29/06/2007: Provocazioni e intimidazioni dopo la GIRP di Genova


Mercoledì 27 giugno verso le ore 24.00 i compagni dell’Associazione Solidarietà Proletaria e del Partito dei CARC della sezione di Massa, che accompagnavano il compagno belga del CLEA (Comitato per la Libertà di Espressione e Associazione) Micheal Boireau e il compagno Angelo D’Arcangeli del CAP (Comitato di Aiuto ai Prigionieri) del (n)PCI, sono stati circondati e fermati da un gruppo di circa 10 elementi della DIGOS nei pressi di piazza Caricamento, di fronte all’Acquario di Genova. Gli sgherri evidentemente stavano seguendo i compagni fin dal pomeriggio, hanno aspettato la fine dell’iniziativa dedicata ai Prigionieri Rivoluzionari (GIRP), che si era tenuta all’interno del circolo proletario “Borgorosso” di Genova, per cogliere i compagni da soli e isolati (credevano loro).
Gli sbirri erano nascosti dietro le macchine, mescolati tra la gente che transitava per la piazza, dietro le colonne dei portici, poi all’improvviso si sono “materializzati” con tutta la loro arroganza.
Chiedevano di poter fare a loro piacimento quello che gli era stato ordinato, ovvero perquisire e sequestrare alcune copie del materiale di propaganda dei compagni. Ma, loro malgrado, hanno trovato un muro di resistenza del gruppo fermato che non ha inteso assolutamente lasciargli fare quello che volevano.
A questo punto, gli sbirri non sapendo cosa fare hanno incominciato a fare i duri e a minacciare: “ora vi facciamo vedere noi come lavoriamo!”, “ora vi facciamo passare una notte in questura!” e via con il loro repertorio fascista classico.
A un certo momento un particolare ha evidenziato molto bene la premeditazione di questo controllo e la sua natura persecutoria, il “capetto” della “banda” prende il cellulare e comunica ad un superiore che al telefono chiamava “dottore”, la nostra ferma volontà dei compagni a non farsi perquisire e chiedeva ulteriori direttive sul da farsi visto l’imprevista resistenza, senza dover accennare niente sulla natura del fermo e sull’identità dei fermati.
Risulta chiaro quindi che in Questura a Genova qualcuno dirigeva dalle sale del comando questa operazione “fraudolenta”, quello che loro volevano dare a bere era che quello fosse un normale controllo di routine, mentre era in realtà una “normale” operazione persecutoria di intimidazione e di contro-rivoluzione preventiva.
I compagni sono stati scortati e portati in Questura verso le ore 24.40 e sono stati rilasciati soltanto alle 5 del mattino.
Il periodo trascorso in questura è stato per i compagni snervante, ma mai la paura e lo sconforto si sono fatti sentire, anzi, più volte sono state intonate canzoni di lotta come “Bandiera rossa” e “Bella ciao”, il compagno del CLEA addirittura gliela ha cantata anche in turco!
Una compagna, l’unica donna del gruppo fermata, è stata umiliata facendola spogliare e imponendole di fare delle flessioni. Questo abuso in particolare contro la compagna è potuto accadere perché ad un certo punto il gruppo è stato diviso. Infatti, l’abuso non lo avrebbero permesso, poiché i compagni sarebbero stati abbastanza determinati a contrastare quella ulteriore provocazione!
Particolare che rende bene chiara la natura fascista della polizia di Genova diretta dal Ministro Amato, dai premiati capo di Gabinetto De Gennaro e Capo della polizia Manganelli, è la mostra dei “trofei” da loro esposti con cura e “orgoglio fascista” all’interno della stanza degli interrogatori: bandiere del Che, di Cuba, dei sindacati dei lavoratori e dei partiti della sinistra strappate con la violenza e con i pestaggi sanguinari ai manifestanti contro il G8 del 2001 sono state appese al muro come monito a chi in quella stanza entra per essere perquisito o interrogato.
Incredibilmente questi schifosi ostentano impunemente e pubblicamente la loro arroganza fascista che 6 anni fa li portò a compiere il noto massacro di massa in cui Carlo Giuliani venne ucciso.
I compagni sono usciti dall’esperienza provati fisicamente per la stanchezza che si faceva sentire sempre di più, ma allo stesso tempo sono usciti da questa esperienza rafforzati e ancora più convinti della giustezza della loro scelta di lotta.
Quelle bandiere un giorno torneranno nelle mani del popolo questa è una certezza e una promessa del proletariato, Carlo Giuliani vive e continuerà a vivere nella nostra lotta.

Nulla resterà impunito! Nessuna repressione e intimidazione potrà farci retrocedere dalla giusta causa proletaria!

Smascheriamo e lottiamo contro le operazioni di repressione e intimidazione del governo Prodi e del suo ministro di polizia Amato!

Associazione Solidarietà Proletaria (ASP)
CP 380 – 80133 Napoli – Italia

Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)
Via Tanaro, 7 – 20128 Milano – Tel/Fax 02-26306454

resistenza@carc.it ass-solid-prol@libero.it
http://www.carc.it


http://www.autprol.org/