03/10/2006: Traduzione materiale campagna repressiva in Turchia


ICAD – Comitato internazionale contro le sparizioni
Ufficio internazionale
22 settembre 2006

Stato di emergenza imposto dallo Stato turco: attacchi di polizia contro molte organizzazioni di massa!
Gli arresti di Stato compiuti in Turchia contro il giornale Atilim e singoli conosciuti come socialisti, cominciati 10 giorni fa, si sono estesi a tutta la Turchia e al Kurdistan del Nord.
Giovedì 21 settembre la polizia ha preso d’assalto contemporaneamente l’ufficio centrale e molte sedi del giornale Atilim in altre città, così come uffici della Piattaforma Socialista degli Oppressi (ESP), l’Associazione dei Giovani Socialisti (SGD), i sindacati Limter-Is e Tekstil-Sen, l’Associazioni delle Donne Lavoratrici (EKD), l’istituzione Beksav, l’associazione Sanat ve Hayat, la stazione radio Ozgur Radyo e le abitazioni di molte persone sia impiegate di queste associazioni che semplici simpatizzanti. La polizia ha devastato tutto al suo passaggio e ha confiscato computer, archivi, lettere, rubriche telefoniche e appunti personali.
Gli ultimi attacchi e arresti in tutto il paese ci riportano al colpo di Stato fascista del 12 settembre 1980 e allo stato di emergenza di quel periodo. Dopo il golpe militare le organizzazioni e le istituzioni socialiste e di opposizione furono attaccate, gli impiegati furono presi sotto custodia e torturati durante gli interrogatori. Questi ultimi attacchi mostrano che il terrorismo di Stato si è risollevato insieme con l’introduzione della nuova legge antiterrorismo.
Il 12 settembre lo Stato ha ucciso 12 persone a Diyarbakir, e 7 di loro erano bambini.
Secondo le affermazioni del giornale Atilim solo ad Istanbul sono state prese d’assalto le seguenti istituzioni: l’ufficio centrale di Atilim a Istanbul e la sua sede di Kartal, l’agenzia Günes responsabile del processo tecnico di impaginazione, la tipografia di Atilim, l’istituzione Beksav, la Piattaforma Socialista degli Oppressi (ESP), l’Associazioni dei Giovani Socialisti, l’ufficio del periodico Sanat ve Hayat a Gülsuyu, l’associazione Güzellestirme Dernegi nel quartiere Mustafa Kemal, l’Associazione delle Donne Lavoratrici nel distretto di Kartal e i sindacati Tekstil-Sen e Limter-Is.

Le organizzazioni colpite in altre città sono le seguenti:
Ankara: Piattaforma Socialista degli Oppressi e Associazione delle Donne Lavoratrici;
Izmir: ufficio locale del giornale Atilim, sindacato Tekstil-Sen, Associazione dei Giovani Socialisti e centro culturale Yamanlar;
Izmit: Piattaforma socialista degli oppressi di Kocaeli;
Denizli: sede del Tekstil-Sen;
Adana: sede locale del giornale Atilim;
Antep: Piattaforma Socialista degli Oppressi, assalti a molte case;
Iskenderun: molte case assaltate;
Diyarbakir: sede locale del giornale Atilim;
Malatya: Piattaforma Socialista degli Oppressi.
Anche a Iskenderun, Findikli e Antalya si sono verificati assalti e arresti, che si sono diffusi e hanno interessato tutti gli uffici della ESP e della SGD in tutta la Turchia.
Più di 90 persone sono state arrestate e tra di loro ci sono molti delegati alla 5 Conferenza internazionale contro le sparizioni organizzata a maggio a Diyarbakir dall’ICAD insieme con YAKAY-DER.

I nomi dei delegati arrestati sono i seguenti:
Sevim Ölçmez, che ha lavorato all’organizzazione della 5 Conferenza; Figen Yüksekdağ, rappresentante dell’ESP; Cicek Otlu, presidentessa dell’Associazione delle donne lavoratrici; Cen Dinc, presidente del sindacato Limter-Is; Serdal Isik, Seyhan Namaz e Rıdvan Tekeş, rappresentanti del giornale Atilim di Diyarbakir.

L’ICAD è dell’opinione che questi sono attacchi di Stato contro l’intera opposizione sociale. L’ICAD condanna con forza questi attacchi. Il bersaglio sono gli operai, i lavoratori non specializzati, le donne e i giovani. Il loro scopo è erodere libertà e diritti umani.
L’ICAD considera la lotta contro gli attacchi di Stato ad organizzazioni e gli arresti di singoli in Turchia un dovere internazionale.
L’ICAD reclama la fine degli arresti e l’immediato rilascio di tutti i detenuti.
L’ICAD chiede a tutte le istituzioni democratiche e ai singoli di mandare e mail e fax o di telefonare ai seguenti numeri:
Abdulkadir Aksu, ministro dell’Interno, Repubblica di Turchia; e-mail: aaksu@icisleri.gov.tr
Presidente Tayyip Erdoğan, Repubblica di Turchia; e-mail: bimer@basbakanlik.gov.tr
Capo della polizia di İstanbul, phone: 0090 212 635 00 00

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Traduzione a cura di:
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