18/07/2007: RFT: crisi e lotte. I casi Telekom e ferrovie


Le controtendenze alla crisi trovano applicazione anche nella RFT, uno dei paesi capitalistici più avanzati del mondo e dove lo stato sociale era fra i più articolati e continui. Dopo le leggi Hartz che hanno consegnato il mercato del lavoro allo stretto interesse dei padroni, dei consigli d'amministrazione delle imprese, che ha ridotto le quote di tutti i sussidi, ora è la volta delle privatizzazioni, cioè, dei licenziamenti di massa, della riduzione dei salari.
I casi di due grandi imprese, vitali per la comunicazione e il trasporto: Telekom e Deutsche Bahn (ferrovie statali).

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TELEKOM
Perché il risultato delle trattative di ver.di [sindacato servizi, ndt] deve essere rifiutato (di UIrich Rippert, 28 giugno 2007)

L'odierno giovedì inizia il secondo referendum sullo sciopero in Telekom. Di fronte alla votazione c'è un risultato negoziale, che rappresenta una breccia nel panorama degli accordi nazionali della RFt: riduzione del 6% del salario, 4 ore di straordinario non pagate per 50.000 lavoratrici/lavoratori e un taglio, fino al 25%, delle paghe delle persone neo-assunte.
Se passa questo accordo, raggiunto fra il consiglio d'amministrazione (cda) della Telekom e il ver.di, scompare ogni freno. Altre imprese prenderanno coraggio nel chiedere, per parte loro, concessioni. I posti di lavoro in pericolo sono stati "separati" dagli altri, successivamente seguirà un ultimatum; è la prima volta che in Telekom accade una cosa del genere.
Dopo quasi sei settimane di sciopero, a metà della settimana scorsa, la commissione ver.di. responsabile della trattativa, ha accettato un accordo che comprende in tutti i punti essenziali le richieste dell'impresa. Soltanto poche ore dopo quell'accordo è stato accettato anche dalla grande Commissione Tariffe "con maggioranza travolgente", sebbene l'accordo sia scritto su 70 pagine e che nessun membro della Commissione abbia avuto sufficiente tempo per studiare il testo.
Da quel momento ver.di. ha iniziato una campagna senza pari per chiudere rapidamente la trattativa e per fermare la resistenza degli scioperanti. Si mente sul fatto che le travi portanti vengono piegate.
Salari e stipendi vengono gradualmente tagliati attorno al 6,5%. La compensazione salariale per i primi 18 mesi viene finanziata con un giro-zero nelle trattative sulle paghe nell'anno corrente. Questo giro in bianco non riguarda soltanto coloro che sono stati colpiti dalla "separazione", ma l'intero personale anche chi lavora nella sede centrale.
Il taglio delle paghe del 6% avverrà in due gradi per concludersi entro la fine del 2010. L'affermazione, che questo taglio verrà compensato da un alto contratto sulla tariffa (contratto nazionale), è parimenti un falso. L'odierna determinazione del taglio salariale allo stesso tempo sotterra la future richieste salariali. Perchè il consiglio d'amministrazione (cda) Telekom dovrebbe definire nei prossimi due anni un aumento dei salari, se ver.di. nelle circostanze di buona congiuntura e di alti profitti accetta, dopo uno sciopero di più settimane un taglio dei salari?
Il tempo di lavoro sale a 38 ore [ora è 35, ndt]. Una compensazione salariale perciò non è nelle cose. Solo questo straordinario non pagato significa un taglio salariale superiore al 10%, il quale entra immediatamente in vigore. E' stato trovato accordo anche sull'introduzione del sabato quale "nuova giornata del cliente". Questo significa che in futuro il sabato [attualmente giorno in cui nella RFT non camminano neanche i cani, ndt] diventerà giorno di lavoro regolare: tutti i supplementi in questo modo cadranno [per primo il lavoro straordinario, oggi viene svolto solo al sabato e per sole 4 ore, ndt].
Da ver.di. viene inoltre affermato che nelle nuove "tabelle paga" i "valori delle paghe" verrebbero realizzati per impedire "le tariffe dumping e i salari miserevoli per i nuovi assunti e per far fronte ad ogni confronto". In questo modo verrebbe impedita una "spirale al ribasso dei salari".
Questo tipo di falsità pubbliche sono realmente sfacciate. Il fatto è: ver.di. ha determinato un taglio fino al 30% delle paghe di assunzione. Secondo indicazioni Telekom le nuove paghe di assunzione oscillano fra 1.750 e 1.900 euro lordi al mese. Così ver.di. ha dato una chiara spinta alla "spirale verso il basso". (...)

Tre argomenti importanti
E' di straordinaria importanza rifiutare la svendita di ver.di. e votare no al referendum.
In gioco non c'è soltanto l'immediato futuro di ogni lavoratrice/lavoratore Telekom colpito. Il taglio drastico del salario contemporaneamente allo straordinario non pagato e chiaramente le peggiorate condizioni di lavoro deve introdurre una nuova ondata di attacchi sociali. In molte imprese industriali e dei servizi simili misure eccezionali, riguardanti il taglio dei salari e prolungamento della giornata lavorativa giacciono, già elaborate, nei cassetti. Con l'accordo Telekom deve venir aperta una chiusa, per far passare un'ondata di scomposizione sociale, finora sconosciuta in Germania.
Lo scopo è creare rapporti americani. Là i sindacati già da molto tempo confermano i tagli salariali e un massiccio abbattimento di posti di lavoro. Nell'industria aeronautica e automobilistica questo è comunissimo. Il sindacato operaio dell'industria dell'auto, UAW, in tempi recenti ha concluso un accordo con l'impresa di componentistica Delphi, in cui è prevista una riduzione salariale fino al 50%, licenziamenti di massa e massicci tagli sulla pensione e sulla previdenza sanitaria.
In molti casi ciò costituisce la vendita dell'impresa a società di capitale internazionali, le quali in seguito puntano a far soldi speculando sui costi del personale. Per esempio l'UAW nella primavera di quest'anno ha approvato la vendita di Chrysler alla società di capitali Cerberus Capital Management. Come controprestazione la direzione del sindacato ha avuto il controllo di un fondo pensioni miliardario, assicurandosi in questo modo una fonte lucrativa per i funzionari del vertice.
Dopo l'accordo fra ver.di. e Telekom nessuno dovrebbe più credere, che ci sia qualcosa di impensabile in Germania. La spirale al ribasso può essere stoppata soltanto dalla lotta contro la politica dei sindacati.
Lo sciopero è stato direttamente indirizzato contro il governo di Grosse Koalition, formato da SPD, CDU e CSU, questo perché il governo è di gran lunga l'azionista di maggioranza e tutte le decisioni di importanza strategica, riferite a Telekom, vengono prese di stretta intesa dal ministro delle finanze Peer Stenbrueck (SPD) e dal ministro del Lavoro Franz Muentefering. Il portavoce della Grosse Koalition ha del resto dichiarato che il governo "ha preso conoscenza e espressamente accolto con favore l'accordo raggiunto fra Telekom e ver.di.
Il rifiuto dell'accordo che sancisce la scomposizione deve diventare punto di partenza per costruire un ampio movimento politico contro la Grosse Koalition.

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Sciopero d'avvertimento nelle ferrovie
"Nessuno dovrebbe sottovalutare la nostra disponibilità alla lotta!" (di Ulrich Rippert, 4 luglio 2007-07-12)

Ieri, martedì, il traffico ferroviario fra Flensburg e la Baviera del sud è stato paralizzato su quasi tutta la superficie corrispondente. Già lunedì i sindacati delle ferrovie, Transnet e GDBA, avevano reagito con uno sciopero d'avvertimento al naufragio delle trattative sulle tariffe salariali con Deutschen Bahn AG [la società statale che ha in mano il trasporto ferroviario nella RFT, ndt] verificatosi la settimana scorsa.
Transnet e il Sindacato dei Ferrovieri e degli Aspiranti ferrovieri [GDBA, iniziali dei termini in tedesco, ndt] chiedono per l'intero personale, 134.000 persone, un aumento del 7% delle paghe, cioè, in cifra assoluta, circa 150 euro. La direzione dell'impresa da ultimo aveva offerto 300 euro come una tantum e un aumento del 2% per il 2008 e per il 2009. Entrambi i sindacati hanno rifiutato questa "elemosina" ed hanno annunciato per questa giornata un "puntuale sciopero d'avvertimento".
Quando questa mattina presto il sindacato dei conduttori ha fatto appello per uno sciopero d'avvertimento limitato nel tempo, la lotta dei lavoratori ha certamente ricevuto una nuova dimensione. Lo sciopero era fissato in sole quattro ore, dalle 5 fino alle 9, però durante questo tempo sui binari si è mosso qualcosa.
Tutti i nodi più importanti della rete ferroviaria - Amburgo, Berlino, Lipsia, Hannover, Colonia, Francoforte, Stoccarda e Monaco - sono stati ampiamente paralizzati. I conduttori dei treni e della metropolitana hanno scioperato, riuscendo nell'intento di bloccare i collegamenti più importanti. Questo ha reso impossibile ai pochi treni messi in movimento dai crumiri, di arrivare a destinazione.
La direzione della Bahn AG ha tentato di impiegare dei tecnici come conduttori, ma ben presto si è resa conto che mai sarebbe venuta a capo della situazione, poiché la guida dei treni ICE è troppo complessa.
Il capo di Bahn AG, Hartmut Mehdorn, è rimasto sorpreso dall'estensione e dall'effetto della situazione determinata dallo sciopero. Già martedì pomeriggio aveva annunciato la propria disponibilità a nuove trattative sulla tariffa, invitando tutti e tre i sindacati di categoria ad un incontro comune. Fino ad ora era riuscito a portare avanti la trattativa con Transnet e GDBA, non ancora con il sindacato dei conduttori (GDL), che per i suoi associati ha chiesto un accordo distinto.
Hans-Joachim Kernchen, funzionario del GDL per i distretti di Berlino-Sassonia-Brandeburgo [tutti lander dell'est, ndt], ha così spiegato l'ampia partecipazione dei conduttori allo sciopero, fino a renderlo un "successo pieno": "La disponibilità allo sciopero è espressione della determinazione esistente fra i nostri iscritti. Dopo anni di misure connesse alla ristrutturazione, caricate sempre sui nostri costi, le quali hanno creato condizioni di lavoro che rendono impossibile la vita di una famiglia, l'insoddisfazione ha raggiunto un punto di esasperazione. (...) Attualmente un conduttore riceve un salario di circa 1.500 euro al mese. Ciò è del tutto inadeguato. Il personale viaggiante ha una grande responsabilità nei confronti delle persone e delle cose".
Oltre a ciò l'intero personale viaggiante ha già dato il proprio contributo al risanamento dell'azienda, accettando cambi nelle mansioni e negli orari di lavoro. Da quando è iniziata la privatizzazione, nel 1994, le loro paghe hanno subito una perdita del potere d'acquisto pari al 9,5%. Per questo un accordo sulle tariffe è necessario, e deve tener conto delle specifiche condizioni del personale viaggiante.
Per il cda di Bahn AG un aumento delle paghe pari al 31% è "completamente fuori misura e assurdo". Il sindacato conduttori chiede che i salari vengano rispettivamente portati: 2 500 euro [oggi un conduttore riceve poco più di 2.000 euro, ndt] per i conduttori, 2.180 per bigliettai e 1 820 per chi lavora nei vagoni ristoranti. Inoltre il sindacato vuole che gli aumenti rispecchino l'anzianità e la professionalità. "Non può essere che un conduttore con 27 anni di lavoro riceva una paga massima di 2.142 euro". (...)

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Costruiamo un ampio movimento contro la Grosse Koalition
(dichiarazione della redazione di World Socialist Web Site, 6 luglio 2007)

Nella prima metà del 2007 in Germania si è verificato un numero di giornate di sciopero che supera una volta e mezzo la media degli ultimi 10 anni. Se va avanti così questo numero aumenterà di un molteplice.
La crescente disponibilità alla lotta dimostra che ampi strati della popolazione lavoratrice non sono più disposti a tollerare passivamente gli attacchi _ iniziati due decenni fa - alle loro condizioni di lavoro e ai loro diritti sociali. La congiuntura migliore, i crescenti guadagni delle imprese e gli smisurati stipendi dei manager incoraggiano lavoratrici e lavoratori a rivendicare un adeguamento dei propri redditi. Lo sciopero di 6 settimane alla Telekom e la lotta dei ferrovieri sono soltanto la punta dell'iceberg.
E' in queste circostanze che i sindacati hanno assunto l'impegno di domare la disponibilità alla lotta e di disciplinare gli scioperanti. L'accordo fra ver.di. e Telekom è uno scandalo assoluto. Un sindacato, che sottoscrive un simile accordo, ha perso ogni diritto a caratterizzarsi quale rappresentante degli interessi della popolazione lavoratrice. Esso è uno strumento disciplinatore del padrone, una giacca di forza per i suoi iscritti, che per il privilegio di vedersi derubare i redditi, debbono addirittura versargli le quote d'iscrizione.
Benché il 96 % di lavoratrici e lavoratori Telekom a metà maggio abbia votato a favore dello sciopero, per 6 settimane ver.di. non è andato oltre punture d'ago. In tal modo la lotta è stata inefficace, limitata a pochi punti e ver.di. ha cercato di tenerla isolata. In conclusione, questo sindacato ha stipulato un accordo che, su tutta la linea, corrisponde agli interessi della direzione.
Riduzione salariale pari al 6,5% e 4 ore di straordinario non pagato per 50 000 lavoratori-lavoratrici, salario per i neoassunti inferiore nella misura del 25% rispetto alla media - una tale situazione nella storia dei contratti collettivi in Germania non si era mai verificata. Qualcosa di simile si era verificato nello stadio finale della repubblica di Weimar. Allora, per affermare attacchi paragonabili a quelli di oggi, venne fatto ricorso al decreto d'emergenza, del presidente del Reich, il famigerato articolo 48 della costituzione. (...)

Il rapporto fra il taglio sistematico dei salari, il peggioramento delle condizioni lavoro e la politica del governo diventa sempre più chiaro. Con le leggi Hartz [riguardanti il taglio di tutti i sussidi - maternità, riscaldamento, disoccupazione... - e la consegna alle imprese del mercato del lavoro, ndt] avviate nel 2001 dal governo Schroder (SPD-Verdi) aveva creato i presupposti per far precipitare nelle sabbie mobili operai specializzati ben pagati, per far perdere a migliaia di lavoratrici e lavoratori il posto di lavoro. Il governo successivo, la Grose Koalition, per parte sua ha acutizzato questo attacco sociale e incoraggiato i padroni ad utilizzare la minaccia della perdita del posto presente nelle leggi Hartz, allo scopo di affermare il prolungamento della giornata lavorativa e il peggioramento delle condizioni di lavoro.
Soltanto un ampio movimento politico che abbracci la gran parte della popolazione - operai e impiegati, disoccupati, giovani e pensionati -, può opporsi efficacemente a questo governo. Lo sciopero nelle ferrovie deve essere posto come punto di partenza, per rompere con le vecchie organizzazioni sindacali, coi sindacati e con la SPD, per unire gli operai di tutte le branche, di tutta Europa e del mondo, allo scopo di combattere per una riorganizzazione socialista della società. La produzione deve essere sottratta al controllo dell'aristocrazia finanziaria per essere posta a servizio della società come tutto.

http://www.autprol.org/