percorribile per dare concreto appoggio a tutti i popoli che lottano per la loro liberazione, in primo luogo al popolo palestinese per sostenere il quale è nato questo Coordinamento.
Facciamo appello a tutte le situazioni e a tutti i compagni che sinceramente e onestamente sono contro la guerra imperialista a dare un contributo al nostro lavoro. Già in occasione della manifestazione alcune realtà che non partecipano al Coordinamento hanno contribuito alla costruzione della scadenza, con esse siamo interessati ad approfondire il rapporto.
Tutti coloro che vogliono confrontarsi con noi lo possono fare partecipando al Coordinamento o richiedendo incontri per conoscerne l’attività e/o promuovere iniziative congiunte. Ogni contributo è gradito, anche economico.

In questo periodo ci stiamo impegnando nella promozione di iniziative territoriali (con particolare attenzione a territori dove è forte la presenza araba) a partire dal particolare della questione del Muro dell’apartheid in Cisgiordania e dei prigionieri palestinesi, particolare che però inseriamo nel contesto generale della guerra in corso. Possiamo fornire materiali e relatori per eventuali iniziative.
Riteniamo altresì importante coinvolgerci nella mobilitazione che si svolgerà dal 9 al 16 novembre indetta dal Meeting internazionale tenutosi a Beirut dal 17 al 19 settembre contro il Muro in particolare partecipando alla Manifestazione nazionale che si terrà a Roma il 13/11. Caratterizzeremo la nostra presenza con i contenuti irrinunciabili che da sempre contraddistinguono il nostro lavoro politico.
Ritiro immediato delle truppe dall’Iraq
Contro l’imperialismo e il sionismo
Con la Resistenza irachena e palestinese


Milano 6/10/2004




Coordinamento di lotta per la Palestina e-mail: coordpalestina@arabia.com

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