21/02/2005: IV Seminario Politico dei Partiti Comunisti d’America Latina ed Europa


Porto Alegre, 22 - 24 gennaio 2005

"I processi d’integrazione oggi in America Latina, continente in trasformazione, in Europa e fra le Regioni"

Relazione del PC della Grecia

Cari compagni:
Mi permetto, anzitutto, di ringraziare profondamente a nome del nostro Partito, i compagni brasiliani che ci ospitano, i compagni del PC dell’Uruguay, quelli di Cuba e Spagna per tutte le attività preparatorie; mi congratulo anche a nome del CC del PCG con i compagni dell’Uruguay per il successo del Fronte Ampio nelle elezioni presidenziali, con quelli dell’Argentina per il successo del loro Congresso, e porgo ai compagni del nostro Cile i migliori auguri per il miglioramento delle condizioni di salute della compagna Gladys Marín.

Vogliamo esprimere ancora la nostra solidarietà con la lotta dei paesi della regione per i diritti sociali e democratici, contro l’Alca e la sua versione militare, il Piano Colombia, ora denominato Iniziativa Regionale Andina, ed il Piano Puebla-Panama.
Vogliamo anche trasmettere la solidarietà attiva dei comunisti greci e di una gran parte del popolo greco con la Rivoluzione ed il popolo di Cuba. Condanniamo soprattutto il nuovo ed aggressivo piano del governo di Bush contro Cuba, l’incarceramento dei 5 patrioti cubani a Miami e le continue attività provocatorie degli Stati Uniti.

Apprezziamo e salutiamo le importanti forme di resistenza dei popoli che difendono la loro indipendenza e sovranità nazionali, in particolare il rafforzamento delle forze del governo bolivariano in Venezuela. La realizzazione del XVI Festival Mondiale della Gioventù e gli Studenti a Caracas nel prossimo agosto, sarà un fatto culminante per il movimento antimperialista giovanile ed un passo importante per promuovere la solidarietà antimperialista coi popoli in lotta dell’America Latina e di tutto il mondo.

In quest’occasione vogliamo condannare l’escalation militare che ha scelto il governo di Uribe, e condannare ancor più il sequestro del quadro delle FARC Ricardo González a Caracas in violazione della sovranità del paese, come l’estradizione di Simón Trinidad negli Stati Uniti.
Il recente disastro in Asia sudorientale ha ben mostrato del saccheggio coloniale ed imperialista dei paesi in via di sviluppo da parte delle grandi potenze e multinazionali, i programmi del FMI e della Banca Mondiale, il carattere inumano dello sviluppo capitalista.

Cari compagni:
Temi come quelli che qui discutiamo impegnano a fondo il nostro Partito, perfino in occasione del nostro 17° Congresso che si svolgerà dal 9 al 12 di febbraio 2005.
Al PCG interessano molto gli avvenimenti politici in America Latina. Seguiamo per quanto ci è possibile lo sviluppo delle varie forme di cooperazione interstatale che si presentano in America Latina, l’ALADI, il MCCA, il CARICOM, il Gruppo Andino - Comunità Andina, il MERCOSUR, il G3, l’Associazione degli Stati dei Caraibi.

Con particolare interesse seguiamo la resistenza dei popoli contro il piano imperialista dell’Alca, e l’iniziativa alternativa dell’Alba, che Cuba e Venezuela hanno varato in dicembre.
La politica del PCG di fronte alle aggregazioni capitaliste e all’Unione Europea, è la scelta di una strategia per la trasformazione socialista del nostro paese. La creazione di unioni interstatali, come fu la Comunità Economica Europea e come è oggi la UE, è un fenomeno caratteristico della tappa imperialista del capitalismo. La sua natura si risolve in ultima istanza nei rapporti di produzione su cui si basano.

Per il PCG la UE non è a senso unico, perché neanche il capitalismo lo è. Il suo futuro è legato all’avanzamento della lotta di classe in ogni paese. Nella misura in cui il movimento antimperialista e antimonopolista accumuli forze e porti cambiamenti a livello di potere, la UE s’indebolisce.
Nelle elezioni del 2005 per l’Europarlamento, il PCG ha evidenziato la sua proposta per slegarsi della UE e la “resistenza-disubbidienza-indisciplina” alla UE è la sua politica, è la precondizione per la difesa dei diritti popolari, per una politica a beneficio del popolo, per la rivendicazione di rapporti economici su base egalitaria. Questa proposta ha avuto ampia eco tra i lavoratori, producendo un aumento della forza del nostro Partito che ha guadagnato il 9,5 % dei voti.

Il PCG lotta per un movimento a livello europeo che per oggi resisterà e metterà ostacoli alla UE, lotterà per il suo indebolimento, farà la strada per l’altra Europa, quella socialista. L’Europa sarà unificatrice in modo capitalista o socialista. Non esiste una terza strada o una strada intermedia.
Il gran capitale nel suo insieme si è avvantaggiato dalla partecipazione del nostro paese nella UE. I lavoratori ne hanno ricavato un aumento dello sfruttamento, privatizzazioni, austerità e povertà, sono state colpiti previdenza sociale e diritti democratici, il contadini piccolo e medio è scomparso, è aumentato il supersfruttamento degli immigranti, è aumentato il razzismo.

Non si è stato confermato che la UE portava coesione sociale, e nemmeno che potesse essere un agente di pace.
L’ampliazione della UE produce la disuguaglianza più profonda, porta alla conformazione di stati satelliti dei paesi potenti. Il trattato “costituzionale” fortifica istituzionalmente questa unione imperialista, cede nuovi diritti sovrani dei paesi, rinforza ancora più la disuguaglianza a beneficio dei paesi più forti, militarizza l’Unione Europea, legalizza l’intervento militare preventivo a nome della minaccia terroristica, aspira a fare della UE il secondo gendarme, al fianco degli Stati Uniti.

Contemporaneamente, si acutizzano le contraddizioni interimperialiste, le contraddizioni tra gli Stati Uniti e la UE. La UE rivendica per sé l’uguaglianza nelle vicende imperiali, vuole mietere i frutti dell’aggressività imperialista. I piano Stati Uniti-NATO-G8 sulla “esportazione” della democrazia nel Grande Medio Oriente è un esempio di come si presentano contemporaneamente la cooperazione e le contraddizioni.
Si acutizzano, inoltre, le contraddizioni all’interno della UE, si incrementano le sue caratteristiche reazionarie. Nei nuovi paesi della UE esistono proibizioni contro i comunisti ed i suoi partiti. Centinaia di migliaia di lavoratori sono privati di diritti fondamentali, tra essi il diritto al voto. L’anticomunismo si incrementa.

Nell’ultima conferenza è stata formulata l’idea che “le convinzioni estremiste ed il reclutamento di terroristi sia legato”. Poche settimane dopo, il primo ministro della Slovacchia accusa il PC della Slovacchia di “estremismo politico”. Nella stessa conferenza si è decisa l’adesione della Turchia. Vale la pena ricordare che nessuna forza della Sinistra turca ha apprezzato l’inizio delle negoziazioni per l’adesione con la UE, mentre le forze più importanti sono esplicitamente contro la UE.
In questa stessa conferenza sono state prese decisioni importanti sullo sviluppo interno della UE e la sua capacità di avere un impatto a livello “mondiale” – con la pianificazione dettagliata compresa nel documento “Difesa europea: OTAN/EU, deliberazione, pianificazione ed operazioni.”

Il nemico “interno” e “esterno” della UE, è lo stesso: sono i popoli ed i loro movimenti.

Il carattere imperialista della UE si manifesta anche nelle sue relazioni con l’America Latina, di cui è il suo primo creditore. La politica della UE, come viene descritto nel testo di strategia regionale 2002-2006, si inserisce nel processo di liberalizzazione multiraterale del commercio internazionale che si sta sviluppando in seno all’OMC.

In questo stesso documento si può leggere reiteratamente l’idea che “tutta l'America Latina è guidata oggi da regimi democratici ad eccezione di Cuba."
Abbiamo letto con molto interesse la critica che hanno fatto i movimenti riuniti in occasione della III Conferenza dei Capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea, America Latina ed i Caraibi, dove si segnala che “le attuali proposte neoliberali della UE verso l’America Latina non rappresentano un’alternativa all’Alca. Piuttosto si attengono alle misure economiche prescritte dal FMI, il BM, il BID e l’OMC. L’Unione Europea utilizza le politiche di cooperazione come orchestra per la penetrazione delle sue imprese. D’altra parte, gli accordi di cooperazione in materia di sicurezza contribuiscono alla militarizzazione del continente.”

E che “gli accordi bilaterali spingono tanto in Europa come in America Latina gli stessi modelli che esacerbano la disoccupazione e la precarietà lavorativa, trasformando in merci la salute, l’educazione, i servizi pubblici, la cultura e la previdenza sociale, tra l’altro, oltre a provocare la sparizione dell’agricoltura famigliare attraverso la Politica Agricola Comune (PAC). … Quello è il modello di “coesione sociale” che la UE pretende di promuovere in America Latina ed i Caraibi.” (..)

Un fatto importante lo costituisce la comparsa di movimenti che con le loro richieste ed obiettivi di lotta tendono a toccare tutto lo spettro della politica imperialista. Nelle sue file si fa una lotta molto dura tra forze riformiste ed opportuniste, forze che espongono la necessità di soluzioni radicali in un direzione antimperialista.

Negli organi di direzione del Foro Sociale Mondiale e le sue strutture regionali, predominano forze della socialdemocrazia. Rappresentanti di club imprenditoriali, forze governative ed apparati di paesi imperialisti, svolgono perfino un ruolo importante. Varie forze socialdemocratiche dell’Europa aspirano a manipolare quei movimenti in appoggio all’imperialismo francotedesco, in una lotta contro l’amministrazione neoliberale, ma senza una direzione antimperialista, per promuovere così il rinascimento del “centro-sinistra” e della socialdemocrazia.

Si ascoltano opinioni che valutano l’esistenza del cosiddetto movimento antiglobalizzazione come la fine del movimento "comunista", che annullano il contributo del socialismo del secolo XX. Concezioni che promuovono un socialismo con mercato capitalista, in contraddizione radicale con la continuità storica del socialismo che abbiamo conosciuto, con la continuità storica del movimento comunista.

Il nostro Partito ritiene che il cambiamento nei rapporti di forze non cambia il carattere della nostra epoca, come epoca della transizione al socialismo. Il mondo necessario, possibile e diverso per i popoli è il socialismo. In queste condizioni è di vitale importanza il contrattacco ideologico del movimento comunista che crede nella necessità ed il realismo della lotta per abbattere il capitalismo.

A nostro giudizio, l’internazionalizzazione della lotta contro l’imperialismo e le sue organizzazioni, non può acquisire un carattere di forte prospettiva di massa, se non si appoggia su un movimento comunista forte. Questa è una precondizione per promuovere l’alleanza dei comunisti con forze antimperialiste, antimonopoliste, antineoliberali, patriottiche, rivoluzionarie e con movimenti di liberazione nazionale, cioè un’alleanza antimperialista più ampia. L’organizzazione di questo movimento coordinerà e promuoverà l’azione comune, non cancellerà l’indipendenza di ogni partito e la sua responsabilità di fronte alla classe operaia ed il movimento del suo paese, si baserà sul principio dell’uguaglianza.


http://www.autprol.org/