23/10/2005: Basta con l'isolamento e l'annientamento; appello per una mobilitazione


All'inizio di ottobre il governo ha applicato l'art. 41 bis dell'ordinamento penitenziario contro 7 prigionieri rivoluzionari, arrestati e processati in relazione alle recenti inchieste sulle Br-PCC.
Per la prima volta questo articolo viene applicato a dei compagni. Essi si aggiungono agli oltre 600 detenuti che già subiscono da anni questo trattamento nelle carceri, fra le altre, di Cuneo, Novara, Opera, Tolmezzo, Viterbo, L'Aquila, Parma.
Il 41 bis prevede un drastico aggravamento delle condizioni di vita, sia dal punto di vista materiale sia culturale, affettivo e di socialità, all'interno e verso l'esterno. Una misura restrittiva che mira ad annientare l'identità umana e politica del prigioniero.
In particolare, alla già pesante situazione del carcere duro, si aggiungono le seguenti privazioni:
- le ore d'aria vengono dimezzate o annullate;
- i colloqui non possono durare più di due al mese e si svolgono attraverso vetri divisori che impediscono qualsiasi contatto fisico con i famigliari;
- la corrispondenza, la ricezione di riviste, libri e pacchi (viveri, vestiario) viene limitata e sottoposta a rigidi controlli e censura.
Insomma i prigionieri subiscono la tortura dell'isolamento, rimanendo da soli chiusi in celle "spogliate" per 22/23 ore al giorno.
La tortura dell'isolamento è uno degli strumenti che da sempre gli stati borghesi usano per perseguitare i nemici di classe. In Europa ritroviamo regimi di prigionia simili al 41 bis: la Spagna con il Fies, la Turchia con le celle di tipo F. Tanto più oggi, nel clima di guerra imperialista permanente, pratiche di questo tipo riemergono in modo ostentato, ne sono un esempio gli orrori di Guantanamo, Abu Ghraib.
L'applicazione del 41 bis a questi compagni può rappresentare un primo passo verso la sua estensione.
Rompere il "terrore" dell'isolamento significa impedire l'annientamento dei compagni prigionieri e, allo stesso tempo, contrastare il tentativo d'intimidire e ostacolare la determinazione a lottare.
Per queste ragioni invitiamo tutti a mobilitarsi attraverso l'invio ai prigionieri di cartoline, lettere, telegrammi, riviste, giornali, libri e a far girare la voce nei diversi ambiti della vita sociale (lavoro, scuola, quartiere), in modo da favorire la discussione e preparare il terreno ad una campagna permanente contro il 41 bis.

Ottobre 2005
OLGA (è Ora di Liberarsi da tutte le GAlere)
olga2006@libero.it

http://www.autprol.org/