13/04/2007: GINO STRADA TERRORISTA


Sono uno dei pericolosi terroristi, oggi per vostra fortuna, rinchiuso in una carcere di “alta sicurezza” a Monza. Il mio nome è Davide Rotondi. Scrivo per dire che sono francamente stupito di vedere solo oggi il dito puntato su Gino Strada ed i suoi collaboratori, per avere contatti “particolari” con i Taleban.
Dico questo perché non capisco come possa essere sfuggito alla solerte dottoressa Boccassini della Procura Di Milano l’evidente collegamento di Emergency ed il suo fondatore con il sottoscritto, stabilendo con gran gioia l’ennesima prova di collegamenti internazionali atti a sostenere l’impianto accusatorio.
Sono stato io, infatti, nel lontano 1998 ad invitare (ovviamente in un incontro clandestino mediante telefonate criptate e contro-pedinamenti ineccepibili) gli esponenti veneti di spicco del gruppo Emergency, a tenere una conferenza all’interno dell’ospedale civile di Abano Terme di fronte ad oltre 100 lavoratori della sanità. Oggetto dell’incontro era fare proseliti e spiegare le tecniche ed il tipo di armi usate dal gruppo (bisturi, aghi, per sutura, etc.) nei luoghi caldi ove operava.
Un dibattito interessante che spiegava, inoltre, l’utilizzo e la costruzione di sofisticati strumenti tecnologici ad alto impatto distruttivo (quali protesi, arti artificiali, carrozzine etc.) ai neofiti terroristi e complici presenti.
Ancor più strano appare, in questo contesto, che sia sfuggito il collegamento e l’attività di “propaganda armata”, fatta dal sottoscritto con la complicità di una radio popolare, Radio Gamma 5, in cui una sera ebbe luogo un incontro che vide la partecipazione di oltre 150 cittadini e la diretta radio che coinvolse migliaia di ascoltatori sintonizzati, tutti ad ascoltare con attenzione la portavoce di Emergency che ci raccontava quali fossero i legami con i bambini, donne, anziani taliban, afgani, pakistani, anticipando con grande lungimiranza come sia stata possibile, oggi, la liberazione di Daniele Mastrogiacomo, mentre i vari agenti 007 in cappuccio nero (si gli stessi che in 20 sono venuti ad arrestare il sottoscritto in mutande ed il mio cane, questo si terrorizzato) brancolano nel buio degli anfratti afgani.
Porta pazienza Gino, fino a ieri eri un eroe, sino al momento della liberazione di Mastrogiacomo e con la “comprensione”, ci dice il furbone di D’alema, degli americani. Oggi, tu e i tuoi colleghi dovete rispondere dei rapporti e dei contatti che avete con i “Taleban”. Spero non ti chiudano il “covo” visto che sono anche io uno dei sostenitori-finanziatori, in tutti i casi prova a spiegare a questi studiosi della geometria criminale (in che teorema ti hanno inserito a te?) che le tue porte come le mie, sono aperte al mondo e che non chiedi la carta di identità a chi ti domanda aiuto ed ospitalità.
La tristezza è pensare che con i soldi dei contribuenti sprecati solo con l’operazione “Tramonto” (oltre 500 agenti, armi, vigili del fuoco, impiegati, magistrati) e si parla di milioni di euro, quante gambe, quante mani, avremmo rimesso in funzione?
Quante famiglie potevano risollevarsi dalla miseria in cui le nostre bombe le hanno gettate?
Quanti bambini potrebbero ascoltare fiabe di uccelli colorati che volano in cielo e non di “pappagalli verde” militare che dal cielo cadono sulle loro teste?
Con sincero affetto, massima solidarietà e ovviamente… fino alla vittoria! (il giorno in cui i pappagalli torneranno ad essere solo pappagalli). Vostro sostenitore e fratello.

Davide Rotondi.
Carcere di Monza

[Lettera pubblicata dal Mattino di Padova, marzo 2007]

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