30/04/2007: COMITATO PERMANENTE CONTRO LA REPRESSIONE


Il 14 maggio si terrà a Nuoro la prima udienza del processo che vede come imputati i compagni Antonella, Ivano e Paolo: le accuse, come sappiamo, sono relative al fallito attentato contro la sede elettorale dell’esponente nuorese di Alleanza Nazionale Bruno Murgia. Nella notte tra il 21 e il 22 marzo del 2006 ignoti collocarono presso la vetrina di tale sede un ordigno di fabbricazione artigianale che, per cause imprecisate, non esplose. Tale “attentato” fu rivendicato dalla sigla C.L.S. e di lì a pochi giorni i nostri tre compagni vennero arrestati e immediatamente deportati nelle carceri della penisola e della Sicilia. Le accuse che gli furono rivolte (complice la stampa e il clima da fine campagna elettorale) furono inequivocabili: associazione sovversiva, detenzione e porto d’esplosivo, atto di terrorismo con ordigni esplosivi.
Le prove presentate lo furono un po’ meno. Comunque sia le cose finirono bene per tutti: il candidato Bruno Murgia venne eletto, ed ora fa l’onorevole alla Camera dei deputati. La Questura di Nuoro dimostrò che l’essere una delle più grandi in Italia, in un territorio semi spopolato e assai meno pericoloso di tante grandi città, effettivamente serve a qualcosa da un punto di vista democratico. L’ex Ministro dell’interno Giuseppe Pisanu dimostrò che le energie, e soprattutto i milioni di euro, spesi a sostegno delle sue teorie complottiste erano stati ben investiti. I cittadini rispettosi dell’ordine e della legalità si sentivano più sicuri e protetti. I malfattori e le teste calde erano avvertiti. Ma soprattutto la Giustizia aveva trionfato.
I nostri compagni a più di un anno di distanza dall’arresto sono ancora prigionieri nelle stesse carceri dove sono stati subito relegati.
Nel mentre la vita è, come sempre, trascorsa, portando con sé tanti altri eventi. Come l’arresto l’undici di luglio di dieci compagni appartenenti all’organizzazione A Manca Pro s’Indipendentzia. Come i vari tentativi di repressione contro i compagni di tutta Italia. O contro chi protesta per avere una vita dignitosa, per un posto di lavoro o per una casa.
Le brillanti operazioni delle forze dell’ordine al servizio del Paese e del nuovo governo di Centro-sinistra hanno letteralmente fatto impallidire di gelosia l’ex maggioranza di centro-Destra: tanto per ribadire la sudditanza (Imposta? Voluta? Cercata? Amata persino?) degli apparati governativi italiani agli Stati Uniti d’America si è cercato persino di tentare di coprire e di depotenziare del suo significato la protesta popolare contro l’allargamento della base militare statunitense di Vicenza (in realtà di un raddoppio ed oltre…). Questo anche attraverso una brillante operazione che avrebbe sgominato le Nuove Brigate Rosse (per la stampa e gli altri organi d’informazione questo era vero fino a qualche giorno fa…).
Nel mentre i nostri compagni erano sempre prigionieri laddove sono stati portati all’inizio.
Un fatto nuovo però, lentamente e con sapiente arguzia, si è infilato di soppiatto nelle cronache che riguardavano le vicende legate al fallito attentato (uno storico impallidirà dalla vergogna in futuro…): i tre compagni arrestati non farebbero parte della misteriosa organizzazione C.L.S. (unica che, a quanto ci è dato di sapere, abbia materialmente ovvero concretamente rivendicato il fatto) ma sarebbero esponenti di una organizzazione, chiamata N.P.C. (Nuclei Proletari Combattenti). Tale sigla però non farebbe riferimento all’organizzazione chiamata anch’essa N.P.C. (Nuclei Proletari per il Comunismo) già nota alle forze dell’ordine e della stampa, e non avrebbe nulla a che fare con essa. I compagni che secondo le accuse, avrebbero preparato due rivendicazioni da siglare, rispettivamente, N.P.C. in caso di esito positivo (leggasi: esplosione dell’ordigno), C.L.S. in caso di esito negativo, si scopre che con quest’ultima non avrebbero nulla a che fare. Il che è vale a dire che non hanno nulla a che fare con l’unica rivendicazione materialmente e concretamente mai effettuata. Un’altra ipotesi da subito abbozzata dagli investigatori recitava più o meno così: C.L.S. è una sigla fittizia utilizzata dagli attentatori in occasione dell’esame finale per entrare a fare parte degli N.P.C. ergo loro organicamente fanno parte degli N.P.C.. Poco prima dell’udienza di rinvio a giudizio, tenutasi due giorni prima della scadenza dei termini di carcerazione preventiva, verosimilmente a causa della palese impossibilità per gli inquirenti di ottenere un prolungamento delle indagini (forse le prove sono talmente inconsistenti che nessuno vuole arrischiare la propria carriera, ora che certi referenti politici non ci sono più?), viene reso noto con gran fracasso mediatico che l’autore delle scritte inneggianti al C.L.S. nonché della rivendicazione scritta del cosiddetto attentato sarebbe un giovane diciassettenne di Nuoro che, per “spirito di emulazione”, per “farsi bello” con le ragazze e “forte” con gli amici, avrebbe tenuto in scacco una delle questure più grandi e verosimilmente meglio equipaggiata d’Italia (nonché i numerosi agenti dei vari servizi segreti che da almeno un quinquennio circolano regolarmente in città). Li avrebbe talmente messi nel dubbio che hanno aspettato almeno 7 mesi prima di rivelare che era già stato individuato come autore dell’unica rivendicazione concreta e materiale mai giunta sul cosiddetto attentato.
Nel mentre i nostri compagni erano sempre prigionieri laddove sono stati deportati all’inizio.

Il 14 maggio come detto sopra, si terrà la prima udienza del processo che li vede come imputati. Le prove addotte degli investigatori si basano sostanzialmente su intercettazioni ambientali e rilievi dei dispositivi GPS, nonché sul ritrovamento, in un luogo nel quale i nostri compagni sarebbero passati, di varie copie di un volantino di rivendicazione attribuito agli N.P.C. (Nuclei Proletari Combattenti). Questo luogo si troverebbe “nei pressi del cimitero di Nuoro”, dove verosimilmente non passa, non è passato e non passerà mai nessuno….
Per finire e rimarcare l’assurdità di tutto l’impianto accusatorio ricordiamo che:
1. Per quanto riguarda la compagna Antonella l’accusa si limita all’associazione sovversiva, mentre i soli Ivano e Paolo sono accusati di essere gli esecutori materiali del cosiddetto attentato.
2. La carcerazione è stata sollecitata sostanzialmente per il pericolo di reiterazione del reato: pare che fosse stato minacciato un altro attentato in occasione della visita a Nuoro il primo aprile del 2006 dell’allora Ministro dell’Interno Gianfranco Fini. Questo, dal poco che si riesce a capire, sulla base della rivendicazione a firma C.L.S., con la quale i compagni Antonella, Ivano e Paolo nulla hanno a che fare.
3. Le prove addotte si basano in pratica sulla collazione dei rilievi GPS, delle intercettazioni ambientali (in larga parte incomprensibili) e dei “ritrovamenti” di materiali vari. Questi tre elementi sono stati fusi in un truogolo indubbiamente degno di rilievo per la fantasia profusa ed realmente appropriato per i personaggi che ci hanno e continuano a sguazzarci.
4. In spregio delle norme e del diritto, in ogni caso, ad una equa difesa, i compagni Antonella, Ivano e Paolo sono tuttora deportati nelle carceri italiane e della Sicilia.
Tutto questo non fa che rafforzare la nostra convinzione che tutta questa montatura non ha altro fine che quello di punire dei compagni che mai sono rimasti zitti davanti all’ingiustizia e di scompaginare le forze sociali che da sempre si battono in Sardegna (e nel resto del mondo) contro l’arroganza del potere e l’ingordigia del potenti.
Questo è un processo politico, attraverso il quale lo Stato italiano e i suoi complici vogliono ridurre al silenzio le voci del popolo e ribadire che è vietato pensare, che la società ha un solo Ordine e che questo Ordine pretende obbedienza assoluta, e che chi non si adatta o crede nella possibilità di un mondo più equo e con giustizia sociale è destinato ad essere considerato un nemico dello Stato e dell’Ordine stessi.
Rinnoviamo dunque l’invito alle forze sociali, ai partiti, alle organizzazioni, alle compagne e ai compagni tutti ad aderire al presidio che si terrà il giorno 14 maggio 2007, davanti al Tribunale di Nuoro, fermo restando ciò che già precedentemente comunicato in merito.

E sigo sempre gai e mai mi rendo
E cando ba bisonzu mi difendo.

Info e contatti: lasolidarietaeunarma@libero.it ; controlarepressione@autistici.org;

Sottoscrizioni: Conto Corrente 000079251989 ABI 07601 CAB 17300 intestato a MANUELA LAI
Appuntamenti: ogni martedì dalle ore 20.00 c/o circolo Madriche , via Convento 50 a Nuoro.

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