16/03/2007: Lettera dal carcere di Opera (Milano)


Ciao compagni, come va? Io sto bene.
Saluto a pugno chiuso tutti i compagni che in questo momento più che mai sento molto vicini.
E voglio ringraziare tutti per il sostegno e la solidarietà espressa nei nostri confronti, e per tutto quello che state facendo contro questa azione repressiva che ci ha tolto qualunque tipo di libertà e di dignità, strappandoci dalla vita sociale e sbattendoci in una cella, in isolamento.
I primi quattro giorni sono stati i più duri perché io ho avuto il fascicolo dell’indagine solo giovedì sera e fino a quel momento sono stato in cella cercando di capire perché ero stato arrestato, con quale accusa e chiedendomi cosa stesse succedendo fuori.
Senza avere niente da fare e senza alcun contatto umano, a interrogarmi su cosa fosse successo.
Devo dire che è stata davvero pesante come situazione. I pensieri si mescolano e le domande aumentano senza trovare alcuna risposta e, con la nostalgia che aumenta, non ti resta che aspettare di sapere qualcosa, qualunque cosa.
E poi, i pensieri e le domande che avevo attraversato 15 mesi fa. A Bergamo… I compagni, le iniziative passate e future, le reazioni esterne, le mobilitazioni, il Gramigna, le varie preoccupazioni.
Ora comunque sono più tranquillo, so cos’è successo, ho una vaga idea di cosa succederà e so come sta andando fuori. L’unica domanda a cui non trovo una chiara risposta è il perché di questi arresti e perché in questo momento. Perché non prima, o più avanti?
Vicenza è la risposta più immediata che mi è venuta, un’occasione per dire che dentro alle mobilitazioni contro le basi USA e contro il governo ci sono i sovversivi. Come è già successo con la TAV, con SOLE E BALENO…
Resta però che Vicenza non è proprio direttamente collegabile a questo atto repressivo. Le accuse che ci vengono fatte sono molto gravi e forse la lotta vicentina non è abbastanza radicata e forte per poterla paragonare al livello di queste accuse. Forse il movente di questa indagine è la paura che succeda qualcosa, la paura di perdere il “controllo” in questo periodo di crisi che attraversa il sistema. In più la settimana scorsa è caduto il governo…
Quindi hanno montato un’indagine per poter creare il caso eclatante, per intimorire la gente e, perché no, utilizzarla anche in funzione di Vicenza. Un quadro perfetto per cercare di far paura anche a chi pensasse solo di avvicinarsi a un qualunque centro sociale, e intimorire chi si voleva contrapporre alle decisioni del governo.
Anche questa può essere una risposta a quest’azione repressiva contro un’area politica decisamente scomoda.
Comunque vabbè, adesso vediamo come si evolve la situazione con il riesame e con la fine delle indagini (chissà quando finiranno).
Spero che ci possiamo rivedere presto.
Un caloroso saluto a pugno chiuso a tutti i compagni.
Non un passo indietro.
L’erba cattiva non muore mai!

Martedì 6 marzo
Federico

Federico Salotto
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