20/04/2006: Libertà per Marzio!


Contro la guerra nessuna tregua
RILANCIAMO L'AZIONE ANTIMILITARISTA!
Il nostro desiderio è quello di vedere un esercito allo sbando, incapace di agire, senza più cervelli da ammaestrare.

Sabato 8 Aprile è stato arrestato a Genova Marzio Muccitelli, anarchico, condannato nel 1996 dal Tribunale militare di Torino a 8 mesi di carcere per diserzione. Marzio è colpevole di non aver voluto partecipare alla logica dello Stato e del suo esercito nel momento in cui il governo si apprestava a partecipare alla prima guerra del Golfo, colpevole di non aver collaborato a un sistema sociale ed economico che non gli appartiene e in cui, come altri, non si riconosce.
Siamo in guerra, anche se in pochi sembrano accorgersene. La routine della vita quotidiana procede senza sosta mentre una guerra devastante e di dominazione, avviene fuori e dentro i confini. Ben al di là delle dichiarazioni ufficiali, la guerra è una condizione permanente del sistema in cui viviamo.
L'obiezione totale e la diserzione, nel periodo della leva obbligatoria, sono state pratiche diffuse ed efficaci strumenti per opporsi all'esercito, alla sua cultura di morte e al sistema che lo sosteneva.
Oggi lo Stato italiano, con l'accanimento che l'ha sempre contraddistinto, presenta il conto a chi anni fa, ha avuto il coraggio di disertare dissociandosi praticamente dalle sue mire guerrafondaie. La leva militare non è più obbligatoria, ma la logica della guerra è sempre la stessa. Oggi come ieri per opporsi alla guerra non bastano le sfilate pacifiste. Occorre contrastare i rapporti di potere che la legittimano a partire da ogni ambito della società. Alimentare ora, in ogni luogo della nostra vita, pratiche di lotta per ostacolare gli interessi economici e sociali che sostengono la guerra. L'antimilitarismo è uno strumento di lotta e di trasformazione del sistema di potere che crea la guerra. Opporsi alla guerra è opporsi allo Stato che invia i mercenari ad annientare chi resiste alla guerra.
Noi vogliamo solidarizzare con Marzio per affermare che ribellarsi è una pratica politica e che l'antimilitarismo, oggi come ieri, ne è un immediato esempio. Là dove c'è un disertore, dalla guerra come dalla ‘zona grigia’ che la circonda, esiste la concreta possibilità che la macchina da guerra sia bloccata. Questo spaventa tutti coloro che credono di poter trascinare le proprie vite nell'incoscienza e nella passività, questo fa gioire tutti coloro che vogliono riprendersi un'esistenza che ci è stata rubata sin dal primo signorsi recitato.

Antimilitaristi

http://www.autprol.org/