10/04/2007: COSTRUIAMO OPPOSIZIONE


Se qualcuno si era illuso che con il nuovo governo di centrosinistra ci sarebbe stato un cambiamento di rotta, non è occorso molto tempo per doversi ricredere di fronte alle politiche sociali, economiche e belliche messe in atto.
Da subito abbiamo cominciato a subire le conseguenze negative delle politiche sui contratti e sulla precarietà del lavoro, sulla scuola e la sanità, sulle pensioni e sul trattamento di fine rapporto, sul territorio e le grandi opere, che si accompagnano, ancora oggi come ieri, a quelle sulle missioni all'estero e sulle basi militari.
Anzi la continuità sostanziale con il precedente governo presenta addirittura un peggioramento se si guarda, per esempio, a quanto di innovativo contiene la finanziaria nel campo delle spese militari - per la prima volta viene creato un fondo per le missioni di un miliardo di euro all'anno e si aumenta il budget complessivo di queste spese portandolo a 21 miliardi - e se si guarda, senza il fumo negli occhi delle "coperture" fornite dall'ONU, alle motivazioni profonde della nuova missione in Libano.
In realtà il gioco delle "differenze" tra governi di centrodestra e di centrosinistra, almeno per la politica estera, sta dentro al binomio unilateralismo-multilateralismo e, dunque, in ogni caso, dentro dinamiche di dominio al servizio dell'una o dell'altra potenza che si costruisce, in loco, le proprie più o meno strategiche o strumentali alleanze, per l'espansione nel mondo dei propri gruppi economico-militari. Là dove vi sono delle diversità (es: nel rapporto con gli Stati Uniti), non vengono messi in discussione gli interventi militari, ma semmai li si vuole condurre nell'ambito ONU insieme alle altre potenze europee e con una relativa autonomia rispetto all'alleato statunitense. Lo stesso ritiro delle truppe dall'Iraq (già deciso dal governo precedente) non esclude azioni armate meno appariscenti, con l'invio di istruttori presso le forze del governo iracheno oppure con l'uso di contractors (mercenari pagati dal governo) al seguito delle aziende italiane presenti in loco (es. ENI).
Alla faccia d'ogni altra considerazione e ossimoro sulle "missioni di... pace" o sulle "guerre... umanitarie"...
In questo contesto, questo governo ha deciso il raddoppio della base USA a Vicenza e, ultimo in ordine di tempo, il rifinanziamento della missione in Afghanistan, avvenuto, per giunta, senza necessità numerica dei contributi parlamentari pure offerti dal centrodestra.

E tuttavia,
almeno a confortarci di fronte ad un quadro così poco rassicurante, vediamo svilupparsi nuclei significativi di resistenza ai progetti di ulteriore militarizzazione e devastazione del territorio: in particolare, il movimento contro la nuova base USA di Vicenza ha segnato con le due straordinarie manifestazioni del 2 dicembre e del 17 febbraio una svolta contro le politiche belliche del governo e rilanciato il terreno di una stagione di lotte che voglia rompere la complicità dell'Italia con la guerra permanente.
Altri importanti momenti di forte opposizione sociale pongono il tema dell'uso del territorio ed altri ancora segnalano il conflitto dentro i luoghi di lavoro contro le subalternità sindacali al "governo amico".
Si può prospettare, dunque, a partire dalla strutturazione sul proprio territorio, la costruzione di una rete di solidarietà e di mutuo appoggio tra i diversi spezzoni del movimento di opposizione alle politiche di guerra e di sfruttamento.

Per fare informazione, confrontarsi e approfondire i temi sopra descritti con le associazioni, i comitati contro la guerra, i gruppi, le individualità che si oppongono a tutte le guerre il coordinamento milanese contro la guerra, nato tra il settembre e l'ottobre dello scorso anno promuove una

Assemblea Pubblica
sabato 21 aprile dalle ore 15.00
presso l'Aula Magna dell'IIS "Tenca" e "Severi" - Bastioni di Porta Volta, ang. P.le Biancamano (MM Moscova)

* Mobilitazione di Vicenza: in appoggio alle iniziative dell'Assemblea Permanente - organismo dell'autorganizzazione popolare - per impedire il proseguimento dei lavori per il raddoppio della base militare.

* Mobilitazioni per il ritiro di tutte le truppe, dall'Afghanistan al Libano e per la cessazione della guerra in Iraq.

* Preparazione e sostegno alla mobilitazione nel territorio di Novara e alla manifestazione prevista per il prossimo 19 maggio per la chiusura delle basi militari Nato di Bellinzago Novarese, Solbiate Olona e dell'aeroporto di Cameri - un complesso coordinato per rifornire la logistica (carburante, trasporto di truppe e di mezzi) per l'impiego nelle varie zone di guerra.

* Confronto e approfondimento per promuovere il reciproco appoggio fra le realtà che si attivano contro la guerra e lo sfruttamento e l'organizzazione di nuove iniziative, a partire da un

Presidio in S. Babila mercoledì 25 aprile dalle ore 15.00 (?)

Prime adesioni:
Confederazione COBAS, SLAI Cobas, USI Sanità, Federazione Anarchica Milanese, Movimento per il Partito comunista dei lavoratori- sezioni di Milano, Brianza e Lodigiano, CSA Vittoria, Rete dei Comunisti, Circolo dei Malfattori, Gruppo Libertario di Casatenovo, Pagine Marxiste, associazione Le Radici e Le Ali, CUB Lorenteggio, Circolo Zabriskie Point di Novara...........

http://www.autprol.org/