14/12/2005: Sul rapimento di Daki


Mentre Berlusconi ribadisce seccato che il governo italiano non era a conoscenza del piano della CIA per il rapimento di Abu Omar (Imam della moschea di Milano) e cerca di rilanciare alla Rice la patata bollente di un operazione scandalosa condotta dai corpi scelti del governo Bush a sfregio di qualsiasi legge e convenzione internazionale sui diritti umani, il ministro dell'interno Pisanu firma personalmente l'operazione per il rapimento di Daki.
La Digos è entrata nella sede della Caritas a Reggio Emilia dove era ospitato Daki, lo ha prelevato e lo ha imbarcato sul primo volo per il Marocco, da quel momento, nonostante le autorità italiane sostengano di averlo consegnato alla polizia locale, gli avvocati ed i familiari hanno perso qualsiasi contatto.
Berlusconi ci teneva a far sapere al suo padrone a stelle e strisce che anche lui era in grado di mettere in piedi un rapimento in piena regola e che non gli servivano certo lezioni dalla CIA.
Daki era stato arrestato con l'accusa di terrorismo internazionale ma le due istanze di giudizio a cui è stato sottoposto lo hanno scagionato. Alcune settimane fa Daki aveva denunciato di essere stato interrogato illegalmente da agenti della CIA all'interno del Palazzo di Giustizia di Milano (per la precisione nell'ufficio del giudice D'Ambruoso). Puntualmente dopo questa dichiarazione, Daki è deportato in Marocco e lì scompare. Nonostante Daki fosse stato scagionato dalle accuse che gli si portavano, il governo italiano, tramite il ministro Pisanu, lo ha oggettivamente consegnato a quelle forze (CIA, polizia politica del Marocco, Mossad?) che da giorni lo tengono prigioniero chissà dove e al di fuori di ogni legalità.

Questa è la democrazia di cui si riempiono al bocca la borghesia imperialista e i suoi leccapiedi!
Questi signori devono restringere le libertà individuali, di espressione, di associazione e di opinione per difendere il sistema che li pasce, devono istituire tribunali speciali e forze che agiscano oltre qualsiasi legalità per reprimere tutte le forze che si levano contro il loro dominio e la loro oppressione.
Oggi i teoremi sul terrorismo internazionale vengono usati per istituire leggi speciali e misure d'emergenza; la difesa della patria contro l'invasione islamica, la santa alleanza contro il terrorismo sono armi che la borghesia mette in cantiere per contrastare la rinascita del movimento comunista, per perseguitare antimperialisti, anarchici, antifascisti, ecologisti, per combattere tutti i "banditi" che vogliono rovesciare il suo potere.

Oggi è il 12 dicembre, sono passati 36 anni dalla strage di stato di Piazza Fontana, il ricordo della bomba nella banca dell'agricoltura è vivo nella mente e nel cuore di chi lotta contro la borghesia e il suo dominio ma la faccia più brutale e sanguinaria della borghesia non è un ricordo del passato, è un presente fatto di rapimenti, di CPT, di prigioni come Guantanamo e Abu Graib, delle cariche di Genova e della Val Susa, di migliaia di prigionieri politici, di umanità calpestata in ogni angolo del mondo.

Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo CARC
Sezione di Modena

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