18/07/2007: Il prigioniero dei GRAPO García Vidal denuncia le torture di cui é stato vittima al momento dell'arresto


Il prigioniero dei GRAPO Jorge García Vidal ha denunciato dalla cella d'isolamento della prigione di Soto del Real (Madrid) e attraverso il Soccorso Rosso Internazionale (SRI) le torture cui é stato sottoposto dai membri della Guardia civile che lo hanno arrestato lo scorso 6 giugno a Barcellona, torture che hanno lasciato segni ancor oggi ben evidenti. Quasi un mese dopo, quando riesce a far giungere la sua denuncia al SRI, afferma "a tutti e due i polsi ho le cicatrici lasciate dalle manette, nei due pollici ancora non é ripresa regolarmente la circolazione del sangue, ho ematomi e cicatrici sulle braccia e sulle gambe, dolori alla schiena e alle costole e ho il naso rotto".
Queste ferite sono la conseguenza del trattamento che gli é stato riservato quando é stato arrestato nella Biblioteca pubblica di Can Fabra, nel quartiere Sant Andreu di Barcelona e nelle ore successive. Garcia Vidal racconta che, mentre stava leggendo in biblioteca, gli sono saltati addosso tre individui che gli hanno detto che era in arresto. Al che, il compagno ha subito cercato di denunciare quanto stava accadendo, ovvero che lo stavano sequestrando, urlando il proprio nome e dicendo di quale organismo fosse militante. Sentendolo urlare, "mi si sono buttate addosso altre guardia - che poi sono state costrette a identificarsi come tali a causa della reazione degli studenti presenti in biblioteca - mi hanno messo le manette, stringendole sino al parossismo e mi hanno ordinato di stare zitto".
García Vidal, continua la sua denuncia, “le guardie mi puntano una pistola alla tempia e minacciano di premere il grilletto”. Di fronte all'insistenza delle grida "mi piove addosso una tempesta di calci in faccia per cui ho cominciato a sanguinare dal naso e dalla bocca. Mi hanno allora coperto il volto con una maglietta e, trascinandomi per i capelli, hanno cercato di portarmi via. Continuo a gridare che mi hanno rotto il naso e che mi portano via per torturarmi; a questo punto mi rendo conto che stanno pulendo il pavimento sporco di sangue e tra loro si dicono che bisogna stare attenti a non lasciare tracce". “Ricordo poi di essere stato buttato in un ascensore e che li sono stato battuto selvaggiamente, poi vengo trascinato per delle scale e, sempre trascinato messo in un auto, qui mi hanno colpito ai testicoli, in testa, mi hanno dato pugni nelle orecchie, messo le dita negli occhi e mi hanno stretto il collo sino al limite dell'asfissia, provocandomi anche dolori lancinanti alla gola”.
Dopo averlo portato in caserma, a causa della rottura del setto nasale, sono stati costretti a trasferirlo in ospedale, dove é stato visitato da una dottoressa, alla quale tuttavia non é stato consentito di scoprirgli il volto. Da quel momento, poi, il trattamento é cambiato e le torture fisiche sono state sostituite da quelle psicologiche.

Domenica 8 de luglio 2007

Il seguente articolo, in lingua spagnola, é stato pubblicato sul quotidiano basco GARA, sezione Mundua.

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