20/04/2005: Nessuno mi vuole giudicare


Questa volta sono io a chiedere qualcosa, e non me ne vergogno.
Chiedo esplicitamente la vostra solidarietà, perchè è evidente che mi vogliono far fuori.
Le mie inchieste, le mie denuncie, hanno messo a dura prova il sistema, ecco perchè è oramai dal 1997, ma segnatamente dall'ottobre del 2003, che sono diventato oggetto di una persecuzione senza limiti, sfacciata, forte dell'indifferenza di tutti gli addetti ai lavori più scandalosa di quelle tante che io stesso ho denunciato e nella maggior parte dei casi, anche risolte.
Quando il Tribunale del Riesame mi scarcerò, specificò che l'annallullamento dell'ordinanza di custodia cautelare a mio carico era dovuta al fatto che non era ravvedibile alcuna responsabilità penale in occasione della mia candidatura nelle politiche del 2001.
Le successive indagini portate avanti dallo stesso p.m. che richiese il mio arresto hanno solo aggiunto nuove prove a mio sostegno, a cominciare dalla regolarità delle sottoscrizioni per la mia candidatura, e ciò nonostante la procura ha richiesto il mio rinvio a giudizio.
Fin quì i fatti sono più o meno noti, ma ora comincia l'incredibile, il grottesco.
E' stata proprio la mia difesa, infatti, a sollecitare la fissazione dell'udienza preliminare in modo da chiudere una volta e per tutte questa vergognosissima pagina di malagiustizia, ma il problema è che ora nessuno mi vuole giudicare.
La mia udienza preliminare era, infatti, fissata per il 4 aprile, senonchè il giudice per l'udienza preliminare designato, si è astenuto dichiarando di aver già giudicato i Nuvoletta, quel clan, cioè, che io avrei secondo la prospettazione dell'accusa agevolato presentandomi candidato nel 2001..tanto da risultare l'ultimo dei non eletti.
Voi l'avete mai visto un clan che opera in una certa zona, che fa un patto elettorale col proprio candidato e poi il candidato risulta il meno votato, mentre il più votato viene indagato a piede libero?
Mi sapete, quindi, spiegare perchè se al cospetto di questo giudice mi trovavo io solo, stralciato, e non già insieme ai Nuvoletta, questi si è dichiarato incompatibile a giudicarmi?
Fatto è che, poichè a distanza di 18 mesi dal mio arresto non è stata ancora celebrata l'udienza preliminare e poichè anch'io ho diritto ad un giusto processo in termini ragionevolmente brevi come codici, costituzione e convenzione europea stabiliscono, e poichè non è affatto simpatico portarsi appresso un carico pendente infamante quale quello
del concorso in associazione a delinquere di stampo mafioso, i miei difensori subito dopo l'inopinato rifiuto a giudicarmi del primo giudice hanno richiesto al presidente del g.i.p. presso il tribunale di Napoli l'assegnazione del processo ad altro giudice, nominato il quale, anch'egli si è astienuto..motivando che il suo avvocato gli ha prospettato la possibilità..un domani di costituirsi parte civile contro di me in altro processo a mio carico pendente presso il Tribunale di Perugia.
E no! ora basta, sempre processi, sempre imputazioni, azioni disciplinari, ma chi sono io, un mafioso? giudicate voi che sapete e che mi avete conosciuto.
Chi vuole la mia fine?
Un ristretto, ma potente, gruppo di p.m. in forza alla Procura di Napoli, la gran parte degli avvocati napoletani: i primi, perchè non mi sono mai allineato, cioè venduto, i secondi perchè, a furia di vincere cause, si sono sentiti ridicolizzati agli occhi dei propri assistiti.
Quell'ordinanza di custodia cautelare fù studiata e concertata a tavolino, mi hanno reso la vita impossibile, voi non potete minimamente immaginare cos'era per me un giorno in tribunale: peggio che camminare su un campo minato!
Hanno tutti l'interese a tenermi "sospeso", nel limbo dei giudicabili, non mi vogliono giudicare perchè sanno che verrei prosciolto per sempre, perchè quelle non sono nemmeno degne di essere chiamate accuse. Caro Dorigo, come sai ho cercato in tutti i modi di fare e creare un'avvocatura democratica, come da te auspicato e condiviso, un'avvocatura che non prendesse soldi da i non abienti, un'avvocatura che avesse a cuore la giustizia, prima che il profitto, e ne pago le conseguenze da quasi 10 anni.
Ora basta!
Se entro il 9 di maggio, prossimo rinvio, nessun giudice sarà disposto ancora a giudicarmi, io, intanto, chiederò la cancellazione dall'albo degli avvocati, tanto, così, non si può nemmeno lavorare, salvo cospargermi di benzina all'ingresso del tribunale di Napoli e darmi fuoco, e che il mio non venga inteso quale atto di debolezza, al contrario, le mie carni bruceranno ma con loro anche le infamità che mi hanno fatto e che stanno attaccate sulla mia pelle al pari di quelle zecche che mi fecero compagnia in cella.
Se ciò accadrà, la responsabiltà sarà di tutti. Io ho realmente fatto qualcosa per i deboli, per i perseguitati, ora mobilitatevi, e voi sapete farlo, se volete che questo schifo cessi, io non ce la faccio più.
Come vedete, non ho fatto il minimo riferimento alle mie patologie, c'è qualcosa che mi stà uccidendo di più: questa imputazione.
Tu, Samantha, tu Giuseppe, avete dei miei carteggi inediti circa le persecuzioni che dal lontano 97' ho subito, specie per i referendum anti 41 bis, ora rendeteli pubblici.
Da stamane ho iniziato lo sciopero totale della fame: voglio essere giudicato, non chiedo di essere assolto, voglio solo essere giudicato.
Mi rivolgo a voi tutti Compagni, perchè è a voi, alla nostra comune causa, che ho dedicato senza soluzione di continuità gli ultimi 3 anni della mia esistenza.
Vi voglio bene, ma non recedo, fate qualcosa.
Sto leggendo e rileggendo quanto scrittomi da Francesco Catgiu: "perchè proprio a te?"
Lo è andato a trovare Sergio Simpatico mercoledì, sta subendo oltre l'inverosimile.
Ecco il loro vero obiettivo: levare voce a certi prigionieri, fare in modo che ciò che accade nelle carceri non si sappia, fare in modo che nessuno più se fotta dell'archiviazione del caso Lonzi, debbo continuare?

Vittorio Trupiano

http://www.autprol.org/