24/01/2006: Presentate le richieste dei metalmeccanici; ancora una piattaforma al ribasso


Fim, Fiom e Uilm trovano l’unità sulla moderazione salariale mentre la busta paga si è ridotta del 30% .
105 euro la richiesta sulla paga base, 25 uguale per tutti a saldo o anticipo della contrattazione aziendale dal ‘93 ad oggi e per i prossimi quattro anni. Una piattaforma contrattuale che non vale niente. E’ ancora la moderazione salariale ad averla vinta. I prezzi dei generi di prima necessità sono aumentati a dir poco del 20 % nel corso degli ultimi due anni, i salari di conseguenza si sono svalutati della stessa percentuale, l’impoverimento degli operai è una realtà che non può più essere nascosta. Il sindacato fonda la richiesta contrattuale su dati politici non su dati reali e i dati politici li fornisce il governo ed i suoi apparati di cui l’ISTAT che li confeziona è un perno insostituibile. Il sindacato ha rinunciato ad una statistica propria. Elaborare la richiesta sulla base della “inflazione programmata” dal governo e il recupero pregresso sui dati ISTAT è prendere in giro la gente. L’inflazione programmata è un atto di fede dal lato del movimento reale dei prezzi, mentre rappresenta un limite invalicabile per le richieste contrattuali. Per il recupero dello scarto fra inflazione reale e inflazione programmata, quando il dato di riferimento è quello ISTAT, c’è naturalmente sempre poco da recuperare. Per questi anni L’ISTAT registra inflazioni inferiori al 2,5%, qualche dubbio sulla sua attendibilità dovrebbe sollevarlo, anche a chi delega a far la spesa la servitù.

Nella mozione approvata a Milano, che è quasi stata votata all’unanimità è scritto che la richiesta rappresenta il superamento dell’inflazione programmata: uno sforzo spaventoso. Gli uomini del governo hanno detto che l’inflazione sarà inferiore al 2% per anno e il sindacato, invece di riderci sopra come una nuova sparata di Berlusconi, come avrebbe fatto chiunque si misura con i prezzi tutti i giorni, registra come attendibile questo dato e con piglio deciso scrive “la nostra richiesta è il superamento”; ma il superamento di che cosa? Delle fandonie di Berlusconi sull’economia italiana? Il recupero della forbice fra programmata e reale dov’è, forse quell’altro 2% che l’ISTAT ci regala? E chiaro che costruita su questi dati la cifra da chiedere è più o meno quella proposta dal sindacato. Se si prendono i dati reali o almeno elaborati da studi indipendenti dal governo la situazione è totalmente diversa. I prezzi delle merci che entrano nel consumo normale degli operai, perché è di questi che stiamo parlando, sono aumentati circa del 35% dall’introduzione dell’euro. Diviso per quattro anni fa un 8.7%. Nei due anni trascorsi lo scarto fra l’inflazione programmata 2,7 e quella reale 17.4 % è stata circa del 15% ed è quella che dobbiamo recuperare. Per i prossimi due anni prevediamo che l’inflazione programmata vicina alla realtà si attesti al 7% l’anno di conseguenza la richiesta dovrebbe aggirarsi attorno al 30% che su 1500 euro al mese fa 500 euro circa. Se questo ragionamento è campato per aria quello del sindacato è campato sui dati di Confindustria e di Berlusconi che è peggio. Ad essere grandi mediatori si poteva trovare un equilibrio e attestare la richiesta su 250 euro. In poche parole l’introduzione dell’euro ha messo a posto commercianti grandi e piccoli, gestori di servizi sociali, banche e tutti coloro che manovrano tariffe e prezzi, gli unici a rimetterci seriamente sono stati gli operai e i lavoratori degli strati bassi.

Ad una svalutazione repentina dei salari, che non si era vista dal dopoguerra, occorreva rispondere con una offensiva salariale altrettanto decisa. Si è fatto un gran parlare ed alla fine la montagna di trattative unitarie, di dichiarazioni bellicose ha partorito il topolino. 105 euro la richiesta certa più 25 che ballano.
La Fiom ci fa sapere che avrebbe chiesto di più ma ha dovuto mediare con Fim e Uilm, il salario dei metalmeccanici come merce di scambio per l’unità sindacale? Chi sono quelli della Fim e della Uilm per dire che ci devono bastare 105 euro dopo che nel contratto passato hanno fatto un accordo separato e svenduto il risultato di quasi un terzo? Sono forse i nostri padroni? O probabilmente sono i primi che ne fanno le parti, ancora prima di iniziare il contratto? Siamo belli che rovinati, la richiesta era già bassa in origine, poi un pezzo lo abbiamo lasciato a Fim e Uilm, poi un altro pezzo bisognerà lasciarlo alla Federmeccanica, alla fine faremo i conti.

La richiesta non è uguale per tutti, la miseria verrà riparametrata, in una fase di svalutazione generalizzata dei salari e di frantumazione del rapporto di lavoro, che schiaccia le nuove leve ai livelli più bassi, si poteva puntare su un aumento uguale per tutti, facevamo innervosire Rutelli, ma aprivamo di nuovo la strada per la ricomposizione della forza lavoro. Niente, al terzo livello un obolo, l’elemosina, eppure gli operai di terzo livello sono una fascia importante dell’industria più avanzata. La fabbrica cambia, ma la vecchia aristocrazia operaia no, e tantomeno gli impiegati degli strati alti, se c’è da prendere una briciola al terzo livello ne toccano tre quarti, al settimo quasi il doppio e sono tutti contenti. Se questa è la politica di ridistribuzione del reddito che la Fiom vanta sbandierando la richiesta delle 25 euro uguali per tutti, può fare onore solo ad un sindacato pidocchioso.

Alla richiesta di un aumento riparametrato di 105 euro si affianca una richiesta uguale per tutti di 25 euro , quale elemento distinto dalla retribuzione. Dovrebbe essere erogato a tutti. Quelli che però hanno fatto contrattazione aziendale dal ‘93 ad oggi è come se lo avessero già preso, quelli che la faranno nei prossimi quattro anni sarà assorbito. Solo per chi non ha mai fatto e non farà contrattazione aziendale a nessun titolo per 15 anni, 11 passati e 4 futuri, i 25 euro richiesti saranno un aumento di fatto da conquistare con questo contratto. Oltre al valore meramente simbolico della quota, parliamo sempre di lordo, chi si intende di relazioni sindacali sa che i padroni useranno questo anticipo, se mai lo accorderanno, come un deterrente per opporsi alla contrattazione aziendale. “Abbiamo già dato” sarà il ritornello ricorrente. In realtà, questa invenzione dei 25 euro sulla contrattazione di secondo livello è una trovata per aumentare solo nominalmente la richiesta a 130 euro, i 105 da soli erano impresentabili.

Una parola va detta sull’Assemblea Nazionale della Fiom che l’ha approvata a larghissima maggioranza, una parte sono funzionari e sono in linea con chi dirige, difficile per questi dissentire, c’è sempre lo stipendio da prendere, la scrivania da difendere, gli altri sono, non tutti, ma una buona parte Rsu che si sono formati negli anni della concertazione, nel cogestire i problemi dell’impresa e cioè quelli del padrone, per tutti è inconcepibile una rottura con la moderazione salariale, non si può chiedere di aprire una nuova fase rivendicativa a gente compromessa in ogni fabbrica con gli interessi dei rispettivi padroni. Questi sindacalisti allineati si impegneranno, ora, nelle assemblee per ottenere il consenso alla piattaforma, diranno come al solito che più di così non si poteva fare, che le forze contrarie erano tante, che si è definito un percorso di verifica unitaria dei risultati legando Fim e Uilm ad un impegno comune, useranno la rigidità della controparte per dire che già si è chiesto oltre il limite, che la lotta sarà dura, ecc..ecc.. Ci auguriamo che gli operai non si facciano ricattare da queste solite litanie e facciano pesare il proprio malcontento votando contro una richiesta così bassa di aumento contrattuale a fronte di una svalutazione del salario, inarrestabile.

Dopo le assemblee si aprirà la vera e propria fase conflittuale, inizieranno le trattative e conosciamo il tipo di scambio che comportano, qualche soldo in più in cambio di tanta flessibilità, di tante deroghe agli orari, al tipo di assunzioni, alle norme di sicurezza. Sono al tavolo delle trattative la Fim. la Uilm e il signor Rinaldini, i primi due a cedere su ogni cosa, gli accordi separati hanno di fatto messo fine alle ultime lotte contrattuali alle condizioni volute dalla Confindustria, il terzo è anche capace di guidare la Fiom a non firmare accordi impresentabili ma è ampiamente incoerente, la lotta per i precontratti si è persa per strada, alcune vertenze dei grandi gruppi come Fiat sono da tempo sospese, si dichiara di essere contrari alla legge 30, a regimi di orario selvaggi e poi, ligi funzionari ed Rsu compiacenti, firmano accordi di ogni genere e tipo, l’ultimo esempio la notte alla Siemens di Cassina di Milano, bocciato dai lavoratori. Ma c’è stato Melfi, i tranvieri milanesi, e in ultimo i ferrovieri con il loro sciopero indipendente per la sicurezza e cioè si è di fatto manifestato un nuovo protagonismo operaio, direttamente operaio.

La piattaforma sarà con tutta probabilità confermata, ma il malcontento per la sua pochezza può pesare sull’andamento della trattativa e sulle forme di lotta. La richiesta è oggettivamente misera, la prima risposta della Federmeccanica è oggettivamente miserabile: ne può venire uno scontro serio dove le forme di lotta puntano a colpire veramente i padroni e il cedimento anche di un euro nella trattativa può produrre una crisi insanabile nel rapporto fra delegazione a trattare e operai, fino alla sua sconfessione. Il rapporto diretto fra gli operai e i delegati di diverse fabbriche può servire molto per impedire che sulle nostre spalle si conduca un contratto nazionale che oltre a lasciarci con un salario da poveri, peggiori le nostre condizioni di lavoro.

Associazione per la Liberazione degli Operai
23/1/05

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