15/05/2007: Un resoconto del Primo maggio 2007 ad Istanbul


Il 1 maggio è un giorno di lotta. La storia lo ha dimostrato un'altra volta. Per festeggiare il 1 maggio sulla "Piazza 1 Maggio" si è lavorato settimane, addirittura mesi. In quel giorno doveva essere chiesto conto dei caduti del 1 Maggio 1977; di Dalci (Mehmet Akif Dalci ucciso il 1. 1989), dei massacri; delle torture e dello sfruttamento, è stata "scelta Piazza Taksim". 30 anni fa si cercò di impedire la lotta crescente dei lavoratori con un massacro.
Il governo, il quale non vuole che la popolazione adoperi il proprio diritto fondamentale e pensi ai caduti di Taksim, ha bloccato il traffico di tutta Istanbul. A dozzine di pullman non è stato permesso l'ingresso in città e i viaggiatori sono stati aggrediti. A Taksim e in altri quartieri di Istanbul la polizia ha sparato gas lacrimogeni in gran quantità e colpito con manganelli i manifestanti.
Circa 1.000 lavoratori sono stati arrestati, dozzine i feriti. Cionostante la forza di volontà e la risolutezza della popolazione hanno vinto, si è riusciti a manifestare nella storica piazza. Non c'erano così tante persone come nel 1977 (nel corso del massacro in quell'anno sulla piazza Taksim erano presenti 500.000 persone), ma in ogni caso dopo 30 anni in quel luogo in cui erano stati uccisi 35 lavoratori, piazza tradizionale del 1 Maggio, è stata nuovamente festeggiata questa giornata.

Gli attacchi e gli arresti sono iniziati sin dalle prime ore del giorno, quando numerose persone hanno cominciato a raccogliersi a Dolmabahce e Kabatas. L'area tuttavia era circondata anzitempo dalla polizia e dai soldati. La polizia, che voleva impedire ogni piccolo raduno, è intervenuta subito arrestando dozzine di persone.
Mentre a Dolmabahce e Kabatas veniva impedito il traffico sulla strada e il passaggio sui marciapiedi, la massa ha cercato di spostare il luogo del concentramento verso Besiktas e Karakoy. La polizia ha aggredito la gente raccolta a Besiktas e fermato 5 pullman, arrestando tutti i viaggiatori.
Istanbul era stata così chiusa e paralizzata tanto per i suoi abitanti che per la gente proveniente dalle altre città dell'Anatolia.
Le persone che volevano prendere parte alla manifestazione commemorativa sulla piazza Taksim sono state messe di fonte a tanti ostacoli. Il personale e i mezzi del controllo erano elevatissimi. A causa delle massicce misure preventive e dei numerosi impedimenti sulle strade, da diverse città numerosi pullman non sono nemmeno partiti in direzione di Istanbul.
Nelle prime ore del mattino è stato anche arrestato il Comitato predisposto per la Preparazione del 1.Maggio a Taksim. Fra gli arrestati c'era anche uno dei principali organizzatori, Bulent Ozdemir. A Besiktas i manifestanti, in particolare gruppi di aderenti al DISK (Confederazione del Sindacato Operaio Rivoluzionario) si sono trovati di fronte a blocchi della polizia, che li ha attaccati e arrestati.
Soltanto un piccolo numero di persone è riuscito ad entrare nella città, anche mettendosi in marcia dai pullman lasciati fuori città, vincendo i blocchi, i caroselli, i lacrimogeni e gli arresti della polizia. In questo modo circa 2.000 persone sono riuscite ugualmente a raggiungere piazza Taksim e a ricordare il massacro del 1977. La manifestazione è proseguita fino alle 14,30.
I manifestanti della parte occidentale della città, circa 2.000, a causa del blocco del ponte sul Bosforo e dei traghetti, non ha potuto raggiungere piazza Taksim, ha manifestato lungo le strade principali, sostenendo scontri con la polizia, lanciando molotov. La battaglia qui è andata avanti fino alle prime ore della sera.

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Dopo il massacro nel Bengala Occidentale: i lavoratori indiani hanno bisogno di
un programma socialista
(di Nanda Wickremasinghe 24 aprile 2007, indymedia Web Site World Socialist)

L'uccisione di numerosi manifestanti compiuta il 14 marzo dalla polizia a Nandigram ha suscitato ampie proteste in tutta l'India. Adesso il governo cerca disperatamente di riprendere in mano la situazione. Il Bengala Occidentale è governato da un Fronte di sinistra sotto la direzione del Partito Comunista (marxista)dell'India (CPM).
Il 17 marzo i partiti del Fronte di sinistra hanno pubblicamente dichiarato che il governo dello stato federale a Nandigram non esproprierà nessun terreno su cui installarvi una Zona Economica Speciale (ZES). Il governo ha inoltre dichiarato che ridurrà "gradualmente" la presenza della polizia nel territorio e che fermerà la prevista requisizione delle terre sulle quali doveva trovar posto la ZES.
Il 14 marzo la polizia ha fatto fuoco sui dimostranti, uccidendo così 14 contadini e ferendone almeno 75. I contadini avevano protestato contro i piani del governo, in base ai quali erano stati requisiti quattro ettari di terreno destinati alla ZES: che doveva essere consegnata al gruppo indonesiano Salim. Buddadeb Bhattacharjie, capo del governo federale e membro dell'Ufficio Politico del CPM, aveva inviato 4.000 poliziotti armati per reimporre l'autorità del governo in quel territorio. Nel frattempo sono emerse numerose prove circa la partecipazione di picchiatori del CPM agli attacchi della polizia.

Il 16 marzo in tutto il Bengala Occidentale sono scoppiate indignate manifestazioni ed uno sciopero generale. La gente ha bloccato strade e ferrovie in tutta la regione. A Calcutta, capitale del Bengala Occidentale, i dimostranti si sono opposti alla polizia. Scuole e università sono state chiuse e negli uffici del governo, nella migliore delle ipotesi, ha lavorato il 20-25 % degli impiegati. Su ordine del governo la polizia ha arrestato nell'intero stato federale circa 1.400 persone.
La collera delle masse è stata talmente violenta che tre partiti aderenti al Fronte della Sinistra - il Partito Comunista Indiano (CPI), il Partito Socialista Rivoluzionario (RSP) e il Blocco d'Avanguardia (FB) si sono sentiti costretti a sostenere la sollevazione. Essi hanno tentato di prendere le distanze dal modo di procedere del capo del governo, sebbene questi abbia soltanto cercato di realizzare le "riforme" economiche decise dall'intero Fronte della Sinistra.
Lo sciopero è stato inoltre sostenuto dall'opposizione Congresso-Trinamul, un'alleanza di partiti di destra, alla quale appartiene il partito razzista Hindu Bharatiya Janatha (BJP). Questi partiti borghesi, ampiamente discreditati presso la popolazione lavoratrice, tentano di adoperare l'indignazione generale contro il governo per portare acqua al mulino del loro programma di destra.
Il BJP e tutto il Congresso-Trinamul sono seguaci risoluti delle "riforme" economiche dirette ad attrarre il capitale internazionale facendo leva sui costi della popolazione lavoratrice. Già un precedente governo dell'India retto da una coalizione condotta dal BJP aveva insediato delle ZES. Oggi il governo indiano estende questo programma sull'intero paese. Il governo centrale è retto da una coalizione nominata Alleanza Progressista Unita (UPA) sotto la direzione del Congresso, il tradizionale partito di governo della borghesia indiana.

Il CPM e i suoi alleati hanno creato le condizioni che hanno reso possibile ai partiti di destra di atteggiarsi a difensori dei contadini. Hanno accusato il presunto governo di "sinistra" del Bengala Occidentale di espropriare terreni a vantaggio del capitale indiano e internazionale.
Sul piano nazionale il Fronte della Sinistra sostiene la coalizione al governo. Questo governo provvede all'aumento dei prezzi dei mezzi alimentari e all'aumento della disoccupazione; nell'interesse dell'élite finanziaria favorisce generosamente l'esercito e lo sviluppo di un'infrastruttura, che permette uno sfruttamento intensivo delle persone e delle ricchezze naturali.
Fino a quando la classe operaia non fa leva su un proprio programma indipendente socialista per risolvere i problemi della povertà nel paese, le forze reazionarie - il Congresso, il BJP e il Trinamul Congress - hanno mano libera . Essi incassano la rivolta dei contadini e dei braccianti contro la politica criminale del Fronte "socialista" della Sinistra per spingere la politica indiana, in generale, ancora più a destra.
Alcuni giornalisti influenti hanno già scritto trionfanti che il governo del Bengala Occidentale, con la sua brutale aggressione ha fortemente sconvolto la credibilità politica del Fronte della Sinistra. Ora i commentatori tengono sott'occhio l'opposizione al Fronte della Sinistra ai piani dell'UPA diretti a sotterrare i diritti dei lavoratori e a introdurre "riforme" loro ostili. Essi aspettano che un Fronte della Sinistra indebolito dalla crisi diventi ancor più manipolabile.
Nei giorni immediatamente successivi al massacro del 14 marzo il CPM e i suoi alleati più importanti, hanno tenuto numerose conferenze straordinarie. Gli alleati nella coalizione hanno protestato contro le azioni della polizia e minacciato di uscire dal governo. Ma questa è parsa più che altro una manovra di scambio: essi volevano prendere le distanze dal massacro strumentalizzare la tragedia di Nandigram ed ottenere così un diritto di parola più robusto entro la coalizione.
Le conferenze hanno concluso che gli alleati del Fronte della Sinistra in futuro, per quel che riguarda la realizzazione della politica economica, vogliono collaborare in modo più stretto.
Bhattacharjie non vuole scusarsi per il massacro. Come sempre afferma che la resistenza dei contadini contro le espropriazioni delle terre sarebbe stata conseguenza di una provocazione delle forze di destra e dei naxaliti (maoisti). Tuttavia oggi aggiunge "di non aver stimato adeguatamente la situazione", ed in futuro ha promesso di accordarsi meglio con le altre parti del Fronte della Sinistra. Come concessione Bhattacharjie ha reso visita al quartier generale del CPI invece di attendere che il capo del CPI andasse da lui.
Il giorno dopo il massacro Jyoti Basu, eminenza grigia del CPM, ha pubblicamente criticato Bhattacharjie, perché avrebbe "lasciato nel buio il governo del Fronte e persino il nucleo centrale del governo". Con riferimento alla sua "lunga esperienza politica"diffidava il CPM dal mettersi in testa di poter condurre da solo il governo. "Deve essere un governo di coalizione", ha detto espressamente Basu.
La politica del governo-Fronte della Sinistra di edificare Zone Economiche Speciali nel Bengala Occidentale è parte della strategia delle classi dominanti allo scopo di integrare l'India nell'economia mondiale. Basu, ex capo del governo del Bengala Occidentale ha preparato lui stesso la via alle riforme economiche neo-liberali dello stato federale. Lui era il capo delle delegazioni politiche ed economiche inviate nelle capitali occidentali al fine di attirare investimenti esteri diretti.

Nei primi quattro decenni successivi all'indipendenza dell'India, entrambi i partiti stalinisti, il CPM e il CPI, hanno seguitoo un corso nazional-riformista: cercavano di introdurre riforme sociali nel quadro della repubblica borghese indiana. Certamente CPM e CPI non hanno collaborato con il Congresso, si sono tenuti fermi alla teoria stalinista-menscevica della rivoluzione in due stadi.
Essi affermavano, posta l'eredità della repressione imperialista e dell'arretratezza feudale, che la classe operaia nel futuro prevedibile potrà giocare soltanto il ruolo di interlocutore in un'alleanza fra i presunti elementi progressisti, "antifeudali" e "antimperialisti" della borghesia indiana. Questo significa che dapprima essa dovrebbe consolidare assieme alla borghesia il capitalismo indiano.
Quando all'inizio e a metà degli anni '70 il programma dello sviluppo statale si dimostrò inefficace e l'India era scossa da potenti manifestazioni operaie e contadine, il CPI era formalmente alleato al Congresso di Indira Ghandi. In quella posizione il CPI ci si trovò talmente bene fino a riconoscersi nell'appello allo stato d'emergenza lanciato da Gandhi. Invece il CPM fece causa comune con il Partito Janata - un'alleanza con partiti borghesi che andava dal destroide Jana Sangh (un precursore del BJP) fino ai socialdemocratici.
Il governo-Fronte della Sinistra del Bengala Occidentale è nato nel 1977, quando il CPM subordinava la classe operaia al Partito Janata. Alle elezioni del 1977 nel Bengala Occidentale, all'inizio, il CPM pianificò di cedere parte dei seggi al Partito Janata per costruire con questo partito un'alleanza. Quando in seguito l'alleanza esplose, poiché il Janata non era soddisfatto della quota di seggi ottenuta, gli stalinisti vennero portati al potere dall'ondata di collera degli operai e dei contadini. Essi reagirono come paralizzati dalla situazione determinatasi.
Nel primo periodo di esercizio del potere il Fronte della Sinistra realizzò riforme della terra contenute, che tuttavia gli hanno assicurato una base forte fra la popolazione rurale. Allo stesso tempo il Fronte si atteneva lealmente alla costituzione e alle convenzioni politiche della repubblica borghese indiana.
Dal 1991 gli stalinisti hanno cominciato a rigettare la loro politica nazional-riformista tradizionale. Il CPM e il Fronte hanno preso parte allo smontaggio dell'economia regolata dallo stato al pari dell'intero establishment dell'India. Essi perseguivano lo scopo di integrare l'India nell'economia capitalistica mondiale attraverso la privatizzazione, la deregolamentazione e il taglio dei sussidi all'agricoltura e alle istituzioni pubbliche e sociali.
Poco prima delle elezioni dell'altro anno Battacharjie preparò una svolta a destra ed annunciò una politica di investimenti, anche se lui stesso in seguito ebbe a dire, con la massima convinzione, che l'umanità, in definitiva, si svilupperà in direzione del socialismo. "Nel mio lavoro cerco", disse "di prendere le mosse dalla realtà attuale... Siccome noi siamo persone pratiche, sappiamo che è saggio essere capitalisti se il mondo intero adora il capitalismo."
Nel corso degli ultimi mesi il CPM e Battacharjie hanno rafforzato la campagna per spingere avanti "l'industrializzazione e lo sviluppo" del Bengala Occidentale. Argomentano che la chiave dello sviluppo economico, del progresso sociale, economico e culturale, consiste nell'attirare capitale indiano e internazionale per compiere investimenti nel Bengala Occidentale.
I fatti di Nandigram sono il risultato sanguinario di questa.
La globalizzazione della produzione nel quadro del capitalismo, produce una disuguaglianza sempre più profonda in tutti i paesi. La caccia delle multinazionali al profitto, nei paesi sviluppati a portato a massicci attacchi ai salari e ai programmi sociali. nei paesi sottosviluppati centinaia di milioni di persone che vivono nella povertà, sono diventate fonti di forza-lavoro a buon mercato per il capitale internazionale.
L'India deve accettare la dura realtà che questa politica non ha migliorato le condizioni di vita degli operai e dei braccianti. Migliaia di contadini negli ultimi anni, a causa della situazione insopportabile, si sono tolti la vita.
"Industrializzazione e Sviluppo" per il benessere della maggioranza della società non possono essere raggiunti con l'integrazione del paese nel sistema di sfruttamento del capitalismo mondiale, come afferma il CPM, o costruendo ponti ai capitalisti ineternazionali che brucano nel globo, sfruttando le forze-lavoro a più buon mercato e realizzando saggi di profitto il più alti possibile.
Contemporaneamente gli sviluppi rivoluzionari nella scienza e nella tecnologia hanno posto le basi per superare la povertà e per elevare in tutto il mondo, anche in India, gli standard di vita delle masse, ma questo può avvenire soltanto se viene soppresso il sistema del profitto capitalistico e viene edificata una pianificazione fondata su di un'economia socialista.
In contrasto alla politica delle classi dominanti e delle loro appendici, il CPM e il Fronte della Sinistra, la classe operaia deve sviluppare un proprio programma socialista per risolvere i problemi sociali delle proprie classi, i senzaterra e la popolazione rurale povera. Questo non significa nient'altro che riorganizzare l'economia a favore della stragrande maggioranza della gente e non per gli interessi di una minoranza privilegiata.
Questo programma può essere realizzata soltanto come parte della lotta per il socialismo internazionale. La classe operaia deve lottare in alleanza con i contadini oppressi per governi operai e contadini e per gli stati socialisti uniti del sub-continente indiano e dell'Asia del sud...

da indymedia.de, 4 maggio 2007

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