24/09/2005: Per una reale scadenza generale di movimento contro la guerra


Nessuna iniziativa di massa è sbagliata, ma c'è n'è una, quella contro la guerra, contro la spedizione neocoloniale in Iraq che si impone come scadenza generale, scadenza reale, partecipata e combattuta a molti livelli. Perché?

Le varie iniziative per il salario, contro il carovita, per il reddito, contro la repressione, per i migranti, contro il precariato, contro il taglio dei servizi etc, sono tutte giuste ma c'è n'è una che ha il carattere di iniziativa generale: è quella contro la guerra, specificamente quella che imponga alla borghesia imperialista italiana, al blocco di forze che essa influenza ai suoi governi di centro destra e di centro sinistra la fine dell'aggressione all'Iraq. Occorre una campagna di movimento, diffusa e centralizzata assieme, una vera scadenza generale, asse di ricostruzione delle forze di opposizione, delle forze di contrasto reale, delle forze antagoniste, delle forze rivoluzionarie.

Perché questa iniziativa è centrale?
Perché la questione della guerra è centrale. Anche i ciechi vedono che Berlusconi si regge essenzialmente a causa del suo assoluto servilismo verso gli americani, verso Bush, verso i predoni che hanno fatto della guerra lo strumento principale del loro dominio, la loro vera risposta alla nuova grande crisi generale.
La nuove leggi repressive, le nuove regolazioni del comando, le nuove tecniche di scomposizione e dominio provengono tutte dalla guerra imperialista, divenuta infinita.
La guerra ha costi economici, sociali politici enormi. I salari, i redditi, i servizi vengono erosi. Basti pensare a dove è andato a finire il prezzo dei prezzi, quello del petrolio, con le conseguenze che ciò ha sui trasporti, riscaldamento etc. Né ciò induce gli imperialisti a fermarsi, al contrario nuove fasi della guerra sono pianificate, nuovi fronti sono in organizzazione, la catena delle basi della guerra raddoppia. Basta andare a vedere Camp Derby, ad Aviano, a cam Ederle, tutte basi che stanno raddoppiando. Cadono tutti i riformismi di riconversione ecologica umanitaria, le utopie sulla smilitarizzazione "compatibile" .
Non c'è alcuna altra possibilità che prendere atto di questa realtà e combatterla.
In Europa l'anello debole della guerra può essere proprio l'Italia, il paese dove c'è stato il maggior movimento di massa, il paese che è stato tradito da questa classe politica di ladroni che ha preferito gli affari di Bush dei petrolieri, di berlusconi e dei suoi ladroni. Il risultato è quello che abbiamo sotto gli occhi: una decadenza di tutto il paese.
Non c'è da aspettare alcuna elezione, come sempre il movimento deve fare la sua parte nei suoi luoghi propri: nelle piazze, nelle strade, nei posti di lavoro e di studio.
Avevamo espresso chiaramente il nostro no alla guerra. Hanno fatto quello che Bush ha voluto. L'Italia si ritrova in merda più di prima, molto più di prima.
Bisogna prenderne atto e non rifugiarsi nel cielo dell'ideologia, bisogna costruire una campagna, una vera scadenza generale di movimento, come lo fu il luglio 60. Come fu il 68-69, come fu genova 2001. Bisogna metterli di fronte alle loro responsabilità. Bisogna metterli fuori gioco. Prima che sia troppo tardi!Questo è il vero terreno del conflitto, oggi.
Il tour di Haj Alì il torturato incapucciato di Abu Grhaib può essere un primo momento di incontro nazionale di tutte le forze di movimento, quello vero e non quello virtuale asservito ai blocchi di potere in cambio di alcuni piatti di lenticchie a qualche carrierista.
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