10/04/2006: CONTRO LA REPRESSIONE E IL CARCERE: UNIAMOCI NELLA LOTTA!


Nei giorni scorsi perquisizioni si sono verificate a carico sia dei compagni detenuti in regime di 41bis e dei loro familiari, sia nei confronti di alcune compagne arrestate l’11 marzo a Milano sia, infine, ai compagni dell’inchiesta “Nottetempo” (Lecce).
Modalità e tempistica non lasciano spazio al campo delle supposizioni essendo queste immediatamente successive alla manifestazione di Parma del 25 marzo, tassello della campagna nazionale contro l’annientamento e l’isolamento e alle iniziative solidali con gli arrestati dell’11 marzo.
L’attacco dello Stato è volto a minare la tensione rivoluzionaria e l’unità tra interno ed esterno.
Lo stato tenta di ridimensionare, se non proprio soffocare la determinazione con cui i/le compagni/e stanno affrontando, sui vari livelli necessari, le lotte contro il capitale e le gabbie che l’imperialismo genera e di cui ha bisogno per garantirsi l’esistenza e la riproduzione perpetua. Lotte stanno conoscendo un momento fecondo e gravido di possibilità all’interno del processo di ricomposizione della classe in una prospettiva rivoluzionaria, come dimostra la puntuale presenza all’esterno delle carceri su tutto il territorio nazionale e l’attenzione crescente rispetto alla questione repressiva-carceraria.
L’apparato repressivo, nel corso del processo di ristrutturazione dell’ordinamento sociale ed economico ancora in atto, ha spiccato un notevole salto di qualità varando il cosiddetto “decreto Pisanu”, strumento preposto di lotte vincenti. Laddove gli appigli rimangono labili in merito a reati documentabili si fa ricorso al concorso con altri o meglio all’associazione (270bis), incentrata sulla solidarietà rivoluzionaria e sulla condivisione di intenti. Si tratta di un coacervo di normative sovranazionali suggerite dalle dinamiche relative al contesto internazionale, dalla guerra globale, dal riassestamento imperialista e dalla costituenda “fortezza europa”.
Sosteniamo le lotte in corso e a venire, socializziamo le informazioni in nostro possesso, mobilitiamoci per spezzare l’isolamento e non essere isolate avanguardie, in quanto quella carceraria è questione di classe.
Lo stato ci vuole dispersi e perdenti, noi invece ci proponiamo di cominciare a unire e ad unirci ai familiari dei prigionieri rivoluzionari e ribelli per dare ad entrambi e alle lotte contro ogni forma di carcerazione maggiore forza e determinazione.
La pressione violenta del carcere l’avvertiamo tutti, per esempio, quando vengono impediti i picchetti ai lavoratori, oppure quando vengono sgomberate case occupate o, infine, quando vengono sgomberati i binari occupati da pendolari. Noi proponiamo perciò di unirci a tutti coloro che non vogliono più subire questa violenza dentro e fuori dalle carceri. Le forme di questa unità pensiamo possano essere le più diverse, dalle manifestazioni in piazza alla solidarietà nel praticare presidi e corrispondenza e altre che nascono dalla creatività di tutti.

Complici e solidali con tutti i rivoluzionari e i ribelli in catene

OLGA
è Ora di Liberarsi dalle Galere

http://www.autprol.org/