12/10/2005: +++ L'ALTRA FACCIA DELLA SPIRALE


Nuove forme di espressione e organizzazione si sviluppano, disordinate, per creare relazioni, per produrre, per immaginare. Senza nessun piano preciso, ma con tante idee condivise, ogni giorno, qualche volta in prima pagina, nascono nuovi modi per vivere in questo mondo, modi di vivere che a volte multinazionali e fondazioni miliardarie tentano di sfruttare per i loro profitti e le loro quotazioni in borsa.
Tentativi goffi di colmare il "pericoloso vuoto normativo" con leggi dettate dalla battaglia di civilta', dal terrorismo internazionale, dalle necessita' di sapere tutto di tutti, dall'umidita' e dalle cavallette hanno creato un quadro in cui la legislazione, e la sua applicazione, e' solo un "punto di vista", adattabile alle esigenze, alle simpatie e alle prime pagine dei tabloid piu' alla moda.
Nel dubbio, le istituzioni cercano di chiudere il recinto, in maniera confusa, contraddittoria e frettolosa. Lavorano alacremente per creare una mentalita' chiusa, del terrore; costruendo i pericoli che servono a scongiurare un uso "improprio" della rete, cercando di realizzare il centro commerciale globale, sicuro e ben illuminato.
Si procede reprimendo, lenti ma non troppo, tutti coloro che mettono in
discussione questa nuova, ma non troppo, mentalita'; abilmente
sponsorizzata.
Questo, ma non solo questo, ha determinato negli ultimi anni, non soltanto nei cosiddetti paesi canaglia, ma anche nei sedicenti paesi democratici, la violazione piu' o meno palese di quanto si usa definire diritti civili, liberta' di espressione e di parola:
la sistematica intercettazione dei canali di comunicazione, la moltiplicazione di sequestri di siti e caselle di posta, tentativi piu' o meno riusciti di censura dell'informazione scomoda e indipendente, la criminalizzazione dello scambio, della condivisione.
Da immagine commerciale di regno delle meraviglie, Internet, si trasforma, secondo le necessita' del momento, in un inferno di pedofili, truffatori e terroristi.
Calati, nostro malgrado, in questo scenario e partendo da quanto abbiamo vissuto finora, abbiamo provato a immaginare un sistema diverso per organizzare i nostri servizi, per ribadire la nostra volonta' di R*Esistere.
In questo testo non troppo lungo cerchiamo di spiegarvi che cosa ci accingiamo a fare.


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+++ ONE NET BEYOND

Un network di comunicazione resistente
In questo fosco contesto, l'innegabile pericolo che costituisce l'accentramento in un solo punto di tante risorse sensibili, ci ha condotto a riflettere su come strutturare i servizi di A/I in modo da resistere meglio al crescente desiderio repressivo vissuto anche sulla nostra pelle con il caso Trenitalia [1] e la recente vicenda di Aruba [2].
L'intento era quello di creare infrastrutture di comunicazione che non possano essere annichilite se non almeno con uno sforzo piuttosto grande da parte di chi ci vuole male.
Convinti che creare un fortino inespugnabile, isolato dal mondo, non avesse senso, abbiamo optato per una soluzione che distribuisse il carico dei servizi e degli utenti (e quindi i loro dati sensibili) su molti server, facilmente rimpiazzabili nel giro di poco tempo. Abbiamo quindi privilegiato una struttura decentralizzata, con molti nodi intercambiabili, rispetto a una centralizzata, probabilmente piu' facile da realizzare, ma secondo noi meno efficace.

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+++ PIANO R*

Il Piano R* prevede la distribuzione di vari server, e quindi dei servizi, in diversi provider sparsi in giro per il mondo (siamo sempre in cerca di Provider o ISP disponibili a accogliere le nostre macchine).
Ogni server ospita tutti i servizi fondamentali offerti da A/I e alcuni servizi specifici, oltre a una copia delle informazioni necessarie a ricreare l'intera infrastruttura (configurazioni e database utenti in particolare).
I dati pubblici (principalmente siti web) sono dislocati sui diversi server, in modo che sia molto difficile rendere inaccessibile un singolo contenuto agli utenti.
I dati personali (principalmente le mailbox) sono anch'essi distribuiti sui vari server, in un'ottica di "riduzione del danno".
Abbiamo ritenuto piu' importante salvaguardare la possibilita' e la riservatezza delle
comunicazioni piuttosto che impegnarci a fare infinite copie di mail private da sparpagliare in giro.
In caso di compromissione di un server, tutti gli utenti verrano trasferiti, senza necessita' di riconfigurazioni, sulle altre macchine appartenenti al network, tentando di garantire cosi' la continuita' della comunicazione.
Nel caso in cui tutti i server pubblici venissero manomessi contemporaneamente, vorrebbe dire che la situazione attorno a noi e' ben piu' preoccupante. E non riuscire piu' a spedire le email potrebbe essere un piccolo imprevisto in uno scenario ben piu' complesso.
In quel caso, saremo raggiungibili su Alfa Centauri, dove speriamo che per allora sia pronto il mondo migliore di cui si parla tanto.
Oltre a questo, tutti i dati (chiavi di crittazione in primis) che possono servire a decifrare il traffico si troveranno sull'hard disk dei server soltanto in forma cifrata e continueremo a non salvare i log (i dati necessari all'identificazione delle connessioni da e per la nostra rete) e a non conservare corrispondenze tra identita' e nickname degli utenti.
Le soluzioni pensate cercano di costringere, o quantomeno a invitare, chi voglia intervenire sul server a contattare A/I, in modo da metterci in condizione di conoscere il tipo di intervento, le modalita' e le motivazioni e di garantire la continuita' delle comunicazioni.
Tutte queste cose dovrebbero essere scontate, ma evidentemente nella nostra buffa societa', costruita sulla paura del proprio simile, diventano qualcosa che e' necessario inventare e costruire.
Il piano R* si pone insomma l'obiettivo di:
* Scongiurare un'interruzione forzata delle comunicazioni.
* Poter decidere le modalita' di eventuali interventi da parte di esterni sulla
nostra rete (e quindi sui dati degli utenti).
* Offrire servizi a un numero crescente di persone che non vogliono consegnare
le loro comunicazioni private ai sociologi delle multinazionali (quando siamo fortunati), superando il limite fisico legato all'esistenza di un solo server.
* Fare il possibile, inventando quando serve, per garantire la privacy dei nostri utenti.

+++ LA SVOLTA :)

Per noi e' evidente che tutto questo non basta. Indubbiamente ci pone in condizioni migliori di quelle con cui abbiamo tirato avanti fino a ora, ma la battaglia per diffondere una cultura che si opponga al controllo e alla repressione come panacea di tutti i problemi e' molto piu' complicata di una semplice soluzione tecnica.
Forse l'aggressione quasi maniacale alle liberta' fondamentali di molti che caratterizza questi anni pieni di paure contribuira' a creare le basi per una maggiore cultura dell'autodifesa della privacy e della liberta' di esprimersi e di comunicare. O forse no. E allora tutti gli escamotage tecnici che possiamo inventarci saranno probabilmente inutili.
La nostra speranza e' che sempre piu' persone contribuiscano a formarsi e a formare altri nell'uso degli strumenti, informatici e non, per tentare di fermare le minacce alla liberta' di comunicare e di esprimersi.
Abbiamo lavorato per migliorare i nostri servizi, per renderli piu' resistenti, e continueremo a farlo. Ma questo non puo' e non deve bastare a nessuno.
L'ultima cosa che vorremmo e' creare un falso senso di sicurezza per cui i nostri utenti si sentano nella condizione di delegare a noi la tutela della propria riservatezza. Il mondo che ci circonda ci ha gia' dato prova che "fatto un piano trovato l'inganno", e che non ci sono escamotage o piani infallibili che ci possano sollevare da un continuo e personale impegno nella propria autodifesa.

+++ NOTE
1 Vedasi il caso trenitalia vs zenmai23 e A/I:
http://www.autistici.org/ai/trenitalia/
2 Vedasi il caso A/I Crackdown: http://www.autistici.org/ai/crackdown/

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Il Collettivo Autistici Inventati
Ottobre 2005
http://www.inventati.org - http://www.autistici.org
info@autistici.org
Key fingerprint = C7AE F979 F2EB F748 9703 BD90 8A3A C990 F4B8 FC81
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il Piano R* - http://www.onenetbeyond.org
http://www.inventati.org


http://www.autprol.org/