11/09/2007: Lettera dal carcere di palermo


Serai Khaled, nato il 3 agosto 1970 a Algeri, residente a Brescia.
Attualmente: detenuto (emprisonnement preventive) nel carcere di Palermo.
Adesso sono in carcere a Napoli per processo, la mia prossima udienza è il 10-10-2007.
Ho lasciato l'Algeria il 23/09/1998 a causa della situazione securitaria precaria (il mio papà era una guardia repubblicana e vivevamo in una zona militare di guerra).
In Italia sono riuscito a sopravvivere e ad andare avanti non senza problemi, ma mai ho commesso un'infrazione.
All'inizio 2004 ero andato in Norvegia per incontrare la mia fidanzata e sistemarmi.
Sono tornato in Italia nell'autunno 2004 per rinnovare i miei documenti scaduti (l'avessi mai fatto). Tornato sono andato ad abitare nella provincia bresciana dove facevo l'imbianchino.
Il 15/11/2005 fui arrestato per reati eversivi (270bis). Il magistrato di Brescia non convalidò il fermo, per la semplice ragione che non avevo commesso nulla. Purtroppo il magistrato di Napoli la pensava diversamente.
Ma il problema vero venne dalla venerata Corte di Cassazione di questo paese, che sentenziò: basta la condivisione ideologica, in parole povere: basta il pensiero.
Ma nel mio caso come si farà a giudicarmi sulla base di pensieri, dato che non faccio parte di nessuna organizzazione? Criminalizzando i miei commenti su fatti accaduti?
So per sicuro che ormai la Corte di Cassazione ha spianato la strada per una condanna minimo di 30 anni (che sto già scontando, per altro).
Quello che chiedo a voi non è di salvarmi dall'infernale macchina giudiziaria, ormai il mio destino è segnato.
Con questa accusa ho perso la mia famiglia e ho perso la mia fidanzata, e tutto il mio futuro che era progettato in Norvegia (Oslo). Perciò non voglio essere espulso in Algeria con questa accusa.
Colgo l'occasione per ringraziare la vostra associazione, distinti saluti Serai Khaled

Serai Khaled
Lunedì 23 luglio 2007

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