01/06/2005: MENTRE SAGUNTO BRUCIA, A ROMA SI CONTINUA A DISCUTERE!!!


Ieri 26 il solito Vitello ci ha espropriato di altri 5 compagni, fra cui 3 amici e fratelli, con cui condividevamo la nostra lotta per la libertà e la giustizia sociale nella Tuscia.
Nella stessa giornata un altro PM, quello di Bologna, privava della libertà altri 5 compagni in varie parti d'Italia. Il tutto solo pochi giorni dopo gli arresti di Saverio, Salvatore ed altri 3 compagni di Lecce e altri 7 arresti in Sardegna.
Guarda caso tutti questi arresti hanno in comune il reato addebitato: il solito 270bis. Insomma quell'articolo di codice che permette ai servi dello Stato di tenere in galera tutti coloro che non si piegano alle regole di questo Stato senza produrre prove di qualsiasi tipo.
Come possiamo scordare che altri 4 compagni sono privati da 10 mesi della loro libertà (sempre con la stessa imputazione) con prove inesistenti anche per il cosiddetto Tribunale del Riesame, che nel confermare gli arresti diceva: gli indizi sono labili, con queste prove sarebbero sicuramente assolti, allora li teniamo dentro in attesa che arrivino le prove.
Adesso invece di presentare prove, il Vitello presenta nuovi imputati, in modo da ottenere eventuali supplementi d'inchiesta, e in modo da supportare con questi arresti gli arresti di 10 mesi fa. E qualcuno continua a chiedere la giustizia giusta e ad invocare lo Stato di diritto!!!
Ma noi che non ci siamo mai fatti imbambolare da queste baggianate, non scriviamo queste righe per piangere o lamentarci per questi arresti, sono cose che da sempre abbiamo messo in conto.
Se scriviamo è perchè vorremmo che tutti i compagni, che vogliono lottare contro lo Stato e il Sistema che lo produce, cominciassero a ragionare e a discutere della fase che stiamo attraversando, per comprendere quali armi repressive stanno cercando di utilizzare e quali sono gli strumenti che si possono mettere in campo per contrastare i mezzi usati dai servi del Potere.
Sappiamo benissimo che l'uso del 270, del 270bis non è nuovo, ma sappiamo anche che l'uso di questi articoli del codice penale di questo Stato negli ultimi anni è diventato sempre più frequente, ossessivo oseremmo dire.
Perchè? Noi pensiamo che ciò sia dovuto alla stessa debolezza di questi articoli. Spieghiamo.
Nel processo Marini è stato utilizzato per la prima volta (almeno in tempi recenti) questo articolo del codice, perchè ci si era resi conto che era l'unico strumento utilizzabile per colpire un movimento, quello anarchico, che non poteva essere colpito nel suo insieme con le "leggi normali".
Infatti sapevano che, forse potevano riuscire a condannare qualcuno per "reati specifici", ma nell'insieme non avevano strumenti per reprimere tutti.
Ma, come si è poi visto, neanche il 270bis funzionava, tanto è vero che, almeno sotto quell'aspetto il processo è stato un flop. Perchè?
Perchè il 270bis era stato scritto (e pensato) in un'altra fase storica, quella degli anni '70, quando a contrastare un Sistema ancora basato sulla centralità della fabbrica erano delle forze fondate sulla centralità della classe operaia e abbastanza strutturate a livello non solo programmatico, ma anche organizzativo. Pertanto quando il Codice recitava: "Chiunque promuove, costituisce, organizza o dirige associazioni che si propongono il compimento di atti di violenza con fini di eversione dell'ordine democratico è punito con la reclusione da 7 a 15 anni. Chiunque partecipa a tali associazioni è punito con la reclusione da quattro a otto anni". era già attrezzato a reprimere duramente (più duramente di quanto faceva il 270 del codice Rocco) quelli che all'epoca lottavano contro il Sistema.
Ma con lo smantellamento della centralità operaia, la precarizzazione del lavoro e la frantumazione dei rapporti sociali, anche le organizzazioni politiche conosciute in quegli anni erano entrate in crisi ed in gran parte si erano dissolte.
Scende in campo (per usare una terminologia cara al comandante del ministro di polizia Pisanu) a contrastare il Sistema un'altra lotta condotta non più da organizzazioni strutturate, con direzioni e comitati centrali, ma da individui o collettivi poco strutturati e non riconducibili direttamente a...
Il Sistema entra in crisi. Per due motivi: prima di tutto perchè tecnicamente non riesce a venire a capo della nuova situazione; e soprattutto perchè in una fase di crisi strutturale del sistema economico non è in grado di garantirsi quel consenso sociale, che finora gli ha permesso di isolare chi non si piegava alla sua logica.
Ed allora il Potere cerca di aggiornare ed affinare le tecniche repressive, preparando (come da tempo il già citato Pisanu promette) un nuovo comma del 270 (il quater) specificamente contro gli anarchici e contro gli altri rivoluzionari non reprimibili coi commi precedenti.
Quali sono i passi che si sono succeduti (e per certi versi si succedono) verso quell'obiettivo?
Non esistendo la grande associazione, si è provato a cercare le piccole organizzazioni.
Con l'inchiesta di Taranto del 2001 si perseguirono alcuni compagni per il 270bis locale. In parole povere si diceva che esisteva un'organizzazione di tipo locale, che aveva in programma di commettere reati in ambito locale.
Quell'inchiesta passò quasi in sordina nell'ambito dei compagni, e fu un male, perchè non ci si rese conto che era un primo banco di prova, per saggiare la capacità di resistenza ad un salto di qualità che il Sistema faceva in campo repressivo.
Il banco di prova fece un ulteriore passo in avanti con l'inchiesta denominata Sud Ribelle. Infatti pure lì non si parlava di un'organizzazione strutturata come nei tempi passati, ma di un coordinamento fra varie organizzazioni, che avevano in comune alcuni obiettivi (nello specifico, per Fiordalisi, portare a Genova lo scontro reale del Sud d'Italia e del mondo in generale).
Quella volta una certa resistenza venne fuori, anche per la notorietà di qualche imputato, ma anche questa resistenza si ammosciò presto, lasciando intravvedere ai PM di tutt'Italia la possibilità di alzare il tiro: se si era riusciti a colpire "i buoni del movimento", si poteva riuscire a maggior ragione a colpire "i cattivi" anarchici o no che fossero. Ed infatti dopo pochi mesi cominciano a proliferare inchieste locali per il
270bis.
Però si segue un'altra tecnica: dapprima il Vitello apre quella che dovrebbe nei suoi piani essere "la madre di tutte le inchieste", l'inchiesta Cervantes, in cui ipotizza l'esistenza su scala nazionale di un'associazione finalizzata a compiere attentati ed altro, associazione non più strutturata secondo i vecchi canoni, ma strutturata secondo gli ormai famosi gruppi di affinità.
Per dimostrare l'esistenza di questa famosa associazione, ecco che arrivano zelanti PM ad aprire le inchieste locali.
A dire il vero il primo che apre le inchieste locali è proprio lo stesso Vitello, che il 17 Febbraio del 2004 apre un'inchiesta contro il Comitato cittadino contro il carcere e la repressione sociale di Viterbo, dove ipotizza, oltre allo scontato 270bis, il coinvolgimento dei compagni negli stessi reati citati nell'inchiesta Cervantes. E per spiegare meglio agli altri PM qual'è l'obiettivo che si vuole perseguire (cioè l'accorpamento delle varie inchieste locali in una nuova grande inchiesta) il 27 Luglio dello stesso anno inserisce buona parte di quelli del Comitato anche nell'inchiesta Cervantes. Non solo, inserisce nella Cervantes anche un compagno inquisito per un'altra inchiesta locale in Toscana.
E finalmente anche gli altri PM capiscono ed aprono anche loro inchieste sempre per il 270bis in varie parti d'Italia.
Ed ecco quindi inchieste in Sardegna, a Lecce, Bologna ecc.ecc.
Inchieste che dapprima partono a livello locale, a volte senza nemmeno ipotizzare il 270bis, come è avvenuto a Pisa, dove l'indagine sulle C.O.R. solo in un secondo momento viene trasferita a Firenze con l'aggiunta di quel reato, ma come ormai recitano quasi tutti i PM vanno inserite nel variegato fenomeno anarco-insurrezionalista, ipotizzando l'auspicata (da parte di Vitello e Pisanu) unificazione di tutte le inchiesta.
Sembra insomma che stanno preparando un processo Marini2. Naturalmente anche Pisanu si prepara a fare la sua parte, ed infatti dopo la retata dei giorni scorsi in Sardegna si è affrettato a dire che quell'inchiesta poteva dare la stura alla nuova legge contro gli anarco-insurrezionalisti.
Ma come fare per approvare questa legge, senza avere grossi intoppi?
Semplice, con l'unità nazionale. Proprio in questi giorni, la Confindustria, Ciampi e di converso il governo fanno appelli alla responsabilità di tutti: ai sindacati a spegnere le proteste, all'opposizione a fare la sua parte nella grave congiuntura economica e così via. E questo nuovo clima idilliaco che si vuole instaurare in campo istituzionale dove credete che trovi il cemento se non nella lotta comune contro "il terrorismo"? Figuriamoci se anche i sinistri non troveranno logico e sacrosanto questo comportamento del governo, a parte forse Rifo, che però sicuramente lascerà fare per amor di governo.
Il resto è cronaca di questi giorni, e non la ripetiamo.
Solo un ultimo inciso vogliamo fare: quasi sempre viene reiterato il leit-motiv degli arresti senza prove. Ora forse può essere anche giusto ribadire questo nell'intervento sociale, per far rimarcare il fatto che questi demonizzano per parare se stessi, ma parlando fra di noi è inutile rimarcarlo, perchè lorsignori si sono inventato il 270bis proprio per questo, per colpirci senza aver bisogno di produrre una sola prova.
Non a caso, come abbiamo visto l'articolo 270bis recita: "Chiunque promuove, costituisce, organizza o dirige associazioni che si propongono il compimento di atti di violenza con fini di eversione dell'ordine democratico è punito con la reclusione da 7 a 15 anni." Non dice associazioni che compiono atti di violenza, ma associazioni che si propongono il compimento di atti di violenza. Per cui i PM non hanno bisogno di produrre prove, loro devono solo dimostrare che uno vuole sovvertire lo Stato. Ora a meno che uno non abiuri......
Ma pensiamo sia venuto il momento di cominciare a scambiarci le idee su questi temi e di cominciare a vedere il da farsi, se vogliamo andare maggiormente preparati all'attacco che lo Stato sta sferrando.
O vogliamo continuare così?

L'Avamposto degli Incompatibili

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