06/02/2007: Continuare la lotta contro la persecuzione del (n)PCI


Mercoledì 17 gennaio la Corte 16/2 del Tribunal Correctionnel di Parigi ha rinviato il processo che aveva arbitrariamente deciso di celebrare il 17, 18 e 19 gennaio. È il risultato dell’energica opposizione fatta dagli imputati presenti in aula, della solidarietà del numeroso pubblico presente, della larga solidarietà raccolta nelle settimane e nei mesi precedenti, dell’assenza dei due membri del (n)PCI imputati G. Maj e G. Czeppel e dell’assenza compatta di tutti i quattro avvocati. Queste insieme di condizioni create, ha avuto ragione dell’ostinazione delle Autorità Francesi che volevano celebrare comunque il processo, onorando gli impegni assunti con le Autorità Italiane, in combinazione con l’ottavo procedimento giudiziario aperto dalle Autorità Italiane. Il concerto del 19 gennaio fatto alla Bourse du Travail di Saint Denis su iniziativa dell’ADEEL e del CAP(n)PCI e il presidio tenuto a Bologna il 20 gennaio per iniziativa del Partito dei CARC, dell’ASP e del SLL si sono ben combinati con l’operazione condotta il 19 gennaio al Palazzo di Giustizia di Parigi. Una volta accertato che non pendevano mandati di arresto a loro carico, il 2 febbraio i due membri del Partito e della Delegazione sono infine rientrati alle loro abitazioni e hanno ripreso il loro lavoro.
Una vittoria è stata raggiunta, l’arroganza delle Autorità è stata rintuzzata. Occorre proseguire nella lotta, ricavando e utilizzando per rafforzarla gli insegnamenti della lotta fin qui condotta. L’insegnamento principale, a nostro parere, è che nella lotta contro la repressione bisogna anzitutto fare appello alle larghe masse popolari e contemporaneamente far leva sulle contraddizioni interne alla borghesia. È la linea che ha seguito il CAP(n)PCI enna sua attività. La lotta contro la persecuzione del (n)PCI è una parte e un contributo alla lotta generale contro la repressione. Questa lotta diventa sempre più importante vista la marea limacciosa di misure, leggi e operazioni repressive che dilaga in tutti i paesi imperialisti, a complemento della eliminazione delle conquiste e dell’aggressione dei paesi oppressi.
Nel continuare la lotta contro la persecuzione del (n)PCI, oltre a denunciare che l’azione giudiziaria è pretestuosa e mira in realtà a impedire o intralciare l’esercizio dell’attività politica tutelato dalle leggi dei due paesi dopo la vittoria della Resistenza contro il nazifascismo, bisogna anche insistere nell’esigere perché le Autorità Francesi almeno osservino scrupolosamente le loro leggi. In concreto questo significa

1. che la nuova data fissata unilateralmente il 17 gennaio dalla Corte per il processo (4, 5 e 6 aprile 2007) è inaccettabile. Secondo la procedura francese, la Corte deve anzitutto organizzare con gli avvocati della difesa una “audience de fixation” e concordare con loro la data del processo. Già il 1° dicembre 2006, quando ci fu la prima “audience de fixation”, la Corte aveva arrogantemente ignorato le richieste degli avvocati della difesa di spostare le date proposte, visti i loro impegni professionali. Il risultato lo si è visto. Ora la Corte deve ritornare sui suoi passi, attenersi alla procedura e organizzare una nuova “audience de fixation”.
2. che per lo svolgimento del processo deve essere garantita la pubblicità del dibattimento. Il pubblico ha diritto ad asssistere al dibattimento. Vista l’affluenza di pubblico alle udienze del 1° dicembre e del 17 gennaio, la Corte deve reperire per le prossime udienze una sala più grande. È inaccettabile e illegale che la polizia impedisca al pubblico di entrare nell’aula o addrittura lo espella, come accaduto il 1° dicembre e
il 17 gennaio.
3. che siano convocati nei tempi e nelle forme previste dalla procedura tutti i testi indicati dalla difesa.
4. che sia accordato agli imputati l’Aide Juridictionnelle previsto dalla legge per la convocazione dei testi e cessi l’ostruzionismo del Bureau de l’Aide Juridictionnelle di Parigi che il 16 gennaio ha rifiutato di accogliere la domanda che Giuseppe Maj ha cercato di depositare. Tutti gli imputati sono nelle condizioni previste dalla legge per usufruire dell’Aide Juridictionnelle.
5. che siano immediatamente abolite le restrizioni alla libertà a cui gli imputati sono ancora sottoposti. Alcuni di loro hanno già subito quasi quattro anni di detenzione o di controllo giudiziario per un’imputazione di “association de malfaiteurs en vue de préparere des actes de terrorisme” per la quel non esisteva, sin dall’inizio, altro indizio che la parola delle Autorità Italiane. Nell’ottobre 2006 finalmente anche la Procura (le Parquet) e l’Ufficio dell’istruzione antiterrorismo (M. Gilbert Thiel) hanno lasciato cadere simile accusa. Ma le restrizioni alla libertà che il Parquet e l’Ufficio avevano imposto sono rimaste. La Corte le deve abolire subito. Per quanto riguarda Ramon Teijelo, il compagno è addrittura ancora detenuto a causa di una equivoca domanda di estradizione avanzata da parte delle Autorità Spagnole: il compagno deve essere liberato in attesa del processo francese.
Queste sono le condizioni minime che devono essere rispettate dalle Autorità Francesi, in base alle leggi che esse devono applicare e non inventare per giustificare legalmente la persecuzione del (n)PCI e condurre in porto una losca e illegale collaborazione con le Autorità Italiane concertata nell’ambito del Groupe fraco-italien sur les menaces graves che le Autorità governative dei due paesi hanno creato nel convegno del 3 marzo 2004.

La Delegazione chiede a tutte le forze politiche comuniste o anche solo democratiche francesi e a tutte le personalità democratiche di continuare nella loro protesta contro la sostanziale violazione della democrazia da parte delle Autorità e le ringrazia per la solidarietà finora dimostrata.

04 febbraio 2007
Delegazione della CP del CC del (n)PCI
BP 3 4, rue Lénine
93451 Ile St Denis (Francia)

delegazionecp@yahoo.it

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