02/11/2007: A proposito dell'articolo 14bis... Da una lettera dal carcere di Palermo


[...] Il 14bis è una sorveglianza particolare, che può essere applicato a tutti, a prescindere dal circuito carcerario di cui fai parte, sia EIV, AS o Media Sicurezza.
Le motivazioni sul decreto del ministero possono essere varie, dall'essere capo promotore di una protesta, l'incitamento a ribellarsi ad altri detenuti, un ascendente sui detenuti, e scrivono che c'è la tua supremazia in sezione per gravi liti con accoltellamenti, ma ho visto che da un po' lo danno anche a persone trovate in possesso di un telefono cellulare in cella, che, per quanto non sia consentito dalle direzioni, non vedo quanta pericolosità abbia questo detenuto, così diventa un pretesto per mascherare una punizione sotto il regime del 14bis.
La richiesta viene fatta da direzione, consiglio di disciplina integrato da due esperti (in criminologia clinica, pedagogia, psichiatria, servizio sociale) e inviata al ministero con relazioni di acuta pericolosità, inquietudine all'interno dell'istituto, pericolo per l'incolumità di altri detenuti e degli agenti ecc. ...
Una volta entrato nel circuito del 14bis, non ti lamenterai più per i tuoi diritti perché se lo fai, pacificamente o non, avrai 3 mesi di proroga del regime a ogni scadere, non importa se non ti fanno fare la doccia perché da 3 mesi non è funzionante, se non ti fanno telefonare per lo stesso motivo, se il barbiere non esiste e sei costretto a rasarti i capelli a zero, se l'aria l'aprono quando vogliono loro, se siete il doppio dei detenuti che possono realmente stare nella cella, tutti ammassati come bestie, se le medicine sono un optional perché ti vengono segnate ma mancano sempre, se i colloqui dove aspettano i familiari sono uno schifo, se i pacchi dei colloqui arrivano tutti stropicciati con i vestiti assieme al mangiare, se chi non fa i colloqui non può farsi mandare nessun genere alimentare tramite pacco postale, se l'igiene nei locali docce è inesistente.
Qualunque cosa sia tu non ti devi lamentare perché le ritorsioni ci saranno e alla prima occasione, con le prime motivazioni che ci si trova ti arriva il 14bis, che tu sia o meno pericoloso come scritto, l'importante è che non ti ribelli, che non dai fastidio, che lasci il predominio a chi è giusto, per loro, che lo abbia, i direttori.
Io personalmente il 14 bis l'ho avuto e continuo ad averlo, con vari rinnovi di tre mesi per volta, per vari motivi, alcuni veri, altri meno, ma tutto gira sul fatto che reclamo su ciò che è un mio diritto e così facendo mi faccio mal vedere dalle direzioni.

Il 14 bis consiste in almeno 6 mesi di isolamento iniziale, cella liscia, senza tv, senza fornelletto per scaldare le vivande, qualche capo di abbigliamento, la radio consentita e l'occorrente per la corrispondenza, 2 ore d'aria al giorno. Se riesci a scambiare qualche parola sporadicamente con qualcuno è perché è un vicino di cella, ma non si può avere contatti con altri, di solito non ti vengono toccati i colloqui e 4 o 2 telefonate al mese.
Vorrei capire come si prefiggono realmente di reinserire o migliorare (per come scrivono le autorità), una persona tenendola in un costante isolamento. Questo è il 14 bis, il vuoto, l'oblio, e può essere rinnovato fino a tre mesi per volta all'infinito, si sa quando si inizia ma non si sa quando si finisce, se lasci passare tutte le infamie che ti fanno, o hai la fortuna di capitare in un carcere dove ti danno i tuoi diritti, quelli fondamentale, basilari, potrebbe durare solo 6 mesi.
Ho da poco terminato uno sciopero della fame che mi è costato 10 kg per ottenere che le docce venissero sistemate, le due ore d'aria al giorno che mi spettano e che mi levassero un ex collaboratore di "giustizia" dalla sezione di isolamento dove sto scontando il 14bis, sò che per questo troveranno come farmi fare tre mesi di rinnovo, ma non sono in uno di quei carceri dove ti danno i tuoi diritti, almeno quelli basilari, qui se non ti fai sentire, con la scusa che la struttura è vecchia, puoi morire in una cella che nessuno ti viene a cercare.
Non tutte le battaglie sono pacifiche, ci trattano come delle bestie, che non si meraviglino quando poi agiamo da tali. Non ho di che gioire di questa vittoria perché ho ottenuto solo quello che già mi spettava, ma almeno non gli lascio passare queste infamie senza dire niente.
La dignità è un diritto (certo per chi ce l'ha una dignità), ma a me, non voglio e non permetto loro di levarmela.
Vi saluto cordialmente,

Lettera firmata
8 ottobre 2007

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