13/11/2007: Conclusioni dell'assemblea del 9/11 a Milano promossa dall'ass. "parenti e mici degli arrestati il 12 febbraio"


A nove mesi dagli arresti, l’assemblea promossa dall’associazione parenti e amici degli arrestati il 12/2/2007, tenutasi il 9/11/2007 presso il Csoa Cox 18 a Milano, con nuova forza, data dalla affollata partecipazione che mostra la continuità della solidarietà che si è espressa fin da subito nei confronti dei compagni arrestati ed ha impedito l’isolamento e lo sradicamento dal contesto sociale e di classe da cui essi provengono:
Denuncia

1- Le pesanti condizioni di detenzione in regime di Eiv (Elevato indice di vigilanza) in cui i compagni sono rinchiusi, i continui trasferimenti, l’isolamento a cui vengono a più riprese costretti a causa del divieto di incontro disposto dalla Bocassini. Le assurde angherie a cui sono sottoposti i compagni e la compagna che si trovano ai domiciliari come la negazione di comunicare via posta cosa che invece in carcere era permessa (anche nei bracci della morte si può scrivere ad amici e parenti!).
Questa è una situazione che molti altri prigionieri vivono nelle moderne galere della “democrazia” italiana.

2- La negazione sistematica del diritto alla difesa che si manifesta con il trasferimento continuo dei compagni in carceri diverse tra di loro ed estremamente lontane dalla sede processuale oltre che dalle famiglie, il divieto di incontro che impedisce la difesa collettiva, le enormi spese degli incartamenti (oltre 200.000 pagine), i tempi non rispettati nel deposito degli atti...
Di fatto la quasi certa impossibilità per gli imputati di venire a conoscenza di tutta l’inchiesta e di conferire con i propri legali.

3- Il linciaggio mediatico a cui compagni, parenti e amici sono sottoposti all’insegna del motto “sbatti il mostro in prima pagina” sull’onda delle veline della procura e, invece, il complice silenzio su notizie che smontano l’impostazione dell’accusa come quella sulla concessione degli arresti domiciliari a ben sei imputati di questa inchiesta.

4- L’uso dei reati di “terrorismo” sempre più dispiegato per colpire e intimorire non solo chiunque si opponga politicamente allo stato di cose presenti professando idee di cambiamento e aspirazione di comunismo o anarchismo ma anche chi semplicemente lotta per migliori condizioni di vita come mostrano le ultime inchieste della magistratura da Cosenza a Perugia, in particolare attaccando le avanguardie dei lavoratori che non riconoscono la direzione dei sindacati ufficiali.

5- L’attacco continuo e la volontà di criminalizzare e reprimere la solidarietà come mostra il fatto che questa inchiesta da dopo il 12 febbraio è diventata un’inchiesta contro la legittima solidarietà che parenti e amici, compagni e compagne, situazioni di movimento e di classe hanno manifestato e continuano a manifestare.

6- La natura politica del processo e l’uso politico che ne viene fatto. Infatti, la funzionalità politico-mediatica di questa inchiesta, con gli arresti eseguiti non casualmente in un momento di difficoltà governativa legata al rifinanziamento delle missioni di guerra e alla militarizzazione del territorio (vedi il caso della base Usa “Dal Molin” di Vicenza e il progetto per i caccia F35 a Novara) viene oggi ribadita con la convocazione dell’udienza preliminare per il 12 dicembre.

Fissare l’udienza nella data simbolo dello stragismo di stato, se da un lato può sembrare una provocazione, dall’altro mostra la continuità di quel potere politico che, ieri stragista, oggi mette sul banco degli imputati i compagni e su quello degli accusatori (come presunte parti lese) i fascisti di Forza Nuova, i piduisti di Forza Italia, i padroni assassini come quello della Breda e i teorici dello sfruttamento dei lavoratori come Ichino. Ci chiediamo chi ha leso veramente chi?
Tutto questo tentando un’operazione di rovesciamento delle parti e di cancellazione della memoria storica. Lo stato e gli esecutori materiali della strage di Piazza Fontana, i fascisti, si troveranno nuovamente a fare fronte comune contro operai, studenti e comunisti.
Forza Nuova ha già annunciato che chiederà la piazza e questo nella Milano antifascista proprio nella data in cui è stata drammaticamente ferita. Ciò succede in un clima di “campagna di sicurezza” che alimenta paura e razzismo.

Questa è una questione che riguarda tutto il movimento di classe e antifascista.
L’assemblea di conseguenza lancia un appello per costruire una mobilitazione che faccia fronte a tutto ciò.
E’ un processo contro tutti.
Mobilitiamoci tutti!
Costruiamo un incontro per preparare il 12 dicembre.

Infine l’assemblea saluta calorosamente tutti i compagni in carcere e agli arresti domiciliari.

parentieamici@libero.it

http://www.autprol.org/