17/01/2006: Le mobilitazioni dei metalmeccanici per il contratto nazionale


Al contratto dei metalmeccanici scaduto da oltre un anno si aggiunge l’arroganza degli industriali che, per voce di Federmeccanica, chiedono nuovi sacrifici sotto forma di flessibilità in cambio di qualche soldo.
Esplode la rabbia e la volontà di lotta degli operai che da ormai troppo tempo inseguono una soluzione dignitosa dei loro problemi salariali. Per la seconda settimana consecutiva i lavoratori di decine di fabbriche metalmeccaniche in tutto il paese scendono in lotta non accontentandosi di tranquilli presidi e cortei di protesta che non impensieriscono i padroni di Federmeccanica e il loro governo. Stanno bloccando strade e ferrovie anche scontrandosi con l’azione di pompieraggio delle direzioni sindacali che in più occasioni hanno cercato, insieme a polizia e carabinieri, di contrastare i blocchi e le azioni più risolute degli operai; stanno ponendo in chiaro a tutto il paese che i loro problemi vanno risolti ora e vanno risolti in modo dignitoso: NO allo scambio tra aumenti di salario per contrastare il carovita e il peggioramento delle condizioni di lavoro.

Il carovita ha ridotto drasticamente il potere d’acquisto dei salari e ciò si unisce sempre più alle ristrutturazioni aziendali, alle migliaia di licenziamenti in vari settori produttivi, alla chiusura di molte fabbriche. Fabbriche che per gli operai sono l’unica fonte di reddito per la propria sopravvivenza. Ad oggi sono oltre 50 le ore di sciopero nazionali svolte dagli operai. Con le decise mobilitazioni di questi giorni gli operai metalmeccanici stanno facendo tesoro delle lotte che in questi anni hanno rappresentato punti di forza per le masse popolari: dagli scioperi improvvisi degli autoferrotranvieri alle lotte dei forestali calabresi, dalle lotte degli operai FIAT di Termini Imerese e Melfi a quelle dei disoccupati napoletani, da quelle contro i depositi di scorie nucleari a Scanzano Ionico e contro il degrado ambientale di Acerra a quelle contro l’alta velocità ferroviaria in Val di Susa. Gli operai metalmeccanici ribadiscono che le lotte si devono fare per vincerle e che a dirigerle ci devono essere coloro che vogliono appunto vincere; ovvero coloro che ogni giorno vivono la miseria di salari determinati dalle continue mediazioni al ribasso da parte delle direzioni sindacali e dall’arroganza dei padroni e dei loro servi nelle aziende; coloro che vivono il precariato esteso dalla legge Treu prima e da quella Biagi poi (che nemmeno il centrosinistra vuole eliminare), la repressione delle lotte con i manganelli di PS e CC. Gli operai oggi ribadiscono nella pratica che le forme di lotta più efficaci e sostenibili dai lavoratori devono essere decise da loro stessi.

Oggi come sempre gli industriali piangono miseria e continuano a chiedere sempre più sacrifici: li abbiamo mai sentiti fare diversamente? Mai! Alla ricerca di sempre più alti livelli di profitto gli industriali peggiorano continuamente le condizioni di vita degli operai e delle masse popolari, spostano i loro capitali dove trovano forza lavoro da sfruttare a minori costi senza gli impedimenti di tutte le conquiste di civiltà e di benessere frutto di anni di lotte sociali del periodo in cui vi era l’influenza di un forte movimento comunista. Mentre chi dirige questo paese, la banda Berlusconi e la cricca Fazio-Fiorani-Montezemolo, litiga su come spartirsi la ricchezza prodotta quotidianamente dagli operai e su chi dovrà in futuro dirigere questo furto (ancora la banda Berlusconi o il circo Prodi con le sue Consorte-rie), agli operai dicono che i soldi per i rinnovi contrattuali non ci sono, come non ci sono quelli per servizi pubblici degni di questo nome e nemmeno prospettive dignitose per il loro futuro. È vero, se lasciamo in mano la direzione della società alla borghesia imperialista e ai suoi rappresentanti, di centrodestra o centrosinistra che siano, non potremo mai raggiungere la soddisfazione dei nostri problemi e di quelli delle masse popolari tutte. Bisogna lottare contro il programma economico e politico della borghesia che è comune al centrosinistra e al centrodestra che consiste: 1) nell’eliminazione delle conquiste di civiltà e benessere per le masse popolari; 2) guerre di aggressione nei confronti dei paesi e dei popoli oppressi; 3) nella repressione delle lotte delle masse popolari.

Viva la lotta degli operai metalmeccanici per il contratto
Viva le lotte delle masse popolari per la difesa delle conquiste di civiltà e di benessere
Fare dell’Italia un paese socialista

Comitati di Appoggio alla Resistenza – per il Comunismo (CARC)
Federazione Lombardia-Piemonte

Milano, 16 Gennaio 2006

fedlombardia_piemonte@carc.it 02 26306454

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