28/06/2007: ALCUNE RIFLESSIONI PER UN BILANCIO SULLA MOBILITAZIONE A PADOVA DI SABATO 23 GIUGNO 2007


I compagni e le compagne del C.P.O. Gramigna valutano positivamente la mobilitazione di sabato 23 giugno perché ha rappresentato la conquista di uno spazio comunicativo alla città, obiettivo che ci si era dati per la giornata.
Siamo riusciti a strappare ai padroni della città uno spazio pubblico visibile come quello della stazione ferroviaria in cui abbiamo espresso i nostri contenuti e raccolto l’attenzione dei passanti e la solidarietà di una parte di loro.
Nonostante i numerosi tentativi di isolarci con uno sproporzionato uso di carabinieri (chiamati anche da fuori Padova), polizia e militari della finanza che hanno provato a chiuderci, allontanare la gente strappando loro in alcuni casi i volantini dalle mani, molte persone si fermavano a parlare, a chiedere informazioni e talvolta ad applaudire gli interventi dei compagni.
I giornalisti, particolarmente numerosi al presidio perchè assetati di notizie per lo scoop del giorno dopo, hanno rinnovato il loro ruolo di servi del potere creando un clima di terrore e tensione con i loro articoli, con il chiaro obiettivo di intimorire i padovani gravitanti attorno all’area del Gramigna per depotenziarne la presenza in piazza.
Le forze della repressione e la giunta D.S. del sindaco Zanonato non sono riuscite a rinchiuderci, come auspicavano, all’interno della periferica Piazza Toselli e ad attuare la loro “trappola”, visto che la piazza era chiusa e presidiata dai blindati degli sbirri già dalle ore 13 del pomeriggio.
Non siamo caduti nel ricatto terroristico della questura che dava come unica scelta possibile la “manifestazione statica” in Piazza Toselli o, in caso contrario, le cariche della polizia.
Essere accondiscendenti con questa proposta significava chiudersi in un ghetto blindato e negare la diffusione delle nostre idee ai proletari e alla città.
Sabato 23 giugno Padova è stata completamente militarizzata. Nell’ordinanza della questura c’era scritto che non potevamo manifestare per problemi di ordine pubblico col mercato cittadino quando, grazie al terrore creato ancora una volta ad arte dai padroni e al dispiegamento di mezzi polizieschi, in centro città c’erano solo due bancarelle degli ambulanti… e 14 camionette della polizia!
Il problema era ed è quello che vogliamo comunicare, che le nostre idee possano raccogliere consensi tra le file dei proletari e delle masse e che la solidarietà attorno ai compagni prigionieri possa aumentare. Sennò come farebbero a dire che siamo isolati?
Operazione di isolamento che non è riuscita come dimostra la presenza di tutti i famigliari dell’Associazione Solidarietà Parenti e Amici che, dal 12 febbraio, nonostante censure e divieti di ogni tipo, continua ad organizzare la solidarietà e il sostegno attorno ai propri cari.
Episodi come quelli di sabato dimostrano ancora una volta la crescente paura della classe borghese di perdere sempre più consensi a causa di un sistema che è in piena fase di crisi strutturale.
Il malcontento si sta gradualmente diffondendo tra i lavoratori, i giovani precari e le masse popolari che quasi ogni giorno scendono in strada per rivendicare migliori condizioni di vita. Il timore della classe dirigente è che tutti questi focolai di lotta di classe si possano unire e prendere una prospettiva rivoluzionaria. Per frenare lo sviluppo di queste lotte lo stato mette in campo tutti i suoi strumenti repressivi aumentando la politica del manganello e questo governo di centro “sinistra” si distingue sempre meno dalla destra reazionaria. Infatti, in occasione della manifestazione il primo cittadino Zanonato, e i suoi lacchè del nuovo Partito Democratico, ha sostenuto le stesse posizioni del parlamentare fascista Ascierto (AN) dichiarando che l’iniziativa andava direttamente vietata del tutto.
Sabato 23 giugno è stata una tappa all’interno delle lotte e delle iniziative che continueranno durante l’estate con i presidi sotto le carceri e la corrispondenza con i compagni prigionieri e proseguiranno da settembre per un nuovo autunno caldo con l’inizio dei processi dei compagni, i rinnovi contrattuali dei metalmeccanici, le lotte contro la guerra e in difesa dell’ambiente, come a Vicenza contro la base yankee Dal Molin e in Val di Susa contro la Tav.
Ringraziamo per il sostegno, la forza e la solidarietà dimostrata da tutti i compagni arrivati da fuori Padova, i parenti degli arrestati e tutti gli amici che hanno permesso la riuscita dell’iniziativa.

PER L’AUTORGANIZZAZIONE DI CLASSE, DIFENDIAMO GLI SPAZI OCCUPATI!
LIBERTÀ PER TUTTI I COMPAGNI
L’ERBA CATTIVA NON MUORE MAI!

Centro Popolare Occupato Gramigna
Padova, 27 giugno 2007

http://www.autprol.org/