04/12/2007: dal carcere di Spoleto un contributo di Carmelo Musumeci


Abbiamo ricevuto solo oggi questa lettera di Carmelo che doveva essere un contributo all’incontro tenutosi il 17 e 18 novembre a Napoli. Dopo vari tentativi ci è finalmente arrivato. Salutiamo Carmelo e tutti gli ergastolani che da oggi inizieranno lo sciopero della fame per l’abolizione dell’ergastolo con un forte abbraccio anarchico e di lotta.

Cassa anarchica di solidarietà anticarceraria via dei messapi 51, 04100 latina

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Essere ergastolani è come essere morti prima di morire

Cari compagni/e
Avrei voluto esserci a questo incontro e parlarvi di persona per tentare di convincervi a non lasciarci soli.
Ma io purtroppo non ci sono, non ci posso essere, ma questo non è così importante, l’importante è che ci siete voi.
Solo così io sarò fra di voi, nei vostri pensieri e nelle parole di uno di voi quando leggerà pubblicamente questo scritto.

Alcuni anarchici/che mi hanno scritto:

...Abbiamo portato in radio il testo dove si chiede l’adesione allo sciopero da fuori. Mi chiedi cosa ne pensano gli anarchici dello sciopero della fame... che ne so! Ti posso dire cosa ne pensa il sottoscritto e cioè che parteciperò e darò la mia adesione alla vostra lotta, spedendo il documento all’associazione perchè ritengo importante sostenervi e darvi solidarietà, visto che per voi è importante. Poi di quello che pensano gli “anarchici”, è meglio non addentrarsi troppo in queste teste caotiche, ognuno ti direbbe la sua e non si capirebbe niente. E forse è proprio bello così. (Simone)

...Immagino che tu sei molto impegnato tra lo studio e la nuova lotta per l’abolizione dell’ergastolo. Bravo Carmelo! La tua energia è sempre sorprendente, carica di iniziativa e di forza. È vero sai, la storia dello sciopero della fame ha sollevato l’attenzione sulla questione dell’ergastolo, della sua funzionalità e della sua reale natura. Ancora una volta hai (avete) colpito nel segno. Mi chiedi se ci sarà il sostegno degli anarchici. Vedi, gli anarchici sono ua realtà talmente variegata che non si muovono mai come gli “anarchici”, però alcuni anarchici che conosco e anche miei compagni pensano di fare delle iniziative in sostegno dello sciopero della fame come presidi, divulgazione del materiale informativo, e questo un po’ in tutta Italia. Invierò la mia adesione allo sciopero tra pochi giorni e così mi sentirò più vicina a voi e alla vostra lotta scegliendo di digiunare qualche giorno quando la protesta avrà inizio. Penso che alcuni (o molti non lo so) anarchici sceglieranno di aderire individualmente a tale iniziativa. Ho letto il tuo diario ed ho trascorso alcune ore in tua compagnia e in compagnia della tua autentica vivacità e voglia di esere un individuo pensante e consapevole, pieno di emozioni, di dubbi, sofferenze, gioie... (Marina)

Queste righe me le ha scritte Giuliano, un anarchico conosciuto per pochi giorni al transito del carcere di Sollicciano: ci siamo visti, ci siamo riconosciuti e ci siamo legati da profondo affetto.

A proposito dell’iniziativa per l’abolizione dell’ergastolo, ho fatto girare il vostro scritto e ci sono alcune realtà e/o compagni/e sciolti che sono disposti/e a supportare con iniziative, presidi, momenti controinformativi e solidali quando da dentro porterete avanti lo sciopero della fame. Come anarchico, naturalmente non posso battermi “solamente” per l’abolizione di un crimine legalizzato qual è la pena dell’ergastolo, ma inserire questo in un contesto più complessivo, nella lotta a una società che ha bisogno del carcere, nella lotta al 41 bis, in fondo nella lotta per una società più giusta.

Ora io non so che decisione voi prenderete e con quale iniziativa ci appoggierete.
So solo che nella storia gli anarchici non hanno mai negato a nessuno la loro solidarietà e sono sempre stati dalla parte giusta, dalla parte dei perdenti e sicuramente gli ergastolani in lotta perderanno e non riusciranno a piegare lo Stato ma la nostra vittoria sta già nella lotta.
In tutti i casi è bello anche perdere, io ci ho fatto l’abitudine e non è poi così deprimente, perchè ti viene subito voglia di lottare di nuovo.
Perdere, a volte, ti fa più forte, più sensibile, più arrabbiato, più bello, più anarchico.
Mi stanno scrivendo molti ergastolani da molte carceri per sapere come stanno andando le adesioni per lo sciopero della fame del primo di dicembre per l’abolizione dell’ergastolo, se questa protesta servirà a qualcosa ecc.. Gli sto rispondendo che ho molti dubbi e una sola certezza:

- non facendo nulla perderemo tutto, a parte la libertà e la vita che abbiamo già perso, perderemo la speranza e alla fine perderemo noi stessi. Scioperiamo a oltranza: non dobbiamo avere paura di perdere il nostro posto nel mondo perchè l’abbiamo già perso, non abbiamo più nessun mondo solo questo fatto di sbarre e cancelli ed è per sempre. Non date retta a quelli che dicono che finchè c’è vita c’è speranza perchè io invece credo che finchè c’è lotta c’è speranza. Non potrai mai essere prigioniero del tutto fin quando cerchi e hai la libertà e l’anarchia nel cuore.

A voi invece non so che dirvi? Voi lo sapete cosa fare! Moltissimi ergastolani non sono anarchici o probabilmente non sanno di esserlo, ma sono dei ribelli sociali e dove sta la differenza? Nell’attesa di eliminare il carcere eliminiamo l’ergastolo. Dateci una mano. È importante la solidarietà per quelli che lottano è importante la solidarietà degli anarchici: lottate (come volete) con noi.

Essere prigioniero significa essere guardato a vista, ispezionato, spiato, diretto, legiferato, regolamentato, incasellato, indottrinato, catechizzato, controllato, valutato, comandato da parte d’esseri che non ne hanno nè il titolo, nè la scienza, nè la virtù. Essere detenuto vuol dire essere, ad ogni azione, transizione e movimento, quotato e riformato. Vuol dire essere tassato, addestrato, taglieggiato, sfruttato, monopolizzato, spremuto, mistificato, derubato e, alla minima resistenza, alla prima parola di lamento, represso, emendato, vilipeso, vessato, cacciato, deriso, accoppato, ammanettato, giudicato, condannato, deportato, sacrificato, venduto, tradito e, per giunta, schernito, ingiuriato, disonorato; tutto con il pretesto ed il nome dell’interesse generale. Ecco la giustizia, ecco la sua morale, descritte con parole riprese liberamente dal grande Proudhon.

Io aggiungo che essere prigioniero o detenuto ergastolano significa esere morti prima di morire.
Grazie per qualsiasi decisione che prenderete, viva la libertà.
A nome degli ergastolani in lotta

Carmelo Musumeci
Carcere di Spoleto novembre 2007

agitazione@hotmail.com

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