17/09/2007: Lettera dal carcere di Livorno


Ormai dal 18 giugno si protrae la protesta attivata da Sebastiano Mazzeo, condannato all’ergastolo e detenuto nel carcere di Opera a Milano. Informando la direzione del carcere del proprio rifiuto di assunzione del cibo in forma totale e la sola assunzione di acqua per garantire le mere funzioni vitali dell’organismo.
Con altri due coimputati, Sebastiano Mazzeo è stato condannato all’ergastolo perché ritenuto autore della cosiddetta rapina di Via Imbonati (Milano 14 maggio 1999) ai danni di un furgone porta valori, nella quale morì un agente di polizia. Lo sciopero della fame verte ad ottenere debito ascolto da parte dei magistrati titolari (soprattutto il P.M. Lucilla Tontodonati e il G.I.P. Paolo Ielo di Milano) i quali in forma criminale hanno imboscato-archiviato la denuncia di supplemento di perizia per la morte dell’agente di polizia; morto per un proiettile calibro 9mm Parabellum sparato dagli stessi suoi colleghi, e non invece, come sostiene l’accusa, da un proiettile esploso dai rapinatori. Per far ciò alcuni magistrati e alcuni funzionari della questura di Milano (di sicuro il vice-questore José Maria Falcicchia) hanno sostituito il vero proiettile estratto dal capo dell’agente (calibro 9 Parabellum) con un proiettile repertato sul manto stradale del luogo del conflitto a fuoco e di calibro supposto in uso ai rapinatori.
Sono più di 4 anni che alcuni magistrati in forza alla questura di Milano continuano ad intralciare la ricerca della verità – oramai palese - falsificando perizie, atti giudiziari, prezzolando consulenti di parte ed omettendo gli atti stessi: gli abusi di omissione d’atti d’ufficio non si contano più.
Intorno a questi magistrati e poliziotti regna una vera e propria associazione criminale mafiosa, tesa a destabilizzare l’opera della democrazia, della giustizia e delle istituzioni nel suo complesso, coprendoli e parandogli il culo in ogni situazione compromettente.
Sebastiano Mazzeo chiede l’intervento e l’attenzione oltrechè per lo specifico sopruso verso i condannati ingiustamente del procedimento penale n° 3321/99 di Milano, perché si attui una giustizia basata su prove certe, vere, e non su dichiarazioni di pentiti prezzolati dalla questura o su periti-consulenti tecnici prezzolati dai pubblici ministeri e su atti criminali compiuti dagli stessi magistrati quali l’omissione di atti d’Ufficio, false dichiarazioni e nefandezze al seguito.

Francesco Gorla

Carcere di Livorno,
6/09/2007
per portare solidarietà a Sebastiano scrivere a:
via camporgnago 40 -20141- Milano, Opera

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Cara Bruzzone, forse non hai capito affatto che il tuo lavoro effettuato per conto della Procura di Milano a nome della P.M. Tontodonati ti ha resa responsabile delle più assolute nefandezze di questo mondo. Ciò è avvenuto l’ 1 dicembre 2005, quando sei stata incaricata insieme ai periti Romanini e Ghielmetti di effettuare una falsa perizia come richiesta dalla Tontodonati e dalla Questura di Milano. Sapevi benissimo, dagli atti, che dovevi prestarti a falsificare una perizia a danno della verità sulla morte dell’agente Raiola e a farmi condannare all’ergastolo da totale innocente. Perciò come neuroradiologa ti sei prestata e messa a disposizione per costruire una consulenza tecnica falsa. Come professionista non vali un cazzo. Sei della peggior specie di gentaglia esistente a questo mondo.
Tutto è cominciato la mattina del 14 maggio 1999 in via Imbonati, dove un poliziotto ha sparato al poliziotto Raiola, con pistola di ordinanza calibro 9 parabellum, con proiettili calibro 9x19. Questa è l’ogiva cal. 9x19 che si vede nelle T.A.C. effettuate all’ospedale Niguarda in neuroradiologia alle h.05.19 del 14 maggio 1999. Dopo l’estrazione della suddetta ogiva dal cranio di Raiola, in Questura qualcuno si accorge che l’ogiva è del calibro delle armi in loro dotazione, quindi quest’ogiva viene fatta sparire e sostituita con il nucleo di acciaio di diametro reale di 5,4 mm e lunghezza di 19,75 mm circa, di ogiva calibro 7,62x39. Peso, dimensioni e metallo tutti differenti dalla prima, compresa la morfologia ogivale essendo quest’ultima tronca da entrambi i lati.
Tutta questa è la prima parte di falsificazioni effettuate dalla questura di Milano in totale accordo con i Magistrati della Procura di Milano, falsari e criminali uno più dell’altro.
Comunque bisognava trovare un colpevole a costo di falsificare prove e testimonianze, come è stato fatto. Poi, vistisi scoperti, hanno subito rimediato con la perizia di Gabagna e Benedetti, altri due corrotti al soldo della Questura, che però non erano stati all’altezza del compito a loro richiesto. Così sei entrata in gioco tu, come artefice della più grande falsificazione di questa storia. Ben sapevi che la tua consulenza fatta insieme a Romanini avrebbe tenuto alto il profilo delle falsificazioni di Procura e Questura, occultando la verità sulla morte dell’agente Raiola.
Per quanto riguarda Romanini, come perito balistico, è già stato sbugiardato diverse volte e in ultimo per la morte di Carlo Giuliani al G8 di Genova. La sua perizia è stata smentita persino dal carabiniere che ha sparato e ucciso Giuliani.
Benedetti non è da meno, mago delle false perizie, è stato smentito in molte circostanze dai suoi stessi committenti, ed è stato capace di falsificare la perizia del caso “Una bomber”, chiedendo ad un agente della scientifica (finito nei guai dopo questo fatto) di tagliare il lamierino con la forbice dell’indiziato.
Mi rivolgo inoltre al dott. Ghielmetti, componente insieme a Buzzone e Romanini di questa associazione a delinquere. Il fatto che non ci sia la tua firma insieme a quella dei tuoi due colleghi non toglie le tue responsabilità in merito alla totale falsificazione della consulenza tecnica. Sei un fisico sanitario e sai bene quali sono gli effetti dei raggi radioattivi nel delineare un corpo metallico nel corpo umano. Gli effetti di tali radiazioni sono diversi a seconda dei tipi di metallo, impossibile non distinguere un corpo d’acciaio da un ogiva calibro 9x19 composta da una capsula di rame o ottone in entrambi i casi contenenti piombo fuso.
Controperizie e consulenze effettuate persino all’estero presso reparti di radiologia hanno già affermato il contrario di quello affermato nella vostra perizia.
Per la ricerca della verità sulla morte dell’agente Raiola andrò fino in fondo.

Carcere di Opera, mercoledì 20 giugno 2007
Sebastiano Mazzeo

http://www.autprol.org/