07/12/2007: Una repressione strisciante, silenziosa, colpisce gli operai...


INVITIAMO TUTTI GLI OPERAI A SOTTOSCRIVERE IL COMUNICATO E A DIFFONDERLO NELLE FABBRICHE
Comunicato a tutti gli operai, da diffondere nelle fabbriche e ovunque è possibile.
Una repressione strisciante, silenziosa, colpisce gli operai. La massa dei NO dalle grandi fabbriche al protocollo sul welfare ha impressionato i padroni.
I salari da fame diventano sempre più insopportabili.
Gli operai morti sul lavoro sono all’ordine del giorno.
Si aspettano una reazione operaia e cercano in tutti i modi di prevenirla. A cominciare dalle fabbriche FIAT. A Melfi hanno fatto la grande prova. Quattro operai sono stati licenziati, uno è un delegato sindacale.
Il sistema è stato semplice: la magistratura iscrive, per qualche ragione, nel registro degli indagati gli operai che danno più fastidio, il padrone li licenzia sostenendo che con il procedimento in corso "è venuto meno il rapporto fiduciario..."
Esattamente così è successo a Melfi, due dei licenziati sono stati perquisiti senza nessun risultato nell’ambito di un’inchiesta su "associazione sovversiva con finalità terroristiche". Il quarto, il delegato, è stato licenziato a causa di una querela di un capo nominato in un volantino per la sua prepotenza sugli operai. La direzione prima li ha sospesi e poi licenziati, non ha avuto bisogno di prove di colpevolezza, di sentenze, di niente.
Con un tale sistema, i padroni possono ripulire le fabbriche dagli operai ribelli nel pieno silenzio stampa e con il tacito consenso dei gruppi dirigenti dei "grandi" sindacati nazionali.
Uno strato di operai ribelli si è formato nelle fabbriche più importanti dell'industria, ha manifestato la sua presenza guidando tutti gli operai al netto rifiuto dell’accordo di CGIL CISL e UIL.
Uno strato di operai che sfida i padroni, il governo, anche se si dice amico, ed i dirigenti sindacali compromessi.
Una nuova classe operaia che inizia a muoversi come forza indipendente.
Potevano attaccarci per questo? Per aver votato NO all’85% a Melfi come nelle principali fabbriche? Potevano attaccarci perché vogliamo più soldi senza scambiarli con flessibilità e allungamento dell’orario di lavoro? No. La tanto decantata democrazia ne sarebbe uscita malconcia, e allora?
Allora funziona la caccia alle streghe, il "sospetto di terrorismo". Tutti zitti, il sospettato va immediatamente sospeso, licenziato, isolato e chi vorrebbe prenderne la difesa stia attento. Nessuno dei paladini della democrazia interviene, sulla stampa nemmeno una riga sui licenziamenti, eppure ministri non solo sospettati ma condannati siedono in parlamento, ne hanno diritto fino alla sentenza definitiva ed oltre.
Per gli operai c’è una legge su misura, basta il sospetto per essere licenziato e buttato per strada. La legge è uguale per tutti i cittadini, ma gli operai sono altro.
La caccia alle streghe deve finire, come operai rivendichiamo la libertà di critica del sistema che ci sottomette, la libertà di associarci come riteniamo più opportuno per difendere il salario e le nostre condizioni di vita, la libertà di criticare governi di banchieri ed industriali e sindacalisti che non fanno più i nostri interessi, la libertà di progettare e lavorare per un sistema diverso, senza sfruttamento. La società della globalizzazione non è più nemmeno in grado di concedere queste elementari libertà agli operai? E' messa male. Sta ancora peggio se deve tirare in ballo il sospetto di terrorismo per tapparci la bocca a migliaia.
Ciò che è inaccettabile è che un semplice sospetto, che cade nel nulla, possa diventare una ragione per buttarci fuori dalle fabbriche. Come è successo a Melfi e può succedere ovunque.
La solidarietà agli operai di Melfi, ad Auria, a Miranda, a Passanante, a Ferrentino è necessaria se vogliamo ancora difenderci come operai in modo indipendente, altrimenti è la paura, il mordersi la lingua, lo stare allineati e coperti ma così ci condanniamo ad una vita da schiavi senza speranza.
Non si devono sentire soli, gli operai ribelli sono dalla loro parte.
Questo comunicato con le nostre firme andrà alle redazioni dei giornali, alle direzioni dei sindacati, ai partiti. Nessuno potrà dire "non sapevamo".

Ultimo aggiornamento del 15 novembre. Mignano operaio dell’Alfa di Pomigliano è stato licenziato. Le motivazioni sono tragicamente ridicole. Per la Fiat è colpevole di essere stato a capo di una manifestazione al Salone del Fiat Center di Poggioreale. Di aver “esposto 3 striscioni con scritte inneggianti alla lotta contro la precarietà”, ed aver “rivolto ad impiegati e clienti slogan” di critica al padrone Fiat. Se ciò è abbastanza per licenziare un operaio, le loro libertà sindacali e politiche sono carta straccia. Vogliono degli operai muti e sottomessi, non li avranno.

Operai e delegati RSU delle fabbriche: Fiat Sata Melfi (PZ), Alfa Pomigliano (NA), Avio Pomigliano (NA), Alenia Pomigliano (NA), F M A Pratola Serra (AV), Ansaldo Napoli, OM Pimespo Bari, Magneti Marelli Bari, Graziano Trasmissioni Bari, Fiat New Holland Modena, Terim Rubiera (RE), Ferrari (MO), MET-RO spa Roma, Nokia Siemens Cassina de Pecchi (MI), Pirelli Bicocca Milano, Ansaldo Camozzi Milano, Magneti Marelli Corbetta (MI), Innse Presse Milano, Titan Bologna, Schneider elettric Stezzano (BG), Hoffman Monza (MI), Microtecnica Brugherio (MI), F.S. Centrale Milano, Dropsa Vimodrone (MI), L’isolante K - Flex Roncello (MI), Fireweb Trezzano Rosa (MI), Amsa Milano, Meritor Cameri (NO), Candy Brugherio (MI), SIRTI SPA TOMA, MAC Chivasso (TO), ONDULIT Cisterna di latina (LT)

Inviate l’adesione della vostra fabbrica a: solidarietaoperaia@gmail.com

operai@tin.it

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