04/01/2008: Lettera di Bruno Ghirardi dal carcere


Tempo fa, girando per Milano ho notato in un piazzale una via dedicata a un “addetto alla sicurezza” morto in Iraq tempo a dietro, per mano della resistenza.
Già è curioso dedicare una via a un personaggio con un'attività del genere, ma di che attività si tratta in realtà. Così leggendo qua e là si scopre che a fianco delle truppe di invasione, prevalentemente americane, agiscono in Iraq e anche in Afghanistan, truppe mercenarie, quantificabili in Iraq in alcune migliaia. Si dice fino a ventimila, anch'esse parte integrata della missione di pace ai fini della democrazia di esportazione. Questi fulgidi guerrieri hanno licenza di uccidere e non hanno nemmeno il timore d'incorrere, per particolari nefandezze, in qualche corte marziale. Pericolo per altro piuttosto remoto anche per i mercenari in divisa, militarmente inquadrati. É difficile saperne di più vista la censura imposta su tutto quanto avviene in Iraq, solo ogni tanti si viene a sapere di caduti da questa schiera che fanno tranquillamente in Iraq quanto di più esecrabile e sanzionabile nei paesi d'origine. Come l'Italia che dedica una via, pur periferica, a uno di questa schiera. Tra le altre cose a questi pare che vengano appaltati gli interrogatori, per i quali la tortura, come si sa, è un cardine. Probabilmente il fatto che queste pratiche abbiano per soggetto “arabi”, solleva da molte questioni etiche, anche se in sé l'imperialismo non dovrebbe essere razzista, tant'è vero che ultimamente si è parlato di mercenari nepalesi, filippini e dello Sri Lanka.
Ora nel corso della mia nuova quanto non richiesta esperienza carceraria mi sono imbattuto già in molti presunti “militanti islamici”, non meglio definiti visto il variare di sigle in simbiosi con i mandati di cattura. Mandati di cattura che riguardano il famigerato 270 c.p., cioè associazione sovversiva con il comma 3, introdotto nel 2001. In base a questo articolo si può perseguire chi svolge generiche attività di sostegno alla Resistenza in paesi terzi, raccogliendo fondi, facendone propaganda...Niente di deflagrante per la sana democrazia italiana, se fosse tale...
In realtà si persegue chi semplicemente esprime sostegno alla resistenza di un paese invaso, tra l'altro in forme anche legittime, mentre si omette qualsiasi provvedimento a chi uccide, stupra e tortura, lautamente pagato. Già questo in un paese originato da una stessa pratica in circostanze storiche molto simili dovrebbe parere strano.
In questi processi riguardanti militanti islamici si sfruttano al massimo i termini di carcerazione preventiva, così che quand'anche un imputato venisse riconosciuto non colpevole, si fa anni di carcere e poi viene espulso sul parere del ministero dell'interno, inappellabile. Tutto in genere senza preoccuparsi di avere qualche straccio di prova.
Anche questo dovrebbe essere strano tanto più che nelle aule giudiziarie si imputa di “devastazione e saccheggio”manifestanti antifascisti e antimperialisti, quando si praticano questi in Iraq e Afghanistan con tanto di bandiera e divisa.
Tutte queste cose strane, tutte insieme fanno la normalità di decine di persone senza aver fatto nulla di definito, in un paese che piano piano si trasforma con una forma stato fascista e imperialista.
Opporci a ciò di può e si deve.

Bruno Ghirardi

29 novembre 07

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