14/11/2005: Comunicato del Movimento dell'Immigrazione e delle Banlieues (MIB)


«Crepate in Pace fratelli miei, ma crepate in silenzio, che non si percepisca se non la lontana eco delle vostre sofferenze...»

Coloro che non comprendono oggi le cause delle sommosse sono amnesiaci, ciechi o entrambe le cose. Infatti sono 30 anni che le banlieues reclamano giustiza. 25 anni in cui rivolte, sommosse, manifestazioni, Marce, riunioni pubbliche, crisi di collera con rivenicazioni precise sono state formulate.
Già 15 anni che il Ministero della Città è stato creato per rispondere all'esclusione e alla miseria sociale dei quartieri detti sfavoriti. I Ministri passano con i loro pacchi di promesse: Piano Marshall, Zone franche, DSQ, ZEP, ZUP, Emploi-Jeunes, Cohésion Sociale, etc... La banlieue serve da passerella per ministri, eletti e media ammalati di piccole frasi assassine sulle «zone di non-diritto», «i parenti irresponsabili», la
mafizzazione e altre «derive islamiste».
Le/Gli abitanti dei quartieri e in particolare i giovani vengono stigmatizzati e designati come responsabili di tutte le derive della nostra società. Non costa poi caro dare lezioni di civismo e mostrare a dito le «canaglie» o i «selvaggi» dandoli in pasto alla vendetta popolare. E può fruttare molto. Le banlieues diventano una problematica a parte, di cui si affida la gestione alla polizia e alla giustizia. Oggi, ci vengono presentati questi «giovani di banlieue» (sottinteso questi neri e questi arabi) che bruciano come stranieri venuti a fare bordello in Francia.
Perciò dalle Minguettes (1981) a Vaulx-en-Velin (1990), da Mantes-la-Jolie (1991) a Sartrouville (1991), da Dammarie-les-Lys (1997) a Toulouse (1998), da Lille (2000) a Clichy, il messaggio è chiaro: basta coi crimini polizieschi impuniti, basta coi controlli sommari, basta con le scuole fogna, basta con la disoccupazione programmata, basta con gli alloggi insalubri, basta con le prigioni, basta con l'arroganza e le umiliazioni! Basta anche con le giustizie parallele che proteggono gli uomini politici corrotti e che condannano sistematicamente i più deboli.
Queste crisi sono state ignorate o nascoste.
Come sono sempre nascoste le sofferenze silenziose di milioni di famiglie, di uomini e di donne, che subiscono quotidianamente violenze sociali ben più devastatrici d'una vettura che brucia. Attraverso il coprifuoco, il governo vi risponde con la punizione collettive e una legge d'eccezione che dà i pieni poteri alla polizia. Si mette il coperchio sulla pentola e questo segnerà per molto tempo le memorie dei nostri quartieri.
Non ci sarà mai pace nei nostri quartieri finché non ci sarà giustizia e reale uguaglianza.
Nessuna pacificazione né alcun coprifuoco ci impediranno di continuare a batterci per questo, anche dopo che le telecamere si saranno spente...

NESSUNA GIUSTIZIA, NESSUNA PACE!

il MIB - 09/11/2005
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