15/01/2005: Achtung Banditen!!! volantino del Coord. di Lotta per la Palestina - Milano


Gli ultimi episodi di attacchi fascisti alle sedi politiche dei compagni, o le aggressioni perpetrate dalle teste rasate contro militanti dei centri sociali, studenti, immigrati negli ultimi mesi, hanno riaffermato la necessità di un’attitudine militante alla pratica politica, che passa sicuramente per la difesa degli spazi fisici e politici del nostro agire. Tuttavia, se si vuole evitare il duplice rischio di veder o dirottare la propria azione unicamente sul piano della rincorsa delle teste rasate sul piano che esse impongono, o di fare gli interessi elettorali di qualcuno che chiama all’unità contro “le destre”, bisogna darsi una prospettiva politica di lungo respiro nella quale inquadrare anche la risposta ai neo-fascisti.
Partiamo anzitutto con il capire che le protezioni di cui oggi godono i gruppetti di estrema destra sono da ricercarsi si nel governo loro amico, ma ancor prima che Berlusconi, Fini e Bossi sedessero a Palazzo Chigi c’è stato chi, col governo del centrosinistra, ha ridato legittimità storica al fascismo, parlando dei “ragazzi di Salò” come di giovani che avevano comunque lottato per un ideale. Lo stesso governo di centrosinistra che ha, per primo, ripercorso le gesta delle armate coloniali del duce con la missione in Albania, ridivenuto negli anni ’90 “protettorato” italiano, in Somalia e poi con la guerra contro la Jugoslavia nel 1998.
La rinnovata aggressività dell’imperialismo italiano, con le sue guerre di conquista di risorse energetiche e di nuovi mercati aveva però bisogno, sul piano “culturale” e ideologico, di annichilire le potenzialità di rivolta dei popoli da dominare e dei proletari da “arruolare” nelle nuove imprese belliche, attaccando prima di tutto la principale ideologia di liberazione e riscatto sociale che aveva contrassegnato il secolo: il comunismo. Grazie al crollo dell’URSS, la guerra al comunismo da sempre combattuta dalle borghesie di tutto il mondo appariva d’un tratto più semplice da vincere e con essa convincere per sempre alla sottomissione gli sfruttati di tutto il mondo.
Da qui trae nuova spinta e vigore il revisionismo storico di destra, portato avanti dalla “destra” come dalla “sinistra” parlamentare, che equipara il fascismo al comunismo, Hitler a Stalin, i campi di sterminio alle foibe ecc., consegnando alle nuove generazioni “rinnovati” programmi scolastici (con la riforma Moratti) in cui i partigiani sono in ultima analisi responsabili delle rappresaglie stragiste dei nazi-fascisti e dove Mussolini viene dipinto come un bravo statista il cui unico errore fu di dichiarare guerra agli alleati.
Questo indottrinamento marcia nelle scuole come nei media, dove non manca giorno in cui non appaia un articolo, una trasmissione in cui il comunismo venga attaccato e il fascismo “recuperato”, in un paese in cui addirittura è stata istituita una giornata nazionale “in memoria delle vittime delle foibe”, il 10 febbraio. Quest’anno, tale giornata, che meglio dovremmo chiamare giornata dell’anticomunismo, verrà celebrata in tutte le scuole, e in TV con una fiction in cui i partigiani vengono definiti “stupratori e assassini”.
Tanto accanimento contro il comunismo e il suo portato di liberazione sociale e resistenza alle ingiustizie ci fa dedurre che la borghesia sia ancora terrorizzata da questa ideologia e che abbia dunque bisogno di esorcizzarla quotidianamente dalle teste degli sfruttati! Tanto più che oggi la capacità di resistere all’imperialismo e di infliggergli duri colpi è di nuovo tornata ad essere concreta e alla portata di tutti: in Iraq soprattutto, ma anche in Palestina, in Asia e in America Latina.
Lo spazio politico e “pratico” delle teste rasate di oggi è giustificato perciò anzitutto dalla guerra imperialista che l’Italia si trova a combattere in Iraq in prima fila. Una guerra che, come tutte le guerre imperialiste, si combatte anche “dentro” i paesi imperialisti, contro i potenziali sovvertitori dei piani della borghesia, definiti “terroristi” tanto quanto i resistenti di oggi in Iraq e tanto quanto i resistenti-banditi di ieri durante la Resistenza europea al nazifascismo.
E’ la guerra imperialista pertanto il terreno principale, oggi, dello scontro tra sfruttati e sfruttatori, ed è l’imperialismo il nemico comune da abbattere, un imperialismo del resto sempre più simile al nazismo e al fascismo e che vede Bush e Sharon fare da degni eredi di Hitler e Mussolini.
Senza lotta all’imperialismo non c’è vero antifascismo


Contro la guerra imperialista, appoggiamo la Resistenza in Iraq, Palestina, Asia, America Latina!
Nessuno spazio ai fascisti, e nessuno spazio a chi fa sconti al fascismo, anche a sinistra!
Boicottiamo attivamente il 10 febbraio, giornata dell’anticomunismo!



Coordinamento di lotta per la Palestina coordpalestina@arabia.com coordpalestina@arabia.com

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