11/01/2008: Lettera di Michele Fabiani del 6.12.07


Ciao …, ti rispondo solo ora perché ho ricevuto con molto ritardo la tua posta. Ultimamente erano più veloci (4-5 giorni) invece la tua lettera, quella di un compagno di Milano e quella di uno di Genova, sono arrivate con 2 e anche 3 settimane di ritardo. Lunedì mattina, mentre firmavo le lettere in entrata, ho notato per puro caso nel registro che c’era una tua lettera ferma dal 28. ho chiesto spiegazioni alla tipa della posta. Non sono stati precisi, prima hanno detto che non erano state ancora lette in tempo, poi il giorno dopo me le hanno date scusandosi e dicendo “le abbiamo trovate”; come se le avessero perse.
La tua lettera è bellissima, non ho altre parole per dirti quanto mi ha fatto felice. Mi hanno cambiato cella, ora sono all’ultima del corridoio e non ho nessuno vicino. L’isolamento si fa più rigido, hanno intensificato i controlli e adesso certe guardie (non tutte) vietano pure al lavorante che pulisce di avvicinarsi troppo alla mia cella. Neppure ai parlamentari è stato permesso di incontrarmi. Hanno concesso solo una visita veloce tramite le sbarre con il comandante e il direttore che controllano le nostre conversazioni. Anche questa è una decisione della direzione del carcere, non necessaria per il regime E.I.V., così come non è necessario che io passi l’ora di aria da solo, ma è anche questa una decisione arbitraria dell’amministrazione.
Fino ad ora non sono stato critico con la direzione, perché obbiettivamente sono stato trattato bene. Ora le cose sono cambiate: prima i limiti con i colloqui con le istituzioni (di cui personalmente me ne frego, ma che è indicativo della loro ostentata “disponibilità”), ora scopro dagli avvocati che anche Totò Riina in 41 bis fa l’aria in compagnia mentre io no, i ritardi alla posta di 3 settimane; tutti mi dicono che è segno buono, che a molti accade di subire provocazioni proprio quando le inchieste cominciano a crollare… A me veramente è sembrato il contrario, con le guardie che prima del riesame facevano da camerieri mentre ora fanno gli stronzi. Però sono in tanti che me lo ripetono, che le provocazioni sono il segno della debolezza delle accuse.
Questa nuova cella fa schifo, l’acqua della doccia non scende bene dal buco di scarico e dopo 3 minuti ho l’acqua sporca fino allle caviglie, non c’è neanche uno specchio. Non che io sia così narcisista, ma uno specchio ti dà un minimo di umanità, permette di identificare la tua autocoscienza in un’immagine. Oggi è una settimana esatta che non mi posso guardare in faccia, come le bestie che non hanno idea di sé, né reale né astratta. Ora, l’idea astratta di me me la danno le lettere e i libri, ma quella reale è altrettanto indispensabile.
Domenica sono stato in sciopero della fame per 24 ore, in solidarietà con gli ergastolani.
Mi sono rotto le palle di questa situazione, non vedo l’ora di uscire. Prima mi alzavo e c’erano le 4 celle vicine che dicevano: “buon giorno fratello, tieni duro, siamo tutti con te!” ogni giorno! Adesso qui è come i primi tempi, anzi è peggio perché almeno i primi giorni vicino avevo gli altri coimputati. Adesso sono in una zona filtro, le celle vicine cambiano prigioniero ogni giorno, ci mettono i nuovi arrivati prima di smistarli. In questo modo mi è impossibile istaurare rapposti con qualcuno.
Vabbé, scusa lo sfogo. Ora ti saluto. A PRESTO!
UN ABBRACCIO

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